2006
Sarebbero stati due giovani sciatori americani a causare il distacco della valanga sul monte Faloria, a circa 1.800 metri di altitudine, che ha coinvolto più in basso un altro sciatore che si trovava sulla pista Franchetti. L'allarme, poco prima di mezzogiorno, è stato dato da un testimone che ha avvertito i carabinieri del servizio piste che, a loro volta, hanno allertato il Suem 118. All'inizio sembrava che più persone fossero rimaste coinvolte. Fortunatamente, subito dopo, si è appreso che in realtà si trattava di un unico sciatore. L'uomo è stato toccato da una prima slavina e coperto da una seconda, riuscendo però a galleggiare sulla massa nevosa e ad uscire da solo. L'elicottero di Pieve di Cadore, dopo un primo tentativo di atterraggio ostacolato dalla nebbia, è riuscito ad imbarcare lo sciatore sotto shock nei pressi del rifugio Faloria, dove era stato accompagnato, per portarlo all'ospedale di Pieve per accertamenti. Una prima ricerca per verificare che sotto la neve non vi fosse nessuno è stata effettuata dall'unità cinofila di turno alla centrale di Pieve di Cadore. Il cane ha trovato, in uno dei due canali investiti dalla valanga, uno degli sci persi da uno dei due sciatori americani. Sul posto i tecnici del Soccorso alpino della Stazione di Cortina stanno provvedendo al sondaggio dell'intera superficie interessata, anche con l'utilizzo del Recco, apposito apparecchio di ricerca. La valanga partita con un fronte di oltre 200 metri si è suddivisa in due spezzoni lungo due canali, per una lunghezza complessiva di circa 350 metri e una profondità massima di 2 metri e mezzo. Alla ricerca hanno partecipato una trentina di persone. Oltre ai volontari del Soccorso alpino, con tre unità cinofile, la Guardia di finanza, polizia e carabinieri e Corpo forestale dello Stato.
La valanga caduta dal Faloria, sul canalone Franchetti, poco prima di mezzogiorno ha coinvolto una persona che faceva fuoripista. L'uomo è riuscito a liberarsi da solo, sembra illeso anche se sotto shock. La nebbia impedisce il decollo dell'elicottero del Suem 118 e le squadre del Soccorso alpino di Cortina e San Vito di Cadore lo stanno raggiungendo dalla base, anche per verificare che non vi siano altri sciatori coinvolti.
VALANGA SUL FALORIA
Scritto da Michela CanovaLa pista Franchetti, sul Faloria, è stata investita da una valanga. Probabile la presenza di sciatori travolti. Le squadre del Soccorso alpino con le unità cinofile sono sul posto.
Sella Nevea (UD), 21-02-06
Sono stati ritrovati dalle squadre del Soccorso alpino attorno alle 8.30 i tre speleologi ungheresi dei quali da ieri non si aveva notizia. Due hanno perso la vita mentre il terzo, rimasto, semisepolto, è vivo. I tre facevano parte di una comitiva di 13 persone che sabato è scesa in una delle nuove grotte sulle pendici del monte Bila Pec. Ieri, malgrado le nevicate in corso, con quasi un metro di neve fresca in tre hanno deciso di tornare verso Sella Nevea. Nel pomeriggio hanno chiamato gli amici in Ungheria, dicendo che erano stati sfiorati da una slavina ed è stata l'ultima comunicazione. Dall'Ungheria la telefonata è stata girata a Trieste, dove vive un loro contatto che in serata ha dato l'allarme. per le condizioni proibitive del tempo, l'elicottero del Suem ieri non è potuto decollare. Questa mattina all'alba, appena è stato possibile, la macchina dei soccorsi si è messa in moto. Una prima ricognizione dell'elicottero ha subito permesso di individuare l'uomo che era rimasto parzialmente travolto. Le squadre del Soccorso alpino lo hanno raggiunto e liberato dalla trappola di neve. Dal suo racconto si è capito che, mentre stavano dirigendosi verso le piste per rientrare - erano in fila indiana a mezza costa e lui era l'ultimo - sono stati sfiorati da una prima slavina e trascinati a valle dalla caduta di una valanga secondaria. Dalle sue indicazioni il campo di ricerca dei compagni è stato ristretto a una zona primaria. I tre non avevano Arva e gli uomini del Soccorso alpino hanno subito cominciato le ricerche con le unità cinofile da valanga e con i sondaggi. Un primo corpo è stato rintracciato poco dopo da un tecnico con la sonda. Si trattava di un uomo, sepolto a circa due metri di profondità. A breve, più in basso, è stato individuato anche il terzo travolto, una ragazza. Al momento si stanno aspettando le coordinate per conoscere l'entrata della grotta dove si trovano gli altri speleologi, per verificare che non vi siano problemi. Alla ricerca hanno partecipato fino ad ora 25 tecnici del Soccorso alpino della Stazione di Cave del Predil, competente per territorio, 3 unità cinofile friulane, 2 bellunesi e 2 della Guardia di finanza. Erano presenti due elicotteri della Protezione civile del 118 e la Guardia di finanza di Tolmezzo.
E' stato trovato senza vita il corpo del ragazzo che non dava più notizie di sé da sabato scorso. Il corpo del giovane si trovava in un edificio non molto distante dalla sua abitazione.
RICERCA PERSONA IN CORSO
Scritto da Michela CanovaLe squadre del Soccorso alpino stanno cercando un giovane in località Masarè, a San Gregorio nelle Alpi. Sembra che il ragazzo sia sparito da casa sabato. Oggi è stata rinvenuta la sua automobile e poco dopo le 19 è stato richiesto l'intervento del Cnsas. Sul posto per il momento una decina di tecnici della Stazione di Feltre, ai quali se ne aggiungeranno altri della Stazione di Belluno ed il Centro di coordinamento mobile.
SPELEOSUB: PRIMA SIMULAZIONE ITALIANA DI RECUPERO DA 80 METRI DI PROFONDITA'
Scritto da Michela CanovaValstagna (VI), 20-02-06
Per la prima volta in Italia sabato scorso è stato simulato un intervento di soccorso in una grotta subacquea alla profondità di 80 metri. L'operazione è stata condotta con successo dai tecnici speleosub della VI Delegazione speleologica (Veneto e Trentino Alto Adige) del Cnsas, Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico. Teatro dell'esercitazione la risorgenza dell'Elefante Bianco, sulla destra orografica del fiume Brenta, dove negli anni passati in diversi incidenti hanno perso la vita sette persone impegnate in escursioni subacquee. Un figurante è stato posizionato a 80 metri di profondità e la squadra di 9 tecnici ha provveduto al suo recupero, portandolo verso la superficie così suddivisa: due speleosub nel tratto da 80 a 60 metri, due da 60 a 50, due da 50 a 40, tre da 40 fino all'uscita dall'acqua. "Nella grotta è stata approntata una linea di decompressione, secondo i massimi standard di sicurezza - spiega Giuseppe Minciotti, responsabile speleosub di veneto e Trentino Alto Adige e direttore del Centro tecnico di formazione del Soccorso speleosub - sotto i 50 metri di profondità è stata utilizzata Trimix, una miscela di elio, azoto e ossigeno. Aa altre quote Nitrox, aria arricchita di ossigeno. Per entrambe, poi, adeguate miscele decompressive".
L'esercitazione cominciata alle 8.30 si è conclusa dopo 3 ore e mezza di intervento. In genere i Corpi dello Stato con sommozzatori hanno limiti di discesa in profondità fissati a 50 metri e utilizzano aria nelle bombole. Per profondità maggiori ci si rivolge a specialisti quali quelli del Cnsas. "Fortunatamente emergenze di questo tipo sono limitate, anche perchè facciamo tantissima prevenzione con le Federazioni e i corsi sub, ma a certe quote risultano sempre estremamente complesse - continua Minciotti - nel gennaio del 1984, come Soccorso speleosub di Verona e Trieste (unici due nuclei esistenti all'epoca impegnati in tali emergenze) abbiamo eseguito il primo intervento in questa grotta, quando fu trovato un disperso dopo una settimana di intervento. Il corpo si trovava a -60 metri. Si scendeva con aria e non c'erano i materiali e le tecnologie di oggi. Da allora sono state 7 le persone che hanno perso la vita. E' un luogo ad alto rischio. In buona parte gli incidenti sono dovuti al cattivo utilizzo della sagola guida, un 'filo d'Arianna' che permette di ritrovare la via del ritorno: i sub si sono persi e hanno esaurito la riserva d'aria. Nell'autunno dell'84 è stata costituita la Commissione speleosub del Cnsas". Oggi tra Veneto e Trentino si contano 9 tecnici speleosub, dei quali 7 con brevetto internazionale per l'uso di miscele Trimix.
"Il Soccorso alpino e speleologico Veneto negli ultimi anni ha investito molto nell'addestramento e formazione di questi specialisti, ponendoli sicuramente all'avanguardia in questo settore - aggiunge Antonino Bileddo, a capo della VI Delegazione speleologica -presto porteremo la nostra operatività a 100 metri di profondità con l'impiego anche dei rebreathers, modernissime apparecchiature che consentono di 'riciclare' il gas respirato aumentando in questo modo considerevolmente l'autonomia dei subacquei". "Tendenzialmente, all'aumentare delle capacità tecniche aumentano le profondità alle quali le persone si spingono - conclude Minciotti - se prima gli incidenti si risolvevano attorno ai 40-50 metri, l'addestramento e i mezzi portano a maggiori distanze. Gli interventi si sviluppano spesso in ambienti molto grandi, dove non c'è assoluta visibilità. Si rischia di passare a pochi metri da una persona e non vederla. I Vigili del fuoco sono dotati di robot teleguidati che, in una prima fase, servono per l'individuazione. Al recupero provvedono le squadre del Soccorso. Oggi le profondità da raggiungere aumentano e si è ampliato il range della soglia dove fino ad oggi si sono verificati gli incidenti". All'esercitazione hanno partecipato 4 tecnici di Verona, 3 di Valstagna, 1 di Venezia e 1 di Trento, aiutati da una squadra di tecnici forristi per l'estrazione del figurante dall'acqua e da una squadra speleo di supporto.
Asiago (VI), 19-02-06
Si è persa lungo le piste di sci di fondo che attraversano la parte sud dell'Altopiano di Asiago, facendo temere per la sua incolumità. Una giovane sciatrice di Verona, E.C., 24 anni, si è smarrita ieri pomeriggio, mentre si trovava in località Cesuna, in frazione Roana. Alle 17.30 per il mancato rientro della ragazza è scattato l'allarme al Suem 118, che ha subito allertato la Stazione del Soccorso alpino di Asiago. Una prima squadra è partita a bordo di una motoslitta, seguita subito dopo da una seconda squadra. Un breve contatto telefonico ha permesso ai tecnici di seguire alcune indicazioni fornite dalla giovane, che però si sono dimostrate errate. Per aiutare le due squadre di 9 tecnici è stato poi chiesto l'intervento di altre due motoslitte, una della Protezione civile e l'altra di un volontario. Fortunatamente la ragazza è stata trovata incolume attorno alle 21.15 da una delle squadre. Era in un bosco nella zona della Valle dell'Orso, Barenthal, a circa 10 chilometri di distanza dal punto dell'ultima segnalazione.
Dopo Agordino e Sappada-Comelico sarà la volta di Cadore e Cortina di mettere in pratica le operazioni di salvataggio di persone travolte da valanga. Domenica, infatti, in prossimità di Malga Ciauta si svolgerà la terza esercitazione prevista in provincia, cui prenderanno parte circa 40 tecnici del Soccorso alpino delle Stazioni di San Vito di Cadore, competente per territorio, Pieve di Cadore, Selva di Cadore e Cortina. Come nelle due precedenti simulazioni, saranno proposte due differenti situazioni di intervento. In due campi di addestramento saranno ricreate le valanghe, dove verranno nascosti, in buche scavate nella neve, figuranti, manichini e l'attrezzatura persa dagli scialpinisti coinvolti durante l'ipotetico distacco. Rimarrà estraneo all'evento uno degli sciatori che lancerà l'allarme al 118, numero unico di emergenza. Dalla centrale del Suem sarà allertata la Stazione di competenza e successivamente quelle limitrofe. I primi tecnici ad arrivare sul posto assieme all'unità cinofila di turno avranno il compito di ricavare più informazioni possibili dal "superstite" e provvedere alla ricerca immediata con l'Arva e con il cane. Nella simulazione, che rispecchia un vero intervento e le reali manovre eseguite in emergenza, si susseguiranno le varie fasi del soccorso in valanga, sicuramente il più complesso. Le squadre, arrivate in tempi diversi, saranno impegnate nei sondaggi, in ulteriori ricerche con Arva e con i cani da valanga, nell'estrazione dei feriti, con i medici rianimatori e gli infermieri del Soccorso alpino, nella bonifica finale dell'intera superficie investita. Ogni valanga avrà un direttore delle operazioni, figura indispensabile nel coordinamento delle manovre, che prenderà nota di ogni azione svolta. Saranno, inoltre, presenti 8 unità cinofile da valanga. Questa sera alle 20, nella sede Cai di Cortina, si svolgerà una lezione propedeutica per i tecnici impegnati nell'esercitazione, tenuta dal personale del Centro valanghe di Arabba, dai coordinatori delle unità cinofile e dal personale sanitario del Cnsas. Domenica 26 febbraio, infine, si svolgerà l'ultima simulazione di intervento in valanga. In Nevegal, in località Casere, si ritroveranno 60 tecnici del Soccorso alpino delle Stazioni di Belluno, Longarone, Alpago, Feltre, Prealpi Trevigiane e Pedemontana del Grappa. Nella foto, un'immagine dell'esercitazione a Cima Sappada.
Belluno, 17-02-06
La prossima settimana, domenica 26 febbraio, si svolgerà l'ultima delle 4 esercitazioni con simulazione di recuperi in valanga, che nell'ultimo mese hanno coinvolto i tecnici del Soccorso alpino bellunese. A partire dall'allarme del Suem 118, previsto per le 8, verranno eseguite tutte le manovre che realmente i soccorritori sono chiamati ad attuare in questo tipo di emergenza. L'allerta sarà diffuso innanzi tutto alla Stazione di competenza, Belluno, e a tecnici e unità cinofila di turno, per essere poi allargato alle Stazioni limitrofe. Si supporrà il distacco di una o più masse nevose che hanno travolto diversi scialpinisti, con uno di loro rimasto illeso a fare la parte del testimone. Da quel momento verranno messe in atto tutte le operazioni del caso, dalla ricerca con i cani e con l'Arva, ai sondaggi, al recupero delle persone alla presenza del personale sanitario, fino alla bonifica conclusiva della valanga. All'esercitazione parteciperanno oltre 60 tecnici delle Stazioni di Belluno, Alpago, Longarone, Feltre, Prealpi Trevigiane e Pedemontana del Grappa, con 8 unità cinofile da valanga e con il personale medico del Soccorso alpino. E' previsto anche l'intervento dell'elicottero. In seguito a slavine, sempre da segnalare al numero unico di emergenza 118, è il Soccorso alpino l'unico ente preposto per legge a coordinare le operazioni di intervento e tutti gli altri enti - carabinieri, polizia, Guardia di finanza, Vigili del fuoco, Corpo forestale dello Stato - eventualmente presenti. Questa domenica, dopo Agordino e Comelico-Sappada (dove era presente anche la Stazione friulana di Forni Avoltri) sarà la volta di Cadore e Cortina, con una simulazione a San Vito di Cadore.
CADE FACENDO FUORIPISTA
Scritto da Michela CanovaUna scialpinista di Dobbiaco (BZ), C.R., 35 anni, è caduta, procurandosi un probabile trauma al braccio destro, mentre con alcuni compagni stava ridiscendendo la val D'Arcia, versante nord del monte Pelmo, a circa 1.900 metri di altitudine. L'allarme al Suem 118 è arrivato poco prima di mezzogiorno. Sul posto è stato inviato l'elicottero di Pieve di Cadore, con a bordo il personale medico ed il tecnico del Soccorso alpino. Raggiunto il luogo dell'incidente, il tecnico di elisoccorso è stato fatto scendere utilizzando un verricello di 4 metri. Con la stessa modalità, poi, il tecnico e la donna sono stati imbarcati sull'elicottero, che si è diretto all'ospedale di Cortina.
Sappada (BL), 14-02-06
Come in un intervento reale domenica scorsa a Cima Sappada si sono provate le manovre di recupero di persone travolte da valanga. Il Soccorso alpino di Belluno, con le Stazioni di Sappada, Val Comelico, Auronzo e Centro Cadore e la Stazione friulana confinante di Forni Avoltri hanno applicato in tre diverse simulazioni tutte le operazioni che effettivamente si susseguono in tale emergenza. Una cinquantina di tecnici, con 6 unità cinofile da valanga e il personale sanitario, a partire dalle 8, si sono alternati nelle varie fasi. L'ipotesi messa in atto è stata quella di una slavina che ha coinvolto 5 scialpinisti, con un superstite testimone dell'evento che ha fatto scattare l'allarme. Dalla centrale del 118 è stato allertato il capostazione pertinente per territorio - Sappada - e successivamente con il nuovo, veloce sistema di allerta con sms i tecnici della Stazione locale e di quelle contermini.
La prima ricerca veloce, fin tanto che non arrivano le squadre chiamate a intervenire, viene portata a termine dall'unità cinofila di turno e da un tecnico con l'Arva. mano a mano che sopraggiungono i soccorritori, ogni dettaglio deve essere seguito alla perfezione. Un direttore di valanga coordina le varie fasi. Viene posizionata una vedetta per verificare l'eventuale distacco di altre masse nevose che possano mettere in pericolo la zona ed è istituito un 'cancelletto', dove un tecnico prende nota di tutti i presenti. Il testimone viene allontanato dal luogo, visitato e interrogato per avere più notizie possibili riguardo ai compagni, mentre le squadre cominciano i sondaggi e le unità cinofile proseguono nella ricerca.
Ogni ritrovamento - sia di materiali che di persone - viene segnalato e registrato. Spesso, infatti, l'intervento dura più giorni e devono essere ben chiare le manovre eseguite, per evitare pedite di tempo e l'inutile ripetersi di segnalazioni. Ogni marcatura dei cani e ogni possibile oggetto individuato dalle sonde viene verificato. Nel punto indicato si concentrano gli spalatori e il medico (per ogni travolto deve essere presente un rianimatore). Importanti anche le tecniche di estrazione dalla neve, spiegate domenica da un'infermiera della Stazione di Auronzo. La ricerca in valanga è di sicuro l'intervento più complesso, per la necessità di tempi molto ristretti di soccorso e l'impiego di un numero elevato di volontari, come è stato anche sottolineato dai tecnici della Stazione di Forni Avoltri, che il 13 dicembre scorso sono stati impegnati più giorni sul monte Crostis a Ravascleto. In quell'occasione decine di volontari - erano presenti anche 3 unità cinofile bellunesi - hanno scandagliato la slavina che aveva travolto una coppia di escursionisti. Per dar modo di ripeterle e prendere sempre più confidenza con le manovre, la simulazione è stata ripetuta tre volte. Fondamentale la collaborazione interstazione. Per ognuna si sono alternati tre direttori di valanga delle Stazioni di Sappada, Auronzo e Centro Cadore. Nelle prossime settimane verranno organizzate altre due importanti simulazioni. A Cortina con le Stazioni del Cadore e in Alpago, dove si riuniranno 6 Stazioni.
DUE INCIDENTI SULLE PISTE DI ZOLDO
Scritto da Michela CanovaI volontari del Soccorso alpino, impegnati nel soccorso piste nella stagione invernale, sono intervenuti due volte oggi sulla pista La grava. Attorno alle 16 la prima richiesta di aiuto da parte di una donna di Venezia, F.M., 56 anni, caduta mentre scendeva con il compagno dalla pista. La donna è stata raggiunta da due tecnici della Stazione dell'Alpago e dal medico dell'infermeria che si trova alla base delle piste. Caricata sulla barella per una fastidiosa botta presa sul terreno, è stata portata a valle sul toboga. Durante il trasporto una seconda emergenza ha richiamato medico ed uno dei tecnici sotto la seggiovia, dove uno sciatore che faceva fuori pista è caduto sbattendo la testa ed il torace a terra. L'uomo, un trentenne originario di Genova, è stato caricato sulla motoslitta e trasportato fino alla strada e all'ambulanza, che attendeva per condurlo all'ospedale.
SCIVOLA SU UNA LASTRA DI GHIACCIO
Scritto da Michela CanovaMentre camminava sulla strada completamente ghiacciata in località Guizza è scivolato, facendosi male ad una gamba. Un uomo di Seren del Grappa, S.M., 56 anni, appena si è accorto di non poter più camminare ha subito chiamato il 118 con il proprio cellulare, verso le 9 di questa mattina. Data l'impossibilità per l'ambulanza di raggiungere il luogo, innevato e ricoperto di gelo, sul posto si sono diretti con la jeep della Stazione due tecnici del Soccorso alpino di Feltre. Raggiunto il ferito, lo hanno aiutato a salire sul mezzo per accompagnarlo al pronto soccorso dell'ospedale di Feltre con possibili traumi all'arto inferiore.
Durante la discesa dal monte Crep Nudo, poco sopra i 2.000 metri di altitudine, uno scialpinista è caduto ferendosi ad una gamba. L'allarme al Suem 118 attorno alle 13. L'elicottero di Pieve di Cadore si è diretto sul luogo dell'incidente dove si trovava lo sciatore con un amico ed ha sbarcato in hovering medico e tecnico del Soccorso alpino. Visitato ed imbarellato, l'uomo, P.P., 47 anni di Cividale del Friuli (UD), è stato recuperato dal tecnico di elisoccorso utilizzando un verricello di 7 metri, per essere trasportato all'ospedale di Belluno, con sospetto trauma all'arto inferiore destro.
Oltre 50 tecnici del Soccorso alpino saranno impegnati domani in una simulazione di intervento in valanga a Cima Sappada. La giornata rientra nelle importanti esercitazioni interstazione che, dopo quella in Agordino a passo Valles, coinvolgono i volontari bellunesi. A partire dalle 8, saranno messe in pratica tutte le operazioni che effettivamente interessano un reale intervento conseguente alla caduta di valanghe. Nella sede della Stazione di Sappada sarà girato l'allarme che un superstite ha lanciato al Suem 118. Sul luogo dell'ipotetico incidente, in cui sono rimasti coinvolti alcuni scialpinisti, convergeranno le diverse squadre, con le unità cinofile, che predisporranno le manovre necessarie al recupero dei dispersi. Saranno simulate più slavine, per dar modo a tutti i soccorritori presenti di mettere in pratica a rotazione tutte le fasi di intervento. Dal Suem saranno allertate le Stazioni contermini, Val Comelico, Auronzo di Cadore, Centro Cadore e anche la Stazione friulana di Forni Avoltri, spesso coinvolta soprattutto nei casi di ricerca persona nelle zone a cavallo fra le due regioni. Ogni intervento simulato sarà affidato a un direttore di valanga, in genere il capo Stazione, che dovrà seguire tutti i passaggi del caso: dall'interrogazione del superstite per avere tutte le informazioni possibili, al coordinamento delle unità cinofile e dei tecnici - che utilizzeranno apparecchi elettronici come Arva e Recco e procederanno con i sondaggi, alla delimitazione dell'area con predisposizione di una sentinella - per segnalare eventuali altri distacchi - e di un "cancelletto" per censire i volontari presenti, alla chiamata, se necessaria, di altro personale sanitario, fino alla bonifica finale. Giovedì sera i tecnici delle Stazioni hanno partecipato ad un incontro propedeutico con relatori del Centro valanghe di Arabba, con i medici del Soccorso alpino e con i coordinatori delle unità cinofile da valanga. Alla simulazione parteciperanno 50 tecnici, compresi i medici del Soccorso alpino, e 6 unità cinofile. In allegato, un'immagine dell'esercitazione a passo Valles

