2005
Taibon Agordino (BL), 20-08-05
Stava effettuando un'escursione con altre persone nei pressi di forcella Camp, quando è scivolata e non è stata più in grado di proseguire. M.B., 33 anni, residente a Trento, è stata raggiunta, attorno alle 11.30, dall'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, che aveva appena ultimato il recupero del corpo del giovane alpinista vicentino e aveva imbarcato un tecnico del Soccorso alpino della Stazione di Agordo, perchè lo guidasse velocemente sul luogo dell'infortunio. Il tecnico di elisoccorso, sceso in hovering, ha aiutato la donna, con un probabile trauma alla gamba, a salire sul mezzo, che si è poi diretto all'ospedale di Agordo.
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2005
Taibon Agordino (BL), 20-08-05
Lo hanno visto dall'alto, mentre stavano effettuando la ricognizione con l'elicottero dell'areonautica. Il corpo senza vita del giovane alpinista vicentino, le cui ricerche erano iniziate ieri, si trovava in un canalino, a circa 150 metri dall'attacco della via "Per pochi intimi", sulla Torre dei Gir, nel gruppo della Moiazza.
Riccardo Dalla Pozza, 22 anni, di Trissino, aveva attaccato in solitaria la via, uno sviluppo di 1.000 metri, di sesto-settimo grado, molto presto martedì mattina, dopo aver passato la notte al rifugio Capanna Trieste. In serata ha approntato un primo bivacco, mandando ai genitori un messaggio con il cellulare, in cui diceva che tutto andava bene e che avrebbe proseguito. Poi non si è più fatto sentire. I genitori lo aspettavano per giovedì, o al massimo per ieri in mattinata, e non vedondolo rientrare hanno chiamato il 118.
Ieri è stato effettuato un primo sopralluogo con l'elicottero della Guardia di finanza, ma le condizioni del tempo non hanno permesso al mezzo di abbassarsi più di tanto. Contemporaneamente due squadre del Soccorso alpino della Stazione di Agordo lo cercavano più in basso. La ricerca è stata poi temporaneamente interrotta ieri in tarda serata.
Questa mattina, appena la nebbia si è diradata alle 7.30, l'elicottero dell'areonautica ha imbarcato due squadre della Stazione del Soccorso alpino di Agordo, portandole verso Van delle Nevere, per percorrere al contrario il sentiero di discesa dalla fine della via. Dopo aver imbarcato poi, altri due tecnici di Agordo, è tornato a perlustrare nuovamente la parete, dove ha prima rinvenuto uno zaino.
Probabilmente il giovane, dopo la sosta, era salito per circa 200 metri e deve essere volato, precipitando per tutto il tratto appena superato. Sul posto è stata rinvenuta anche una corda spezzata.
Verso le 9.30 uno dei tecnici del Soccorso alpino di Agordo ha notato una macchia colorata dentro un canale e, senza perderla di vista, ha fatto avvicinare l'elicottero, finchè non ci sono più stati più dubbi. La salma è stata recuperata e portata nella camera mortuaria di Agordo. Sul posto, oltre ai 15 tecnici del Soccorso alpino, i genitori del ragazzo e una decina di suoi amici arrivati questa mattina per dare il proprio contributo nelle ricerche.
Riccardo Dalla Pozza, 22 anni, di Trissino, aveva attaccato in solitaria la via, uno sviluppo di 1.000 metri, di sesto-settimo grado, molto presto martedì mattina, dopo aver passato la notte al rifugio Capanna Trieste. In serata ha approntato un primo bivacco, mandando ai genitori un messaggio con il cellulare, in cui diceva che tutto andava bene e che avrebbe proseguito. Poi non si è più fatto sentire. I genitori lo aspettavano per giovedì, o al massimo per ieri in mattinata, e non vedondolo rientrare hanno chiamato il 118.
Ieri è stato effettuato un primo sopralluogo con l'elicottero della Guardia di finanza, ma le condizioni del tempo non hanno permesso al mezzo di abbassarsi più di tanto. Contemporaneamente due squadre del Soccorso alpino della Stazione di Agordo lo cercavano più in basso. La ricerca è stata poi temporaneamente interrotta ieri in tarda serata.
Questa mattina, appena la nebbia si è diradata alle 7.30, l'elicottero dell'areonautica ha imbarcato due squadre della Stazione del Soccorso alpino di Agordo, portandole verso Van delle Nevere, per percorrere al contrario il sentiero di discesa dalla fine della via. Dopo aver imbarcato poi, altri due tecnici di Agordo, è tornato a perlustrare nuovamente la parete, dove ha prima rinvenuto uno zaino.
Probabilmente il giovane, dopo la sosta, era salito per circa 200 metri e deve essere volato, precipitando per tutto il tratto appena superato. Sul posto è stata rinvenuta anche una corda spezzata.
Verso le 9.30 uno dei tecnici del Soccorso alpino di Agordo ha notato una macchia colorata dentro un canale e, senza perderla di vista, ha fatto avvicinare l'elicottero, finchè non ci sono più stati più dubbi. La salma è stata recuperata e portata nella camera mortuaria di Agordo. Sul posto, oltre ai 15 tecnici del Soccorso alpino, i genitori del ragazzo e una decina di suoi amici arrivati questa mattina per dare il proprio contributo nelle ricerche.
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2005
SOCCORSI DUE CONIUGI IN COMELICO
Scritto da Michela Canova
Comelico Superiore (BL), 19-08-05
Erano diretti verso malga Aiarnola, sul gruppo del Popera, che avevano visto sulla loro cartina e volevano raggiungere nell'escursione, ma hanno smarrito il sentiero ritrovandosi bloccati in mezzo ai pini mughi, senza riuscire a scorgere una via di uscita. La chiamata è arrivata alla Stazione del Soccorso alpino della Val Comelico attorno alle 15.30.
Una squadra è partita in jeep, dopo aver individuato la zona in cui potevano essere. Suonando il clacson del mezzo, e sentendo marito e moglie con il cellulare, si sono avvicinati il più possibile, fino poi a raggiungerli a piedi. G.B., 66 anni, e E.A., 65 anni, entrambi di Venezia, sono stati riaccompagnati, illesi, a valle.
Una squadra è partita in jeep, dopo aver individuato la zona in cui potevano essere. Suonando il clacson del mezzo, e sentendo marito e moglie con il cellulare, si sono avvicinati il più possibile, fino poi a raggiungerli a piedi. G.B., 66 anni, e E.A., 65 anni, entrambi di Venezia, sono stati riaccompagnati, illesi, a valle.
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2005
Taibon Agordino (BL), 19-08-05
Sono in corso le ricerche di un alpinista di Bassano del Grappa, che alcuni giorni fa è partito per una solitaria sulla torre dei Gir, nel gruppo della Moiazza. I genitori che attendevano il suo rientro per ieri, o al massimo questa mattina, hanno richiesto l'intervento del Soccorso alpino. Oggi, attorno alle 16, è stato effettuato un primo sopralluogo con l'elicottero della Guardia di finanza che ha controllato la parete e lo zoccolo, senza rinvenire alcuna traccia, mentre contemporaneamente si muovevano nella zona due squadre del Soccorso alpino della Stazione di Agordo, una decina di tecnici, che stanno ancora setacciando la zona. I tecnici stanno cercando in questo momento di avere informazioni più dettagliate dal padre dell'alpinista, per provare a circoscrivere maggiormente il luogo delle ricerche.
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2005
Auronzo di Cadore (BL), 19-08-05
E' stato recuperato il corpo dell'alpinista tedesco travolto da un sasso ieri, mentre stava scalando con un amico la via Preuss, sulla Piccolissima delle Tre Cime di Lavaredo. Le manovre, interrotte ieri dal temporale, sono riprese questa mattina attorno alle 6.30. Già ieri la zona dell'incidente era stata delimitata e all'alba alcuni tecnici del Soccorso alpino della Stazione di Auronzo erano presenti oggi per impedire il passaggio di eventuali escursionisti, dato l'elevato grado di rischio dell'intervento che di lì a poco si sarebbe svolto.
Alle operazioni hanno partecipato una ventina di persone delle Stazioni di Auronzo, Dobbiaco e Sesto, più 4 rappresentanti di carabinieri e Guardia di finanza che hanno prestato servizio d'ordine e supporto logistico.
L'elicottero dell'Aiut Alpin di Bolzano ha portato in quota il materiale e le squadre che poi si sono calate dall'alto. Il corpo dell'alpinista si trovava a circa 100 metri dalla base, schiacciato tra il sasso che lo ha fatto precipitare ed un altro che ha incontrato durante la caduta nel camino. Sei tecnici si sono calati all'altezza del sasso, su cui sono stati piantati due spit e che è poi stato imbragato, sollevato con un tirfor ed ancorato più in alto.
Una manovra lenta e pericolosa, durante la quale un tecnico di Auronzo è stato ferito alla testa, per fortuna senza gravi conseguenze, dalla caduta di una pietra. Raggiunto, l'alpinista è stato poi calato per una quindicina di metri in una cengia, dove ne è stata ricomposta la salma che, imbarellata, è stata fatta scendere fino alla base.
Le autorità hanno, quindi, disposto il trasporto in Pusteria e i documenti sono stati ritirati dalla Guardia di Finanza pusterese. Dopo il recupero del corpo, conclusosi alle 13, è stato deciso di far cadere il sasso a terra, dopo aver predisposto tutti i sistemi di sicurezza per le persone presenti durante l'operazione.
Alle operazioni hanno partecipato una ventina di persone delle Stazioni di Auronzo, Dobbiaco e Sesto, più 4 rappresentanti di carabinieri e Guardia di finanza che hanno prestato servizio d'ordine e supporto logistico.
L'elicottero dell'Aiut Alpin di Bolzano ha portato in quota il materiale e le squadre che poi si sono calate dall'alto. Il corpo dell'alpinista si trovava a circa 100 metri dalla base, schiacciato tra il sasso che lo ha fatto precipitare ed un altro che ha incontrato durante la caduta nel camino. Sei tecnici si sono calati all'altezza del sasso, su cui sono stati piantati due spit e che è poi stato imbragato, sollevato con un tirfor ed ancorato più in alto.
Una manovra lenta e pericolosa, durante la quale un tecnico di Auronzo è stato ferito alla testa, per fortuna senza gravi conseguenze, dalla caduta di una pietra. Raggiunto, l'alpinista è stato poi calato per una quindicina di metri in una cengia, dove ne è stata ricomposta la salma che, imbarellata, è stata fatta scendere fino alla base.
Le autorità hanno, quindi, disposto il trasporto in Pusteria e i documenti sono stati ritirati dalla Guardia di Finanza pusterese. Dopo il recupero del corpo, conclusosi alle 13, è stato deciso di far cadere il sasso a terra, dopo aver predisposto tutti i sistemi di sicurezza per le persone presenti durante l'operazione.
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2005
Malcesine (VR), 19-08-05
Si sono attardati sul sentiero numero 8, un percorso molto impegnativo che dal monte Altissimo porta al lago di Garda, ritrovandosi bloccati dal buio e dalla stanchezza, senza pile e adeguato abbigliamento da escursione contro il freddo. Un padre e i suoi tre figli, due maschi e una femmina, residenti a Parigi, hanno chiesto aiuto al 118 di Verona attorno alle 22. Una squadra del Soccorso alpino della Stazione di Verona è immediatamente partita alla loro ricerca, raggiungendo in macchina il monte Altissimo e ridiscendendo a piedi lungo l'itinerario seguito dalla famiglia. P.L., 57 anni, C.A.L., 20 anni, T.L., 16 anni, e la ragazza, M.L., 17 anni, che erano saliti in funivia per poi tornare indietro a piedi, sono stati rintracciati alle 2. I tecnici del Soccorso alpino hanno dato loro vestiti per riscaldarsi, cibo e bevande e li hanno riaccompagnati lungo il sentiero fino a una strada asfaltata, dove sono arrivati verso le 4.30 e dove li attendevano altri tecnici in auto, per portarli fino al luogo dove avevano lasciato il proprio mezzo.
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2005
Auronzo di Cadore (BL), 18-08-05
E' un uomo, probabilmente tedesco, e non una donna come sembrava in principio, l'alpinista travolto da un masso, mentre con un compagno stava risalendo la via Preuss, sulla Piccolissima delle Tre Cime di Lavaredo.
Le squadre del Soccorso alpino delle Stazioni di Auronzo e Dobbiaco hanno tentato per oltre 4 ore di recupere il corpo, bloccato dal masso in un canale a circa metà via. Il temporale in corso e la situazione delicata hanno costretto i soccorritori ad interrompere le operazioni, per riprendere domani mattina. Un intervento che si presenta molto complesso e pericoloso, il masso dovrebbe pesare all'incirca 3 quintali. Domani interverranno una trentina di tecnici, di Auronzo, Dobbiaco e Sesto, più due elicotteri, quello del Suem di Pieve di Cadore ed uno privato, che trasporteranno il materiale necessario, compreso un demolitore e il gruppo elettrogeno. Probabilmente si cercherà di sollevarlo dall'alto con un argano meccanico. L'alpinista, primo di cordata, è stato investito dalla caduta del masso, mentre si trovava con un compagno, recuperato illeso dai soccorritori. L'allarme è stato lanciato poco prima delle 15 da alcune persone che avevano assistito alla scena e sul posto è arrivato l'elicottero dell'Aiut Alpin di Bolzano.
Le squadre del Soccorso alpino delle Stazioni di Auronzo e Dobbiaco hanno tentato per oltre 4 ore di recupere il corpo, bloccato dal masso in un canale a circa metà via. Il temporale in corso e la situazione delicata hanno costretto i soccorritori ad interrompere le operazioni, per riprendere domani mattina. Un intervento che si presenta molto complesso e pericoloso, il masso dovrebbe pesare all'incirca 3 quintali. Domani interverranno una trentina di tecnici, di Auronzo, Dobbiaco e Sesto, più due elicotteri, quello del Suem di Pieve di Cadore ed uno privato, che trasporteranno il materiale necessario, compreso un demolitore e il gruppo elettrogeno. Probabilmente si cercherà di sollevarlo dall'alto con un argano meccanico. L'alpinista, primo di cordata, è stato investito dalla caduta del masso, mentre si trovava con un compagno, recuperato illeso dai soccorritori. L'allarme è stato lanciato poco prima delle 15 da alcune persone che avevano assistito alla scena e sul posto è arrivato l'elicottero dell'Aiut Alpin di Bolzano.
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2005
Auronzo di Cadore (BL), 18-08-05
E' rimasta schiacciata da una grossa pietra che si è staccata sopra di lei. Prima di cordata, un'alpinista tedesca stava risalendo con un compagno la via Preuss sulla Piccolissima di Lavaredo, quando un masso l'ha travolta, facendola precipitare. Alcune persone che hanno assistito alla scena hanno dato l'allarme poco prima delle 15. Sul posto è arrivato l'elicottero dell'Aiut Alpin di Bolzano e le squadre del Soccorso alpino delle Stazioni di Auronzo e Sesto, che stanno procedendo al recupero. Illeso l'altro alpinista.
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2005
SOCCORSO ESCURSIONISTA PER MALORE
Scritto da Michela Canova
Cibiana di Cadore (BL), 17-08-05
Stava rientrando sul sentiero 483, nei pressi di casera Copada Alta, a circa 1680 metri di quota, quando è stato colto da dolori al fianco che gli impedivano di proseguire. Un escursionista ha allora chiamato la Stazione di Pieve di Cadore ed è stato raggiunto da un tecnico volontario che si trovava nelle vicinanze. Valutata la situazione il tecnico ha richiesto l'intervento di una squadra, che è sopraggiunta in jeep. L'uomo N.N., 42 anni, residente a Modena, è stato accompagnato all'ospedale di Pieve di Cadore, per accertamenti.
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2005
Alleghe (BL), 17-08-05
Un giovane ospite tedesco del rifugio Tissi è caduto ieri sera al rientro da un'escursione con la famiglia. Questa mattina, per il forte dolore a un ginocchio, non era più in grado di camminare autonomamente e, attorno alle 8.30, il gestore ha chiamato il Suem 118. Sulla piazzola è atterrato poco dopo l'elicottero di Pieve di Cadore, con il personale medico ed il tecnico di elisoccorso, che ha imbarcato M.S., 14 anni, e lo ha trasportato all'ospedale di Agordo per accertamenti, mentre una squadra del Soccorso alpino della Stazione di Alleghe vi accompagnava i genitori in jeep.
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2005
Alleghe (BL), 17-08-05
Un escursionista è scivolato per qualche metro lungo il sentiero 560 che attraversa la val Civetta, mentre stava camminando con alcuni amici. I suoi compagni hanno allora chiamato il gestore del rifugio Tissi, che a sua volta ha allertato il 118, verso le 11.30. Medico e tecnico del Soccorso alpino sono poi sbarcati in hovering dall'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, giunto nel luogo dell'infortunio. D.D.T., 49 anni, di Alleghe, è stato visitato ed imbarcato per essere quindi trasportato all'ospedale di Agordo, con un probabile trauma alla spalla e alla mano.
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2005
RITROVATI ESCURSIONISTI
Scritto da Michela Canova
Ospitale di Cadore (BL), 14-08-05
Sono stati ritrovati i tre escursionisti, due donne e un uomo, in difficoltà. Le squadre del Soccorso alpino di Longarone, con un infermiere di Belluno, li hanno raggiunti sul sentiero di forcella Ronces, portando loro vestiti di ricambio, bevande e alimenti, e sono in fase di rientro.
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2005
RICERCA PERSONA A FORCELLA RONCES
Scritto da Michela Canova
Ospitale di Cadore (BL), 14-08-05
Le squadre del Soccorso alpino della Stazione di Longarone stanno cercando di rintracciare tre escursionisti nei pressi di forcella Ronces, sul versante sud del Sassolungo di Cibiana. Oggi, attorno alle 18.30, è arrivata al Suem 118 la chiamata di soccorso, perchè una donna del gruppo, per la stanchezza e il freddo dovuto alla pioggia battente, si sentiva poco bene. Le squadre, 7 tecnici della Stazione di Longarone e 2 della Stazione di Belluno, stanno setacciando il sentiero 481 che parte da casera pian de Fontana e casera Girolda, a circa 1.900 metri di quota. Le ricerche sono complicate dalla pioggia e dal fatto che il cellulare degli escursionisti non riceve più.
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2005
Vigo di Cadore (BL), 14-08-05
La zona attorno a col Marende, vicino a casera Razzo, è stata ieri teatro dell'esercitazione delle unità cinofile del Soccorso alpino, che intervengono nella ricerca di persone scomparse in montagna e in ambienti difficili. Otto binomi, conduttore-cane, appartenenti alle Stazioni bellunesi, a quelle del Friuli Venezia Giulia e alla Guardia di finanza hanno partecipato all'intervento in cui veniva simulata la sparizione di un uomo e pianificate le modalità operative conseguenti.
Matteo Tabacchi, coordinatore delle unità cinofile della II Delegazione zona bellunese, ha approfondito alcune tematiche fondamentali per questo tipo di operazione, che coinvolge sempre un elevato numero di tecnici, oltre alle stesse unità cinofile. Dall'allarme e allertamento, alla prima ricerca "veloce", alla seconda fase, in cui sono chiamate ad intervenire numerose squadre, coordinamento, stesura logistica, contatti radio e telefonici, supporto ai famigliari: ogni aspetto è stato analizzato nel dettaglio. Una parte importante, che deriva soprattutto dall'esperienza maturata negli anni, acquistano prima della ricerca vera e propria le informazioni derivate dai parenti o dagli amici degli scomparsi. Mentre si svolgeva l'intervento, con i tecnici volontari alternati alle unità cinofile che risalivano a pettine la zona da indagare, 5 giovani cani e i loro conduttori hanno portato avanti il proprio percorso addestrativo sotto la guida di Ermes De Pol, istruttore nazionale delle unità cinofile del Soccorso alpino. Dall'inizio dell'anno si registrano 16 ricerche di persona. Alcuni cani del Soccorso alpino bellunese sono bivalenti, hanno cioè sia il brevetto per la ricerca di superficie che per quella in valanga. A settembre si svolgerà un'altra esercitazione in Cansiglio, dove saranno presenti anche le unità cinofile dell'XI Delegazione zona Prealpi Venete.
Matteo Tabacchi, coordinatore delle unità cinofile della II Delegazione zona bellunese, ha approfondito alcune tematiche fondamentali per questo tipo di operazione, che coinvolge sempre un elevato numero di tecnici, oltre alle stesse unità cinofile. Dall'allarme e allertamento, alla prima ricerca "veloce", alla seconda fase, in cui sono chiamate ad intervenire numerose squadre, coordinamento, stesura logistica, contatti radio e telefonici, supporto ai famigliari: ogni aspetto è stato analizzato nel dettaglio. Una parte importante, che deriva soprattutto dall'esperienza maturata negli anni, acquistano prima della ricerca vera e propria le informazioni derivate dai parenti o dagli amici degli scomparsi. Mentre si svolgeva l'intervento, con i tecnici volontari alternati alle unità cinofile che risalivano a pettine la zona da indagare, 5 giovani cani e i loro conduttori hanno portato avanti il proprio percorso addestrativo sotto la guida di Ermes De Pol, istruttore nazionale delle unità cinofile del Soccorso alpino. Dall'inizio dell'anno si registrano 16 ricerche di persona. Alcuni cani del Soccorso alpino bellunese sono bivalenti, hanno cioè sia il brevetto per la ricerca di superficie che per quella in valanga. A settembre si svolgerà un'altra esercitazione in Cansiglio, dove saranno presenti anche le unità cinofile dell'XI Delegazione zona Prealpi Venete.
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2005
Rocca Pietore (BL), 14-08-05
E' stato un intervento molto pericoloso, e tecnicamente difficile, quello che 28 tecnici del Soccorso alpino hanno affrontato questa notte. Ieri nel tardo pomeriggio al 118 è arrivata la chiamata di 4 alpinisti, bloccati da una tormenta a pochi tiri dalla fine della via Don Quixote, sulla parete sud della Marmolada. L'elicottero del Suem di Pieve di Cadore è subito decollato, ma l'avvicinamento alla parete è stato impedito da fitti banchi di nebbia. Le squadre del Soccorso alpino delle Stazioni di Val Pettorina, Val Biois, Alleghe e Selva di Cadore hanno quindi pianificato il recupero dall'alto. Le condizioni del tempo erano quasi proibitive, in basso la pioggia, in vetta neve, temperature sotto lo zero e pochi metri di visibilità. I tecnici hanno cominciato la salita del versante nord, utilizzando la funivia ed il gatto delle nevi, per poi proseguire a piedi fino alla cresta, ad oltre 3.000 metri di altitudine. C.T., 32 anni, di Alzano Lombardo, D.C., 30 anni, G.B., 30 anni, entrambi di Carlazzo (Como), e O.B., 44 anni, di Vignate (Milano), si trovavano a circa 200 metri dalla vetta. I tecnici del Soccorso alpino si sono preparati per la calata, attrezzando gli ancoraggi e sono scesi in due riprese, recuperando due alpinisti alla volta. Mentre si stava svolgendo l'intervento, verso mezzanotte, è arrivata una seconda chiamata di soccorso per due alpinisti, un uomo e una donna, A.T., 34 anni, di Padova, e M.V., 37 anni di Abano Terme, che avevano cercato riparo all'interno del tunnel della funivia, dopo essere usciti dalla Don Quixote mentre nevicava.
Le squadre, accompagnate da un infermiera della val Biois, li hanno subito rintracciati, rifocillati e dato loro abbigliamento di ricambio. Ad entrambi sono stati riscaldati gli arti inferiori, per la presenza di sintomi di ipotermia. L'intervento si è concluso attorno alle 4, grazie all'efficiente lavoro di squadra delle diverse Stazioni dell'Agordino e alla disponibilità dei gestori della funivia. L'avvicinamento dei soccorritori a piedi e il trasporto di tutto il materiale necessario avrebbe richiesto almeno 6 ore e sarebbe stato molto più rischioso per la presenza di crepacci.
Le squadre, accompagnate da un infermiera della val Biois, li hanno subito rintracciati, rifocillati e dato loro abbigliamento di ricambio. Ad entrambi sono stati riscaldati gli arti inferiori, per la presenza di sintomi di ipotermia. L'intervento si è concluso attorno alle 4, grazie all'efficiente lavoro di squadra delle diverse Stazioni dell'Agordino e alla disponibilità dei gestori della funivia. L'avvicinamento dei soccorritori a piedi e il trasporto di tutto il materiale necessario avrebbe richiesto almeno 6 ore e sarebbe stato molto più rischioso per la presenza di crepacci.
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2005
SQUADRE IMPEGNATE SULLA MARMOLADA
Scritto da Michela Canova
Rocca Pietore (BL), 13-08-05
Stanno provando a raggiungere dall'alto i tre alpinisti bloccati dalla neve sulla via Don Quixote, parete sud della Marmolada. I 18 tecnici delle Stazioni del Soccorso alpino di Val Pettorina, Alleghe, Selva di Cadore, dopo essere saliti in quota a oltre 3 mila metri, si stanno attrezzando per la calata. In quota sta nevicando e a breve un'altra squadra partirà per portare viveri e altro materiale.
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2005

