2005
Longarone (BL), 18-07-05
E' rimasta ferita, sbattendo la testa, oggi attorno alle 15. P.B., 50 anni, di Lido di Venezia, stava percorrendo il sentiero 967 e, col marito, aveva superato da un po' la casera del Pian, quando è scivolata. In questa zona il telefono non ha alcuna copertura ed il marito è corso indietro per raggiungere la diga. Dal telefono fisso è partito l'allarme al 118, poco dopo le 16 ed è stata allertata la squadra del Soccorso alpino della Stazione di Longarone, cui si sono aggiunti alcuni tecnici della Stazione di Belluno, che ha cominciato l'avvicinamento in jeep, dato il maltempo. Contemporaneamente, l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha provato ad arrivare in zona, ma è stato bloccato da una barriera di grandine, verso Castellavazzo. Neppure l'elicotero del Suem di Treviso è potutto avvicinarsi. Abbandonato il fuoristrada, i tecnici del Cnsas, con un sanitario del Soccorso alpino, hanno proseguito a piedi, raggiungendo la donna. Medicalizzata, è stata, poi, imbarellata. Il percorso a ritroso è risultato particolarmente difficile, per la pioggia battente, l'instabilità del sentiero e la necessità di far proseguire lentamente la barella. Arrivati alla casera, si è aperto un varco e l'elicottero è potuto scendere, verso le 20. Imbarcata dal tecnico di elisoccorso con un verricello da 10 metri, la donna è stata trasportata all'ospedale di Belluno, con un probabile trauma cranico.
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2005
INFORTUNIO DURANTE UN'ESCURSIONE
Scritto da Michela Canova
Falcade (BL), 18-07-05
E' scivolato lungo un sentiero del col Toront, rompendosi la gamba destra. Un escursionista di Parma, A.A., 60 anni, è rimasto ferito mentre con alcuni compagni camminava in quota a circa 2.000 metri di altitudine. Attorno alle 15 la chiamata al numero unico di emergenza, raccolta dalla centrale di Trento, che l'ha poi girata a Pieve di Cadore.
L'elicottero del Suem è decollato, imbarcando un tecnico del Soccorso alpino della Stazione della val Biois, perchè lo guidasse più velocemente sul luogo dell'incidente. Il tecnico di elisoccorso ha recuperato il ferito, con il velivolo in hovering. L'uomo è stato, poi, accompagnato all'ospedale di Agordo. Il tecnico del Soccorso alpino ha, invece, accompagnato i suoi compagni di escursione fino al rifugio Fior di Roccia, sulla strada che porta al passo San Pellegrino.
L'elicottero del Suem è decollato, imbarcando un tecnico del Soccorso alpino della Stazione della val Biois, perchè lo guidasse più velocemente sul luogo dell'incidente. Il tecnico di elisoccorso ha recuperato il ferito, con il velivolo in hovering. L'uomo è stato, poi, accompagnato all'ospedale di Agordo. Il tecnico del Soccorso alpino ha, invece, accompagnato i suoi compagni di escursione fino al rifugio Fior di Roccia, sulla strada che porta al passo San Pellegrino.
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2005
ALPINISTI BLOCCATI SUL POMAGAGNON
Scritto da Michela Canova
Cortina d'Ampezzo (BL), 17-07-05
Due alpinisti di Padova sono rimasti bloccati sulla parete del Pomagagnon, oggi attorno alle 12.30, mentre scendevano in corda doppia. Saliti ieri, probabilmente per il ritardo accumulato verso la cima, hanno dovuto passare la notte all'addiaccio. Questa mattina presto, L.M., 49 anni, e S.T., 57 anni, hanno cominciato la discesa, fino a quando, a circa 200 metri da terra, le loro corde si sono incastrate nella roccia. L'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, con il tecnico di elisoccorso, li ha recuperati dopo l'allarme, utilizzando un gancio baricentrico di 25 metri. I due alpinisti, illesi, sono stati accompagnati a Fiames e affidati alla squadra del Soccorso alpino della Stazione di Cortina.
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2005
ESERCITAZIONE NAZIONALE IN FORRA
Scritto da Michela Canova
La Valle Agordina (BL), 17-07-05
Si è conclusa oggi l'esercitazione nazionale in forra organizzata dalla VI zona Delegazione speleologica del Cnsas, con la collaborazione di: II zona Bellunese, IX Delegazione speleologica Lombardia, Commissione forre nazionale del Soccorso alpino, Parco nazionale Dolomiti Bellunesi, Suem 118.
Tre giorni di attività per realizzare un importante momento di addestramento per le squadre impegnate nel recupero di persone in difficoltà, in ambienti molto difficili, spesso irraggiungibili dall'alto, quali quelli disegnati dall'erosione dei torrenti. Profonde gole, tra le quali la Val Clusa. Il torrentismo a tutti gli effetti è ormai diventato una disciplina che richiama un numero sempre più elevato di praticanti. In caso di emergenza, il soccorso in forra richiede un grande dispiegamento di personale e le manovre, molto complesse, possono durare anche decine di ore.
La Val Clusa dunque è stata il teatro naturale in cui si è sviluppata l'esercitazione di 15 ore: quota di partenza 940 metri, quota di arrivo 465, dislivello 575 metri e sviluppo di 3.500 metri. Il campo base è stato posto venerdì ad Agre, Sedico, grazie all'ospitalità della locale azienda agricola e del Corpo forestale dello Stato.
Qui sono state allestite le tende ed il centro operativo, dove il settore logistico ha seguito ogni singolo passaggio delle squadre in forra, controllando contatti radio ed eventuali imprevisti. Alle 17.30 si sono svolte alcune manovre di sbarco ed imbarco del personale e dei mezzi con l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore e sono stati portati in quota i 350 chili di materiale necessario per la disecsa. Sabato alle 3.30 la prima squadra si è preparata a partire dal campo base, alle 4.30. Dopo la risalita di avvicinamento a piedi sul sentiero che porta alla forra, alle 6.30 sono entrati nel canyon. Dopo un'ora è stato raggiunto il "ferito", visitato, medicalizzato, stabilizzato e caricato nella barella utilizzata in forra. Ed è cominciato il vero e proprio recupero.
La prima squadra, composta da 19 tecnici ha trasportato la barella lungo salti e cascate, effettuando numerose calate in condizioni particolarmente difficili, dovute alle piogge del giorno precedente, con temperature sui 12 gradi.
Alle 12.30, la seconda squadra di 22 tecnici si è calata per 130 metri di dislivello, dando il cambio nel trasporto alla prima. La squadra ha poi proseguito il percorso, arrivando al punto prescelto per l'uscita attorno alle 18.
L'infortunato viene sempre portato in un luogo più agevole possibile, dove normalmente l'elicottero può avvicinarsi o, se non altro, calare i tecnici di elisoccorso per il recupero dall'alto. Alle 19, gli ultimi soccorritori sono rientrati al campo base, dove si è svolta la riunione di verifica.
All'esercitazione hanno partecipato in tutto una cinquantina di tecnici, tra operativi e logistici, provenienti da Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Marche, Liguria. Nel pomeriggio di ieri, l'intervento è stato illustrato nei dettagli anche al presidente del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Guido De Zordo, che ha seguito con attenzione la chiusura dei lavori. Il presidente ha apprezzato e compreso l'impegno e la professionalità espressa, ribadendo la necessità di sinergia e collaborazione tra Soccorso alpino e speleologico e Parco, in termini di sicurezza, prevenzione ed informazione, per i fruitori dell'area protetta.
Tre giorni di attività per realizzare un importante momento di addestramento per le squadre impegnate nel recupero di persone in difficoltà, in ambienti molto difficili, spesso irraggiungibili dall'alto, quali quelli disegnati dall'erosione dei torrenti. Profonde gole, tra le quali la Val Clusa. Il torrentismo a tutti gli effetti è ormai diventato una disciplina che richiama un numero sempre più elevato di praticanti. In caso di emergenza, il soccorso in forra richiede un grande dispiegamento di personale e le manovre, molto complesse, possono durare anche decine di ore.
La Val Clusa dunque è stata il teatro naturale in cui si è sviluppata l'esercitazione di 15 ore: quota di partenza 940 metri, quota di arrivo 465, dislivello 575 metri e sviluppo di 3.500 metri. Il campo base è stato posto venerdì ad Agre, Sedico, grazie all'ospitalità della locale azienda agricola e del Corpo forestale dello Stato.
Qui sono state allestite le tende ed il centro operativo, dove il settore logistico ha seguito ogni singolo passaggio delle squadre in forra, controllando contatti radio ed eventuali imprevisti. Alle 17.30 si sono svolte alcune manovre di sbarco ed imbarco del personale e dei mezzi con l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore e sono stati portati in quota i 350 chili di materiale necessario per la disecsa. Sabato alle 3.30 la prima squadra si è preparata a partire dal campo base, alle 4.30. Dopo la risalita di avvicinamento a piedi sul sentiero che porta alla forra, alle 6.30 sono entrati nel canyon. Dopo un'ora è stato raggiunto il "ferito", visitato, medicalizzato, stabilizzato e caricato nella barella utilizzata in forra. Ed è cominciato il vero e proprio recupero.
La prima squadra, composta da 19 tecnici ha trasportato la barella lungo salti e cascate, effettuando numerose calate in condizioni particolarmente difficili, dovute alle piogge del giorno precedente, con temperature sui 12 gradi.
Alle 12.30, la seconda squadra di 22 tecnici si è calata per 130 metri di dislivello, dando il cambio nel trasporto alla prima. La squadra ha poi proseguito il percorso, arrivando al punto prescelto per l'uscita attorno alle 18.
L'infortunato viene sempre portato in un luogo più agevole possibile, dove normalmente l'elicottero può avvicinarsi o, se non altro, calare i tecnici di elisoccorso per il recupero dall'alto. Alle 19, gli ultimi soccorritori sono rientrati al campo base, dove si è svolta la riunione di verifica.
All'esercitazione hanno partecipato in tutto una cinquantina di tecnici, tra operativi e logistici, provenienti da Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Marche, Liguria. Nel pomeriggio di ieri, l'intervento è stato illustrato nei dettagli anche al presidente del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Guido De Zordo, che ha seguito con attenzione la chiusura dei lavori. Il presidente ha apprezzato e compreso l'impegno e la professionalità espressa, ribadendo la necessità di sinergia e collaborazione tra Soccorso alpino e speleologico e Parco, in termini di sicurezza, prevenzione ed informazione, per i fruitori dell'area protetta.
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2005
MALORE IN RIFUGIO
Scritto da Michela CanovaSan Vito di Cadore (BL), 17-07-05
Si è sentito male ieri verso sera, mentre si trovava al rifugio Venezia. Attorno alle 20.30 il gestore ha chiamato il 118. La squadra della Stazione del Soccorso alpino di San Vito di Cadore è subito partita con un fuoristrada per andare incontro all'uomo, A.R., 50 anni, di Vittorio Veneto, accompagnato in jeep dal gestore del rifugio in parte del percorso verso valle. I tecnici Cnsas lo hanno poi portato all'ospedale di Pieve di Cadore, dove è stato ricoverato per una probabile colica renale.
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2005
Cencenighe Agordino (BL), 16-07-05
Stava percorrendo il sentiero 765 in direzione della malga Torcol, sulla Cima Pape, quando ha sbagliato strada, ritrovandosi incrodato su alcuni salti di roccia. Attorno alle 14, A.G., 33 anni, di Alleghe, ha lanciato l'allarme. L'elicottero del Suem ha imbarcato un tecnico della Stazione del Soccorso alpino della Val Biois, per facilitare l'individuazione del luogo. L'escursionista illeso, ma scosso, è quindi stato recuperato in hovering.
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2005
Tambre (BL), 16-07-05
Era in compagnia di un amico, sulla strada che, in Cansiglio, va da pian dell'Osteria a pian Rosada, quando è caduto dalla propria bicicletta, sbattendo violentemente la testa. Attorno alle 10, l'allarme al 118. L'elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha prima imbarcato un tecnico della Stazione dell'Alpago, per farsi guidare sul posto nel minor tempo possibile. L'uomo, S.D.M., 42 anni, di Vittorio Veneto, è stato medicalizzato sul luogo, imbarellato a trasportato all'ospedale di Belluno, con un probabile politrauma.
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2005
BLOCCATO SULLA GUSELA DEL VESCOVA'
Scritto da Michela Canova
Belluno, 16-07-05
E' stata una guida alpina di Villabassa a chiedere l'intervento dell'elicottero del Suem verso le 11.30, quando in vetta alla Gusela del Vescovà ha trovato un alpinista in difficoltà. L'uomo, H.W., 36 anni, di Brunico, arrivato in cima con un compagno, mentre si preparava per la discesa, ha messo male un piede, procurandosi un trauma che gli impediva di camminare. Il recupero è avvenuto in hovering. L'alpinista è, poi, stato lasciato al passo Giau ed è tornato a casa con mezzi propri.
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2005
San Vito di Cadore (BL), 16-07-05
Stavano salendo il passo del Camoscio, che dalla forcella Piccola porta alla cima Scotter, sul gruppo delle Marmarole. Due escursionisti, G.R., 54 anni, di Padova, e T.R., 21 anni di Rovigo, hanno sbagliato percorso, trovandosi, attorno alle 11, senza corde per assicurarsi e attrezzatura particolare, in un punto difficile. I tecnici della Stazione di San Vito hanno provato per telefono a dirigerli fuori dalla zona dove erano bloccati. Per il tempo incerto, però, è decollato l'elicottero del Suem che li ha recuperati in hovering e sbarcati a San Vito.
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2005
SCIVOLA SUL SENTIERO
Scritto da Michela CanovaCortina d'Ampezzo (BL), 15-07-05
Un turista di Vicenza, S.F., 41 anni, è scivolato lungo il sentiero che porta dal rifugio Scoiattoli al rifugio Averau, sulle Cinque Torri, attorno alle 14.30. L'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, con il tecnico Cnsas di elisoccorso, ha imbarcato l'uomo in hovering per poi accompagnarlo all'ospedale Codivilla, per un probabile trauma alla caviglia.
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2005
Rocca Pietore (BL), 15-07-05
La caduta di un grosso masso ha causato il ferimento di due alpinisti, un uomo e una donna, questa mattina attorno alle 7. I due avevano attaccato molto presto la via del Pesce, parete sud della Marmolada, quando al 4° tiro l'appiglio su cui si sorreggeva la donna, I.P., 31 anni, originaria della Germania, prima di cordata, si è staccato ferendola e colpendo di rimbalzo il compagno in sosta, S.S., svizzero, di 33 anni. L'allarme la 118 è arrivato dal gestore del rifugio Falier che ha visto gli alpinisti in difficoltà. L'elicottero del Suem di Pieve di Cadore è arrivato subito sul posto. In due rotazioni successive il tacnico Cnsas di elisoccorso ha recuperato i due con un gancio baricentrico di 50 metri. L'uomo e la donna sono poi stati trasportati all'ospedale di Agordo, con probabili traumi agli arti inferiori.
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2005
Feltre (BL), 13-07-05
Comincerà venerdì, per concludersi domenica, l'esercitazione nazionale in Val Clusa, comune di La Valle Agordina, organizzata dalla VI Delegazione speleologica del Cnsas, con la collaborazione di: II Delegazione Bellunese, IX Delegazione speleologica Lombardia, Commissione forre nazionale del Soccorso alpino, Parco nazionale Dolomiti Bellunesi e Suem 118. Il torrentismo, disciplina notevolmente sviluppatasi negli ultimi anni, rientra negli ambiti di intervento del Soccorso alpino: "Il canyoning è nato attorno agli anni '70, soprattutto come esplorazione e addestramento degli speleo, per diventare poi disciplina a sé stante - ha spiegato oggi Antonino Bileddo, delegato VI zona, alla presentazione della manifestazione, tenutasi nella sede del Parco - negli anni '90 viene istituita l'Associazione italiana canyoning e cominciano a essere pubblicate numerose guide e articoli in merito". All'inizio è inteso come sport estremo, tecnico, per diffondersi in seguito tra gli appassionati, divevendo una risorsa per molte aree di Francia, Liguria, Trentino e Valle d'Aosta. "Non si tratta di kajak, discesa in gommone o arrampicata, ma di percorrere a piedi o con le corde lunghe gole con forte pendenza - continua Bileddo - gli interventi di soccorso risultano abbastanza complessi. Nel Bellunese ci sono circa una quarantina di forre. Quando il luogo è difficile, con punti particolarmente stretti, intervengono apposite squadre". I soccorsi in forra sono spesso molto complicati, perchè in acqua e in zone non accessibili dall'alto. Venerdì saranno portati in quota i materiali con l'elicottero del Suem. Sabato all'alba comincerà la simulazione del recupero di un ferito lungo la gola. Interverranno 40 tecnici operativi e una decina di logistici. La presentazione dell'esercitazione è stata inoltre l'occasione per approfondire il rapporto tra Soccorso alpino ed ente Parco: "Due strutture rappresentative della realtà montana, con conoscenze specifiche, competenza e cultura della tutela, prevenzione e salute. Dell'area protetta e delle persone che la frequentano - è intervenuto Roberto De Rocco, delegato II Zona Bellunese - il Parco fruibile dai turisti presenta anche zone in ambiente ostile epericoloso. Sono 5 le Stazioni alpine (Belluno, Longarone, Val di Zoldo, Agordo, Feltre) più quella speleo che guardano al parco in termini di sicurezza. La manifestazione in val Clusa mostrerà cosa succede in un intervento in forra, come vengono allertate e operano le squadre, con l'auspicio di una fruttuosa collaborazione reciproca, Cnsas-Parco, per ragioni culturali e attaccamento al territorio. Ognuno con le proprie competenze". "Il Parco protegge gli animali e le erbe. Il Soccorso alpino la vita umana - ha sottolienato Guido De Zordo, presidente dell'area protetta dove il torrentismo è vietato - a volte purtroppo ci sono casi in cui la natura non è benigna neanche con escursionisti bravi e preparati. C'è la necessità di qualcuno che conosca bene i luoghi e pratichi le necessarie tecniche di salvataggio. Credo che la sinergia sia nell'ordine naturale delle cose". L'ultimo intervento in forra nel Bellunese, che ha impegnato una trentina di tecnici del Soccorso alpino e speleologico, risale allo scorso giugno, quando due torrentisti sono rimasti bloccati in val Cancino.
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2005
RICERCA PERSONA A SELVA DI CADORE
Scritto da Michela Canova
Selva di Cadore (BL), 11-07-05
Si era allontanata dal rifugio Aquileia per una passeggiata, ma E.S., 43 anni, di Padova, si è poi persa seguendo le tracce di un sentiero di cacciatori ed è arrivata in un luogo dove non c'era alcuna segnalazione. L'allarme è stato lanciato dai genitori e dalle guardie provinciali che si trovavano vicine al rifugio attorno alle 15.30, quando la donna ha chiamato al cellulare per avere indicazioni sul percorso. Sono intervenuti due tecnici del Soccorso alpino della Stazione di Selva di Cadore, che l'hanno rintracciata dopo un'ora di ricerca, per riaccompagnarla, illesa, al rifugio.
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2005
MUORE ALPINISTA VICENTINO
Scritto da Michela Canova
Valli del Pasubio (VI), 10-07-05
E' precipitato, perdendo la vita, dalla Torre Emmele, satellite del Monte Cornetto. L.M., conosciuto e forte alpinista, stava risalendo in compagnia di altre persone una delle vie sul gruppo del Sengio Alto, quando un fulmine ne ha causato la caduta. Immediato l'intervento della squadra del Soccorso alpino di Schio, attorno alle 17, che arrivata sul posto ha potuto solamente constatarne il decesso. L'elicottero di Verona Emergenza, impegnato in un altro intervento e poi ostacolato dalle condizioni del tempo, è arrivato sul luogo della tragedia solo più tardi, per recuperare la salma.
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2005
Borso del Grappa (TV), 10-07-05
E' rimasto bloccato con la vela del proprio parapendio tra i rami di un albero. J.O., 79 anni, originario della Polonia, è caduto poco dopo il decollo da Col del Puppolo, a circa 200 metri dalla partenza, attorno alle 12. Sul posto sono arrivati i tecnici del Soccorso alpino della Stazione Pedemontana del Grappa e l'elicottero del Suem di Treviso con il tecnico di elisoccorso. La squadra del Cnsas ha allestito una teleferica per far scendere l'uomo, fortunatamente illeso, poi, vista l'elevata pendenza del versante boschivo, i tecnici lo hanno aiutato a risalire verso il luogo del decollo.
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2005
Falcade (BL), 10-07-05
E' stato quasi sicuramente un infarto a causare la morte di un escursionista, A.D.P., 62 anni, di Taibon Agordino. L'uomo, in compagnia di alcuni famigliari, stava percorrendo il sentiero che dal rifugio Bottari sul passo Valles porta a malga Valles Basso, quando attorno alle 16 è stato colpito da malore. Sul posto si sono precipitati 4 tecnici della Stazione del Soccorso alpino della Val Biois ed è subito atterrato l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore. Il personale medico ha immediatamente effettuato le manovre di rianimazione, ma per l'uomo non c'è stato niente da fare.
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2005

