2016

Cencenighe Agordino (BL), 13 - 09 - 16
Neppure la giornata di ricerca di oggi è riuscita a far luce sulla scomparsa di Stefano Barosco, l'escursionista trevigiano di 36 anni di cui non si ha più notizia dallo scorso 3 settembre, quando è stato visto l'ultima volta in località Prà de Mur. Stamattina alle 8.15  le squadre sono state elitrasportate nei diversi punti da perlustrare dall'elicottero AB412 della Sezione aerea di Bolzano della Guardia di Finanza, che poi ha provveduto anche al recupero nella fase di rientro. Sono stati ritentati tutti i sentieri perlustrati nei giorni scorsi, allargando l'indagine anche alla porzione più alta dell'itinerario che da Prà de Mur porta a Ru del Fin Alto, dove l'escursionista era intenzionato a dirigersi. La conformazione dell'area, con la fitta vegetazione, rende difficile scandagliare completamente la superficie. Oggi, su indicazioni precise dei cacciatori locali che conoscono alla perfezione il territorio, sono state perlustrate anche tracce secondarie nella zona della Palazza, che avrebbero potuto trarre in inganno Stefano allontanandolo dal percorso corretto, sorvolate dall'elicottero dei Vigili del fuoco con a bordo personale del Soccorso alpino di Agordo. L'unità cinofila molecolare è stata accompagnata alla casera dove un ragazzo ha visto per l'ultima volta Stefano, il 3 settembre: il Bloodhound è stato indeciso di fronte a un bivio (proprio in direzione della Palazza) per poi marcare una zona, controllata attentamente dai soccorritori senza esito. Erano presenti il Soccorso alpino di Agordo, Val Biois e Alleghe con diverse unità cinofile, i Vigili del fuoco permanenti e volontari di Agordo, i militari delle Stazioni del Sagf di Cortina e Passo Rolle. Il Soccorso alpino, che anche nei giorni a venire continuerà in ogni caso a recarsi nei luoghi della scomparsa, resta in attesa di eventuali sviluppi o nuove informazioni per poter far ripartire l'intera macchina della ricerca. Ricordiamo che chiunque possa ricordare di aver visto Stefano o abbia sue notizie è pregato di rivolgersi ai carabinieri.

Belluno/Pordenone, 13-09-16

Con il ritrovamento del corpo senza vita di Janna si chiude con l’epilogo peggiore una storia che ci ha coinvolto fin dal principio, come le tante, troppe, con le quali, soprattutto d’estate, ci confrontiamo. Ricerche che durano giorni, che ci avvicinano sempre più emotivamente a chi è scomparso, alle quali cerchiamo di dare il massimo, mettendo a disposizione la profonda conoscenza del nostro territorio, le tecniche operative richieste in ambienti così severi e rischiosi, la volontà di essere utili al prossimo e di portare aiuto a chi ne ha bisogno. Non siamo soliti esprimere giudizi sull’operato degli enti che, come il Cnsas, si prodigano nelle emergenze con la nostra stessa finalità – salvare vite umane – e con i quali collaboriamo attivamente, ognuno per la propria parte di competenza istituzionale. Oggi però non possiamo esimerci dall’esprimere la nostra profonda amarezza di fronte alla conclusione di questa vicenda. l Servizi regionali del Soccorso alpino e speleologico del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, a differenza di quanto succede ogni giorno - spesso decine di volte al giorno - per una competenza delegata dalla legge dello Stato italiano, oggi non hanno potuto ultimare l’intervento di recupero del corpo di Janna, completato con un elicottero dei Vigili del fuoco e con personale dei Vigili del fuoco provenienti da Bologna. Dopo il rinvenimento degli effetti personali della giovane donna ieri sera, questa mattina alle 8 erano pronti a decollare gli elicotteri sia dal Bellunese che dal Friuli, con personale del Soccorso alpino di Alpago e Valcellina disponibile in piazzola. Personale volontario, lo ricordiamo, con preparazione e formazione certificate dalla Scuola Nazionale del Cnsas, riconosciuta da specifiche leggi dello Stato e delle nostre rispettive Regioni. Personale che ha assoluta familiarità con tecniche operative che non hanno, e non possono avere, paragoni di sorta su quei terreni impervi e ostili, oltre ad avere profonda conoscenza del territorio e dei suoi pericoli. Vogliamo ancora una volta rimarcare il fatto che le competenze primarie degli interventi di soccorso in montagna, ivi incluso il recupero delle salme, è del Cnsas, in quanto lo Stato ci ha attribuito questo ruolo in modo inequivocabile. Il quotidiano e stretto rapporto con i Servizi Sanitari Regionali da anni permette di effettuare innumerevoli interventi nelle condizioni più estreme, frutto di una continua formazione reciproca che porta gli operatori ad essere pronti a risolvere le più variegate tipologie di emergenze in territorio impervio ed ostile e ad essere a disposizione della Protezione Civile nei momenti in cui è necessario il nostro supporto. Possiamo inoltre immaginare i costi di un elicottero che non parte dal Friuli o dal vicino Bellunese, ma addirittura da Bologna. In più, oltre ad allungare i tempi di recupero dato il lungo trasferimento, viene a mancare una risorsa da impiegare su eventuali incidenti di competenza dei Vigili del fuoco, che potrebbero verificarsi nella loro zona di provenienza. Chi interverrebbe? Il Cnsas no di certo, non avendone la titolarità. L’intervento di individuazione e recupero si è concluso poco prima delle 14. Squadre a piedi avrebbero impiegato meno tempo. Speriamo vivamente che questo tipo di iniziativa non sia replicata e ci auguriamo non sia frutto esclusivo della ricerca di visibilità su competenze non proprie.

Il presidente del Cnsas Veneto

Rodolfo Selenati

Il presidente del Cnsas Friuli Venezia Giulia

Vladimiro Todesco

Alpago (BL), 13 - 09 - 16
Ieri, a seguito della richiesta dei famigliari di Janna Schneider - la giovane donna di Münster la cui auto era stata rinvenuta parcheggiata da giorni sul piazzale del Rifugio Dolada, facendo partire le ricerche il 20 agosto scorso - un elicottero privato con a bordo una guida alpina, componente ed ex capostazione del Soccorso alpino dell'Alpago, ha effettuato una nuova perlustrazione lungo l'Alta Via numero 7, concentrando l'attenzione sulla ferrata Costacurta sul Monte Teverone dove alcuni escursionisti avevano detto di aver visto qualcosa di giallo. Il soccorritore si è fatto sbarcare all'uscita del percorso attrezzato e, dopo un tratto, si è calato fino a vedere 40 metri piu sotto la macchia gialla, non apparsa chiaramente durante il sorvolo. Si trattava di un coprizaino. Continuando a scendere con le corde è stato ritrovato il marsupio contenente gli effetti personali della ragazza e il sacchetto della paleria di una tendina. Subito sono stati avvisati i carabinieri e l'autorità competente di Belluno e Pordenone, perchè i rinvenimenti sono in territorio friulano. E questa mattina si sta procedendo con le ulteriori ricerche, sul posto anche il Soccorso alpino della Valcellina.
 
Cencenighe Agordino (BL), 12 - 09 - 16
Stanno rientrando le squadre del Soccorso alpino impegnate da questa mattina nelle ricerche di Stefano Barosco - l'escursionista di 36 anni di Treviso, di cui nulla più si sa dallo scorso 3 settembre e la cui auto è stata rinvenuta parcheggiata sabato sera in località Prà di Mezzo -  purtroppo senza essere riuscite a fare luce ancora sulla sua scomparsa. Oggi i soccorritori si sono concentrati lungo il percorso indicato da una segnalazione: sabato 3 settembre, infatti, un ragazzo che si trovava in una casera di Prà de Mur e stava preparando da mangiare, lo aveva ospitato, lui di passaggio. Avevano chiacchierato e bevuto il caffè e, su richiesta di Stefano, il ragazzo gli aveva insegnato il sentiero che passa per Casera Ru del Fin e porta all'abitato di Bogo, sopra Cencenighe. Stamattina i Vigili del fuoco hanno ispezionato a fondo tutta la parte sopra il punto in cui è stata rinvenuta l'auto, da Prà di Mezzo a Prà de Sora. Due squadre composte ognuna da 14 soccorritori sono invece state elitrasportate a Casera Prà del Mur dall'elicottero dell'Air Service Center, convenzionato con il Soccorso alpino Dolomiti Bellunesi. Una ha perlustrato il sentiero che da Casera Ru del Fin Alto scende a Casera Ru del Fin Basso e Prà di Mezzo. L'altra da Ru del Fin Alto è passata da Col del Pez, Le Buse, per arrivare all'abitato di Bogo. Il sentiero, che un buon camminatore copre in due ore e mezza, è attraversato da numerose valli, caratterizzate da boschi fitti e ripidi. Nel pomeriggio l'elicottero dei Vigili del fuoco con a bordo personale del Soccorso alpino ha sorvolato tutti i versanti di Cima Pape. Domani le ricerche riprenderanno e tornerà un'unità cinofila molecolare del Cnsas, che verrà fatta partire dalla casera dove è stato visto l'ultima volta. Oggi erano presenti il Soccorso alpino di Agordo, Val Biois e Alleghe, con 3 unità cinofile, i Vigili del fuoco, il Sagf di Passo Rolle.
Val di Zoldo (BL), 12 - 09 - 16
Verso le 14.30 il 118 è stato allertato per un escursionista infortunatosi sul Sentiero Tivan, mentre scendeva dalla normale al Civetta. L'uomo, 68 anni, di Portomaggiore (FE), che si trovava con altre due persone, era infatti poco prima scivolato e ruzzolato,  ferendosi. Individuato dall'elicottero del Suem di Pieve di Cadore a circa 2.200 metri di quota, è stato recuperato con un verricello e trasportato all'ospedale di Belluno con un taglio alla testa e un possibile trauma toracico.
Auronzo di Cadore (BL), 12 - 09 - 16
Questa mattina, quasi in vetta alla Croda dei Toni, un alpinista di Sesto (BZ), P.M., 46 anni, è scivolato sull'ultimo tratto di roccia inclinata che porta alla cengia circolare, dalla variante Drash alla normale, ed è precipitato per una cinquantina di metri finendo nel canale Innerkofler e perdendo la vita per i traumi riportati. L'elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha recuperato la compagna di cordata, che aveva dato l'allarme e si trovava ferma in sosta a circa 2.700 metri, per poi trasportare in quota una squadra del Soccorso alpino di Auronzo e del Corpo forestale dello Stato, allertata alle 9.40 e sbarcata vicino al canale, poiché era impossibile per l'equipaggio avvicinarsi. I soccorritori si sono calati e, una volta raggiunta, hanno ricomposto la salma e la hanno imbarellata, per portarla in un punto accessibile all'eliambulanza, che provvederà a prelevarla. La squadra ha calato la barella all'interno del canale per 150 metri fino allo zoccolo iniziale dove l'elicottero ha appena provveduto al recupero.
 
Cencenighe Agordino (BL), 11 - 09 - 16
Nel pomeriggio, mentre proseguivano le ricerche di Stefano Barosco, l'escursionista di 36 anni di Treviso, di cui nulla più si sa dallo scorso 3 settembre e la cui auto è stata rinvenuta parcheggiata ieri sera in località Prà di Mezzo, il Soccorso alpino di Agordo ha verificato una segnalazione risultata poi attendibile. Proprio sabato 3 settembre un ragazzo che si trovava in una casera di Prà de Mur e stava preparando da mangiare, lo aveva ospitato, lui di passaggio. Avevano chiacchierato e bevuto il caffè e il ragazzo gli aveva insegnato il sentiero che passa da Casera Ru del Fin e porta all'abitato di Bogo, sopra Cencenighe. Questa mattina i soccorritori sono stati trasportati in quota dall'elicottero del Suem di Pieve di Cadore - che ha anche sorvolato l'area - per la perlustrazione dei principali sentieri che scendono a valle. Da Prà di mezzo il percorso sale verso Malga Ambroson e da lì si può proseguire per il Bivacco Bedin o verso Cima Pape. Proprio in questa direzione, verso Prà de Mur, si sarebbe quindi portato l'escursionista trevigiano. Oggi l'elicottero dei Vigili del fuoco con a bordo personale del Soccorso alpino di Agordo ha effettuato una nuova ricognizione lungo i sentieri. L'unità cinofila molecolare del Cnsas arrivata dal Friuli ha marcato due punti nei pressi del parcheggio, verificati entrambi senza esito. Domattina a partire dalle 8.15 il Soccorso alpino concentrerà la ricerca a partire da Prà de Mur, sul sentiero dell'odierna segnalazione, già percorso oggi da due squadre nella parte bassa dell'itinerario, da Bogo verso Cencenighe e da Prà de Sora a scendere. Erano presenti 45 persone tra Soccorso alpino di Agordo, Alleghe e Val Biois, con diverse unità cinofile e il Centro mobile di coordinamento, e Vigili del fuoco permanenti e volontari di Agordo.
 
Vittorio Veneto (TV), 11 - 09 - 16
Verso le 14.30 il 118 di Treviso è stato allertato da due escursioniste in difficoltà. Le due amiche, L.Z., 57 anni, e R.M., 48 anni, entrambe di Vittorio Veneto (TV), erano partite dal Lago Morto per raggiungere Caloniche sul Col Visentin, seguendo un sentiero individuato sulla cartina in precedenza. Lungo il percorso, a un certo punto, non erano più riuscite a ritrovare i segnali rossi e, probabilmente imboccata una traccia di animali selvatici, si erano ritrovate bloccate tra salti di roccia in un ripido canale, incapaci di proseguire o tornare sui propri passi. Attraverso l'applicazione in dotazione al Cnsas capace tramite un link inviato allo smartphone di geolocalizzare il chiamante, è stato individuato il punto preciso dove si trovavano. Una squadra del Soccorso alpino delle Prealpi Trevigiane ha quindi raggiunto in fuoristrada il lago, per poi iniziare a a piedi la salita seguendo le coordinate Gps ricevute dalla centrale operativa. Superati circa 500 metri di dislivello, i soccorritori hanno raggiunto le donne. Verificato che stavano bene ed erano in grado di camminare autonomamente, la squadra le ha guidate verso il sentiero, attrezzando i punti più critici con corde fisse per farle passare in sicurezza, e le ha riaccompagnate a valle. L'intervento si è concluso alle 18.30.
 
Voltago Agordino (BL), 11 - 09 - 16
Attorno alle 17 l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore è decollato in direzione dello Spigolo nord dell'Agner, dove un alpinista era stato colpito alla schiena da un sasso caduto dall'alto. Dopo aver imbarcato un tecnico del Soccorso alpino di Agordo per individuare velocemente il punto dell'incidente sulla parete, l'eliambulanza ha recuperato il rocciatore, M.O., 47 anni, di Ravenna, che era stato calato dal compagno sulla sosta al trentesimo tiro circa della via, e anche l'amico, M.M., 40 anni, di Forlì (FC), con un verricello di 30 metri. L'alpinista ha rifiutato il trasporto in ospedale e, sbarcato a valle, si è allontanato autonomamente assieme al compagno di cordata.
 
Cencenighe Agordino (BL), 11 - 09 - 16
Dopo che ieri sera è stata segnalata la presenza della sua auto parcheggiata in località Pra di Mezzo, questa mattina sono state avviate le ricerche di Stefano Barosco, 36 anni, di Treviso, che manca dalla propria abitazione dallo scorso 3 settembre, dopo essere partito per un'escursione senza lasciare detta la meta. L'elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha effettuato una ricognizione e trasportato le squadre del Soccorso alpino in quota, per iniziare la perlustrazione dei principali sentieri che scendono verso valle e verificare l'eventuale presenza della firma dell'uomo, appassionato frequentatore della montagna, sui libri di vetta e nei bivacchi. Da Pra di Mezzo parte il sentiero che conduce al Bivacco Bedin, sulla Seconda Pala di San Lucano, ma la rosa dei percorsi possibili è assai ampia e interessa oltre alle Pale, anche Cima Pape e la Valle di Gares, da dove potrebbe essere sceso, o sopra Taibon Agordino. Sul posto le squadre del Soccorso alpino di Agordo, Val Biois e Alleghe con diverse unità cinofile e il Centro mobile di coordinamento e i vigili del fuoco permanenti e volontari di Agordo. Dal Friuli e appena arrivata un'unità cinofila molecolare del Cnsas che tenterà di seguire le tracce lasciate dall'uomo a partire dalla sua macchina.
 
Cortina d'Ampezzo (BL), 10 - 09 - 16
Poco prima delle 15, è scattato l'allarme per un alpinista volato sul Primo spigolo della Tofana di Rozes. F.V., 45 anni, di Belluno, che si trovava sul tredicesimo tiro della via, è caduto per una decina di metri sbattendo sulla roccia. L'elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha sbarcato in parete il tecnico di elisoccorso con un verricello di 30 metri. Il soccorritore, aiutato dal compagno dell'infortunato e dai rocciatori di un'altra cordata fermi in sosta, ha imbarellato sul posto l'alpinista. La barella è poi stata recuperata con un verricello e trasportata al Rifugio Giussani, dove il personale medico dell'equipaggio ha stabilizzato il ferito, accompagnato poi all'ospedale di Treviso con un grave politrauma.
 
Lusiana (VI), 10 - 09 - 16
Attorno alle 15 il Soccorso alpino di Asiago è stato allertato dal 118 per un escursionista settantenne che, scivolato non distante dal Rifugio Val Formica a Cima Larici, aveva sbattuto la testa. Assistito da altre persone che testimoni dell'incidente, l'infortunato è stato trasportato all'ambulanza, dove gli hanno prestato le prime cure. L'infortunato è quindi stato imbarcato sull'elicottero di Verona emergenza, atterrato nel frattempo, per essere trasportato all'ospedale di Bassano. Sul posto i vigili del fuoco di Asiago.
Val di Zoldo (BL), 10 - 09 -16
Scendendo la normale al Civetta assieme a una comitiva di persone un giovane escursionista è scivolato, cadendo nel vuoto e ha perso la vita. Il giovane, un ventiduenne di origine pakistana, era con altre 8 persone, 7 ragazzi e due insegnanti. Dopo aver pernottato al Rifugio Torrani, stamattina il gruppo stava scendendo, quando il ragazzo, che seguiva da ultimo, ha perso l'equilibrio forse a causa della superficie ghiacciata ed è precipitato per un ottantina di metri. Scattato l'allarme, verso le 9 è decollato l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, che è riuscito a sbarcare tecnico di elisoccorso, medico e infermiere a 2.600 metri di quota, che si sono assicurati alla parete. Purtroppo non  c'è stato altro che constatare il decesso. La nebbia poi si è chiusa sui soccorritori. Non appena si è riaperto un varco medico e infermiere sono stati imbarcati dall'eliambulanza, che poi ha trasportato all'inizio della ferrata e da lì ha raggiunto il tecnico di elisoccorso. Quando la nebbia lo ha permesso la salma è poi stata recuperata a trasportata a Forno di Zoldo. Nel frattempo i compagni sotto shock sono tornati al Torrani, dove l'elicottero è riuscito a caricarne 3 per portarli a valle. Appena le nubi si alzeranno provvederà a recuperare anche gli altri 5.
Arquà Petrarca (PD), 09 - 09 - 16
Durante un test bike, evento collaterale dell'Expo bici di Padova, una squadra del Soccorso alpino di Padova, che sta facendo assistenza lungo i percorsi di prova, è intervenuta verso le 15.30 a seguito dell'infortunio a un ciclista, avvenuto su una sterrata del Monte Calbarina, sui Colli Euganei. G.P., 47 anni, di Vedelago (TV), in un passaggio tecnico con alcuni saltini in discesa era infatti caduto in avanti, procurandosi la sospetta frattura di una spalla. Sul posto una squadra di soccorritori, con l'infermiera di Stazione che ha prestato le prime cure all'uomo, caricato in barella, trasportato per un centinaio di metri a piedi e poi in fuoristrada fino all'ambulanza diretta all'ospedale di Este.
Belluno, 09 - 09 - 16
Tornando da una missione a Cortina, l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore è stato dirottato dal 118 nei boschi tra Valle di Cadore e Cibiana, dove un cercatore di funghi era scivolato su una ripida scarpata. Individuato dall'equipaggio, sono stati sbarcati nelle vicinanze con un verricello di 60 metri, medico, infermiera e tecnico di elisoccorso, che hanno prestato le prime cure all'uomo, F.N.F., 75 anni, di Ceggia (VE), che si trovava con un amico. Imbarellato, l'infortunato che aveva riportato contusioni e tagli, è stato imbarcato con la stessa modalità e trasportato all'ospedale di Belluno. Sulle Tre Cime di Lavaredo, Auronzo di Cadore, il gestore del Rifugio Lavaredo è stato messo in allerta dal compagno di un alpinista che, nella fase del rientro da una via si era fatto male e si trovava in un canale tra la Piccola e la Piccolissima. Verificato il punto in cui si trovava il rocciatore, un ragazzo tedesco di 27 anni, per il suo recupero è intervenuto l'elicottero dell'Aiut Alpin Dolomites di Bolzano, che lo ha accompagnato all'ospedale di Brunico con possibili traumi alla spalla e a una gamba.
Belluno, 09 - 09 - 16
Verso mezzogiorno e mezza, l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore è intervenuto sullo Spiz d'Agner, nel comune di Voltago Agordino, lungo la Via Maria Pia Reolon, poiché un alpinista colpito alla scapola da un sasso caduto dall'alto non era più in grado di proseguire nella progressione. Individuato dall'equipaggio in parete, L.M., 32 anni, di Padova, è stato recuperato con un verricello di 10 metri e trasportato all'ospedale si Belluno con un probabile trauma alla spalla. Successivamente l'eliambulanza è stata inviata dal 118 nei pressi di Ra Valles, Cortina d'Ampezzo, per un giovane escursionista  francese che si era procurato la probabile frattura della gamba. J.R, 25 anni, è stato  quindi imbarcato e accompagnato all'ospedale di Cortina.
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