2025
SCIVOLA SUL SENTIERO
Scritto da Michela CanovaEnego (VI), 16-04-25
Da venerdì 11 a domenica 14 aprile si è svolta un'importante e complessa esercitazione di soccorso speleologico nell'abisso di Malga Fossetta, sull'Altopiano dei Sette Comuni.
Durante le operazioni si è simulato il raggiungimento e il salvataggio di uno speleologo infortunato alla profondità di 300 metri dall'ingresso della cavità.
L'evento ha posto delle sfide tecniche e gestionali molto importanti: la cavità è situata in una zona remota dell'altopiano, difficile da raggiungere per le condizioni innevate del terreno. Si è reso necessario installare un campo base presso malga Fossetta, distante 30 minuti a piedi dalla grotta, che ha ospitato la direzione delle operazioni e le squadre di ricambio. Le difficoltà logistiche sono state affrontate con il supporto della Stazione alpina di Asiago, che grazie alle motoslitte ha curato il trasporto dei tecnici dal parcheggio di Campomulo fino a Malga Fossetta, lungo i 10 chilometri di traccia innevata, oltre all'abbondante materiale tecnico e logistico necessario.
Il recupero dell'infortunato in grotta è stato condizionato dalle difficoltà tecniche di un abisso molto freddo e con abbondante presenza di acqua di scioglimento; per ridurre il rischio di esposizione dei tecnici le squadre hanno operato in una configurazione estremamente ridotta di uomini e materiali, cosa che ha comportato un significativo innalzamento del livello tecnico delle manovre effettuate.
Durante tutte le operazioni è stato garantito il contatto con l'interno della grotta, mediante la stesura di una linea telefonica dedicata al soccorso speleologico, e con il fondovalle e la stazione alpina mediante ponte radio.
Il lavoro dei tecnici in grotta è iniziato il pomeriggio di venerdì e si è concluso nella notte fra sabato e domenica con l'uscita in superficie della barella. Al termine i tecnici hanno potuto riposare al campo base e la mattina si è organizzato il rientro a Campomulo con il supporto delle squadre alpine.
L'esercitazione ha messo alla prova in maniera più severa della norma numerosi aspetti che contraddistinguono un intervento di soccorso speleologico: le difficoltà gestionali e logistiche di organizzare un campo base in ambiente quasi invernale, le attività in una delle grotte più impegnative del Veneto e il rafforzamento della sinergia con le squadre alpine per le attività in superficie.
La VI Delegazione esprime grande apprezzamento per la disponibilità e l'efficienza della Stazione alpina di Asiago, senza cui l'organizzazione dell'evento non sarebbe stata possibile; si ringraziano anche il Centro Fondo Gallio per la preziosa collaborazione ed il supporto logistico ed il Comune di Enego per la concessione di Malga Fossetta.
SOCCORSO IN VALANGA E ALTA MONTAGNA, ADDESTRAMENTI INTERSTAZIONE SULLE NEVI BELLUNESI
Scritto da Michela CanovaBelluno, 14 – 04 – 25
Le particolari condizioni climatiche dell’inverno appena passato, malgrado le esigue precipitazioni e gli apporti limitati, hanno creato situazioni critiche diffuse e un elevato numero di eventi valanghivi. Durante la stagione le Stazioni hanno organizzato singole esercitazioni e partecipato per loro competenza agli interventi di ricerca, recupero delle persone coinvolte e successiva bonifica delle valanghe, nonché a impegnative operazioni di soccorso in ambiente di alta montagna. Proprio per condividere le esperienze e dar modo a tutti i soccorritori un ulteriore approfondimento, si sono svolti tre addestramenti interstazione, con il coinvolgimento delle scuole tecnica alpina, sanitaria e cinofila e la partecipazione del Soccorso alpino di Alpago, Agordo, Belluno, Livinallongo, Longarone, Prealpi Trevigiane, Val Pettorina. In Alpago la parte nivologica è stata esposta dal personale dell’Arpav, che ringraziamo. I trasferimenti in quota delle squadre, con l’approfondimento delle manovre in prossimità dell’elicottero, sbarco, imbarco e trasporto, sono avvenuti sull’elicottero dell’Air service center, convenzionato con la Delegazione Dolomiti Bellunesi.
In Alpago, le prime rotazioni del mattino hanno consentito il trasporto sotto Forcella Caulana del personale sanitario e dell’Arpav, dell’unità cinofila e dei soccorritori che hanno predisposto i tre campi: campo nivologia e stratigrafia, campo sanitario e disseppellimento, campo ricerca Artva, vista-udito e di precisione. L’unità cinofila ha poi effettuato l’individuazione di un figurante sepolto, con trasporto a valle sul toboga.
Ad Agordo le squadre sono state imbarcate nel tardo pomeriggio e sbarcate a 2.300 metri di quota sulla Pala del Belia ed è stato simulato il recupero di un alpinista bloccato sulla cima, da dove sono stati attrezzati gli ancoraggi su neve e roccia per le calate lungo il tradizionale rientro classico estivo, tra la Pala del Belia e la pala del Bo’. Con l’approssimarsi del buio, grazie a sistemi di paranchi e contrappeso, provando nuovi materiali in dotazione alla Stazione, si sono susseguite le manovre fino al Rifugio Carestiato e di seguito al Passo Duran.
A Livinallongo è stato simulato il travolgimento di sei persone, approfittando del manto della valanga che ogni anno si stacca nel canalone del Sass Ciapel, sopra Passo Pordoi. Le squadre sono state elitrasportate alle prime luci e hanno seguito le procedure di ricerca, ritrovando 4 Artva e due manichini sepolti e provvedendo al recupero di un figurante, che impersonava un superstite infortunato.
“La stagione delle uscite sulla neve proseguirà ancora per due mesi in alta montagna – ricorda il delegato Michele Titton – questi addestramenti, oltre a un ripasso delle manovre e al confronto sulle recenti esperienze, mirano alla formazione dei soccorritori appena entrati e sono un momento importante di verifica, necessaria all’indomani dei numerosi interventi in valanga. Rinnovo l’appello per i tanti giovani alpinisti, appassionati di montagna, presenti nel nostro territorio, che si avvicinino alla realtà del Soccorso alpino”.

