2012
Calalzo di Cadore (BL), 05-07-12
Un escursionista di Paese (TV), G.G., 60 anni, mentre con un amico si trovava non distante dal rifugio Chiggiato, nel gruppo delle Marmarole, si è sentito male e si è accasciato al suolo. Il compagno è corso a chiedere aiuto al rifugio, dove è stato lanciato l'allarme al 118. Il gestore, accompagnato dall'amico, ha quindi raggiunto l'uomo, privo di coscienza, e gli ha praticato il massaggio cardiaco fino a che è sopraggiunta l'eliambulanza di Pieve di Cadore. Il personale medico ha subito messo in atto le manovre di rianimazione, per poi imbarcarlo e trasportarlo all'ospedale di Belluno in gravi condizioni.
Un escursionista di Paese (TV), G.G., 60 anni, mentre con un amico si trovava non distante dal rifugio Chiggiato, nel gruppo delle Marmarole, si è sentito male e si è accasciato al suolo. Il compagno è corso a chiedere aiuto al rifugio, dove è stato lanciato l'allarme al 118. Il gestore, accompagnato dall'amico, ha quindi raggiunto l'uomo, privo di coscienza, e gli ha praticato il massaggio cardiaco fino a che è sopraggiunta l'eliambulanza di Pieve di Cadore. Il personale medico ha subito messo in atto le manovre di rianimazione, per poi imbarcarlo e trasportarlo all'ospedale di Belluno in gravi condizioni.
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2012
Revine Lago (TV), 05-07-12
È stata raggiunta a Venezia dalla madre, accompagnata dal comandante dei carabinieri di Vittorio Veneto, la bimba undicenne scomparsa ieri da Lago, Malak Angela. Poco fa dal sindaco di Revine Lago è arrivata la conferma sull'identità della bambina, riconosciuta in piazza San Marco e affidata ai vigili urbani in attesa dell'arrivo della mamma. Rientra così l'allarme che da ieri sera aveva mosso decine di persone alla ricerca della piccola scomparsa, comprese le squadre del Soccorso alpino delle Prealpi Trevigiane, assieme al Centro di coordinamento del Soccorso alpino e alle unità cinofile, che nella notte avevano setacciato le sponde dei laghi, i sentieri e i luoghi abitualmente frequentati dalla bambina. Su come sia arrivata in città e dove abbia passato la notte la bimba, che sta bene, faranno luce i carabinieri.
È stata raggiunta a Venezia dalla madre, accompagnata dal comandante dei carabinieri di Vittorio Veneto, la bimba undicenne scomparsa ieri da Lago, Malak Angela. Poco fa dal sindaco di Revine Lago è arrivata la conferma sull'identità della bambina, riconosciuta in piazza San Marco e affidata ai vigili urbani in attesa dell'arrivo della mamma. Rientra così l'allarme che da ieri sera aveva mosso decine di persone alla ricerca della piccola scomparsa, comprese le squadre del Soccorso alpino delle Prealpi Trevigiane, assieme al Centro di coordinamento del Soccorso alpino e alle unità cinofile, che nella notte avevano setacciato le sponde dei laghi, i sentieri e i luoghi abitualmente frequentati dalla bambina. Su come sia arrivata in città e dove abbia passato la notte la bimba, che sta bene, faranno luce i carabinieri.
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2012
Revine Lago (TV), 05-07-12
Le squadre del Soccorso alpino delle Prealpi Trevigiane stanno cercando una bimba di 11 anni, vista l'ultima volta da uno zio ieri mattina vicino al lago, in località Lago. La sua assenza è stata segnalata ai carabinieri ieri in serata, dopo che la madre, rientrata da lavoro, non trovandola, l'aveva invano cercata. Fino alle 4, i soccorritori hanno cercato la bambina lungo le sponde dei laghi, nei pressi della scuola e nei luoghi dove era solita giocare, per riprendere stamane alle 7. Ieri sera è arrivata anche un'unità cinofila da traccia del Soccorso alpino Dolomiti Bellunesi. Da diversi punti di partenza il segugio ha sempre portato il suo conduttore nello stesso posto, su una strada. Attualmente i vigili del fuoco perlustrano lo specchio d'acqua con i gommoni, mentre i soccorritori continuano a cercare attorno all'abitato con altre unità cinofile. Sul posto, il Centro mobile di coordinamento del Soccorso alpino. Presenti anche i volontari di protezione civile. Al momento della scomparsa la bimba, originaria del Marocco, indossava quasi sicuramente un vestitino nero a fiori rosa e aveva con sé un piccolo trolley di Hello Kitty. Ha capelli lunghi, neri, e carnagione scura. Il suo nome è Malak, ma la chiamano anche Angela. Chiunque avesse sue notizie è pregato di contattare i carabinieri.
Le squadre del Soccorso alpino delle Prealpi Trevigiane stanno cercando una bimba di 11 anni, vista l'ultima volta da uno zio ieri mattina vicino al lago, in località Lago. La sua assenza è stata segnalata ai carabinieri ieri in serata, dopo che la madre, rientrata da lavoro, non trovandola, l'aveva invano cercata. Fino alle 4, i soccorritori hanno cercato la bambina lungo le sponde dei laghi, nei pressi della scuola e nei luoghi dove era solita giocare, per riprendere stamane alle 7. Ieri sera è arrivata anche un'unità cinofila da traccia del Soccorso alpino Dolomiti Bellunesi. Da diversi punti di partenza il segugio ha sempre portato il suo conduttore nello stesso posto, su una strada. Attualmente i vigili del fuoco perlustrano lo specchio d'acqua con i gommoni, mentre i soccorritori continuano a cercare attorno all'abitato con altre unità cinofile. Sul posto, il Centro mobile di coordinamento del Soccorso alpino. Presenti anche i volontari di protezione civile. Al momento della scomparsa la bimba, originaria del Marocco, indossava quasi sicuramente un vestitino nero a fiori rosa e aveva con sé un piccolo trolley di Hello Kitty. Ha capelli lunghi, neri, e carnagione scura. Il suo nome è Malak, ma la chiamano anche Angela. Chiunque avesse sue notizie è pregato di contattare i carabinieri.
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2012
SCIVOLA SUL SENTIERO
Scritto da Michela Canova
Domegge di Cadore (BL), 04-07-12
Scendendo con una comitiva da forcella Montanaia verso i Cadin d'Arade, sopra in rifugio Padova, un'escursionista torinese, G.P., 63 anni, di Chieri, ha messo male il piede, con conseguente trauma alla caviglia. L'infortunata è stata individuata a circa 1.800 metri di altitudine e recuperata con un verricello di 10 metri dall'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, per essere trasportata all'ospedale di Belluno.
Scendendo con una comitiva da forcella Montanaia verso i Cadin d'Arade, sopra in rifugio Padova, un'escursionista torinese, G.P., 63 anni, di Chieri, ha messo male il piede, con conseguente trauma alla caviglia. L'infortunata è stata individuata a circa 1.800 metri di altitudine e recuperata con un verricello di 10 metri dall'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, per essere trasportata all'ospedale di Belluno.
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2012
Trichiana (BL), 04-07-12
E' in gravi condizioni l'uomo lanciatosi questa mattina dal ponte che attraversa il torrente Ardo, tra Trichiana e Mel. Visto sul greto da una signora di passaggio che ha dato l'allarme, V.S., 39 anni, di Belluno, è stato raggiunto per primo da un soccorritore della Stazione di Feltre, che era nelle vicinanze, cui si sono subito uniti una squadra del Soccorso alpino di Belluno, l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore e un'ambulanza. L'uomo è stato medicato, imbarellato e recuperato con un verricello di 15 metri, per essere trasportato all'ospedale di Belluno, con possibili politraumi.
E' in gravi condizioni l'uomo lanciatosi questa mattina dal ponte che attraversa il torrente Ardo, tra Trichiana e Mel. Visto sul greto da una signora di passaggio che ha dato l'allarme, V.S., 39 anni, di Belluno, è stato raggiunto per primo da un soccorritore della Stazione di Feltre, che era nelle vicinanze, cui si sono subito uniti una squadra del Soccorso alpino di Belluno, l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore e un'ambulanza. L'uomo è stato medicato, imbarellato e recuperato con un verricello di 15 metri, per essere trasportato all'ospedale di Belluno, con possibili politraumi.
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2012
Cortina d'Ampezzo (BL), 03-07-12
Usciti dal sentiero 17, nei pressi del Rifugio della pace, sopra Val Travenanzes, due escursionisti hanno iniziato a risalire un tratto roccioso, ma sono rimasti incrodati, senza riuscire ad avanzare o a tornare sui propri passi. Contattato il 118, sul posto è stato inviato l'elicottero del Suem di Cadore, che ha prima imbarcato un tecnico del Soccorso alpino di Cortina, per condurre velocemente l'equipaggio nel luogo indicato dalla coppia. Una volta individuati, la ragazza P.C., 32 anni, di Marcon (VE), e il ragazzo, S.N., 33 anni, di Venezia, che erano illesi, sono stati recuperati utilizzando un verricello di 20 metri, per essere poi trasportati a valle.
Usciti dal sentiero 17, nei pressi del Rifugio della pace, sopra Val Travenanzes, due escursionisti hanno iniziato a risalire un tratto roccioso, ma sono rimasti incrodati, senza riuscire ad avanzare o a tornare sui propri passi. Contattato il 118, sul posto è stato inviato l'elicottero del Suem di Cadore, che ha prima imbarcato un tecnico del Soccorso alpino di Cortina, per condurre velocemente l'equipaggio nel luogo indicato dalla coppia. Una volta individuati, la ragazza P.C., 32 anni, di Marcon (VE), e il ragazzo, S.N., 33 anni, di Venezia, che erano illesi, sono stati recuperati utilizzando un verricello di 20 metri, per essere poi trasportati a valle.
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2012
Castello Tesino (TN), 02-07-12
La grotta di Castello Tesino, dopo la parte iniziale escursionistica, alterna tratti sommersi, i sifoni, a tratti aerei. In questo scenario si è svolta lo scorso fine settimana l'esercitazione cui ha preso parte il nucleo speleo subacqueo dalla 6a Delegazione speleologica Veneto-Trentino Alto Adige, assieme a speleosub della 3a Delegazione Toscana e della 9a delegazione Lombardia. L'addestramento è stato suddiviso in due giornate, ipotizzando due diverse emergenze. Sabato i soccorritori sono intervenuti in aiuto di uno speleosub infortunatosi tra il 1° sifone, una galleria allagata di 15 metri, e il 2° sifone, più corto, collegati da un tratto aereo accidentato. Raggiunto e caricato in barella, lo speleosub è stato trasportato fino all'uscita, grazie anche all'allestimento di una teleferica. Nella seconda giornata, domenica, le operazioni sono state 'complicate' dalla presenza di un terzo sifone, lungo 150 metri, e dall'incidente avvenuto in un pozzo, con la necessità di calare il ferito al suolo, medicarlo e imbarellarlo, per poi ripercorrere a ritroso la galleria, parti sommerse e non, fino all'uscita. L'obiettivo dell'addestramento era quello di verificare l'operatività in un eventuale incidente, dove uno speleosub si dovesse trovare in difficoltà in una parte aerea oltre sifone, coniugando quindi le problematiche speleo 'tradizionali' e quelle speleosubacquee. Allo stesso tempo si sono potute testare le comunicazioni, sia telefoniche, sia radio, che la movimentazione dei materiali e del personale in grotta. Sono inoltre intervenuti 4 tecnici della Stazione speleologica di Trento, 2 della Stazione di Verona e 2 della Stazione di Vicenza, per il supporto dei trasporti dei materiali, e hanno collaborato anche i componenti della Stazione alpina del Tesino
La grotta di Castello Tesino, dopo la parte iniziale escursionistica, alterna tratti sommersi, i sifoni, a tratti aerei. In questo scenario si è svolta lo scorso fine settimana l'esercitazione cui ha preso parte il nucleo speleo subacqueo dalla 6a Delegazione speleologica Veneto-Trentino Alto Adige, assieme a speleosub della 3a Delegazione Toscana e della 9a delegazione Lombardia. L'addestramento è stato suddiviso in due giornate, ipotizzando due diverse emergenze. Sabato i soccorritori sono intervenuti in aiuto di uno speleosub infortunatosi tra il 1° sifone, una galleria allagata di 15 metri, e il 2° sifone, più corto, collegati da un tratto aereo accidentato. Raggiunto e caricato in barella, lo speleosub è stato trasportato fino all'uscita, grazie anche all'allestimento di una teleferica. Nella seconda giornata, domenica, le operazioni sono state 'complicate' dalla presenza di un terzo sifone, lungo 150 metri, e dall'incidente avvenuto in un pozzo, con la necessità di calare il ferito al suolo, medicarlo e imbarellarlo, per poi ripercorrere a ritroso la galleria, parti sommerse e non, fino all'uscita. L'obiettivo dell'addestramento era quello di verificare l'operatività in un eventuale incidente, dove uno speleosub si dovesse trovare in difficoltà in una parte aerea oltre sifone, coniugando quindi le problematiche speleo 'tradizionali' e quelle speleosubacquee. Allo stesso tempo si sono potute testare le comunicazioni, sia telefoniche, sia radio, che la movimentazione dei materiali e del personale in grotta. Sono inoltre intervenuti 4 tecnici della Stazione speleologica di Trento, 2 della Stazione di Verona e 2 della Stazione di Vicenza, per il supporto dei trasporti dei materiali, e hanno collaborato anche i componenti della Stazione alpina del Tesino
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2012
RECUPERATI ALPINISTI SUL CIVETTA
Scritto da Michela Canova
Alleghe (BL), 02-07-12
Decollato questa mattina alle 5.20, l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha recuperato due alpinisti, rimasti incrodati ieri sul Civetta. I due rocciatori, non riuscendo a completare la via Capitan Skyhook che stavano scalando, avevano deciso di calarsi sulla via stessa per rientrare. Arrivati allo zoccolo di Punta Civetta, tratto comune con le vie classiche Andrich e Aste, hanno sbagliato canale di discesa e sono rimasti bloccati 200 metri sopra il ghiaione. Verso sera, complici problemi con il materiale e il fatto che uno di loro si fosse fatto male a un piede, hanno avvertito il 118, dicendo che si trovavano in difficoltà e che potevano bivaccare in parete. Questa mattina l'eliambulanza ha imbarcato il gestore del rifugio Tissi, volontario del Soccorso alpino di Alleghe, che li aveva individuati e seguiti con il binocolo, e si è diretto verso la montagna. Avvicinati, gli alpinisti sono stati recuperati con un verricello di 20 metri e F.D.R., 27 anni, di Udine, è stato trasportato all'ospedale di Agordo, con un sospetto trauma alla caviglia. Pronta a intervenire in supporto alle operazioni una squadra di soccorritori di Alleghe.
Decollato questa mattina alle 5.20, l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha recuperato due alpinisti, rimasti incrodati ieri sul Civetta. I due rocciatori, non riuscendo a completare la via Capitan Skyhook che stavano scalando, avevano deciso di calarsi sulla via stessa per rientrare. Arrivati allo zoccolo di Punta Civetta, tratto comune con le vie classiche Andrich e Aste, hanno sbagliato canale di discesa e sono rimasti bloccati 200 metri sopra il ghiaione. Verso sera, complici problemi con il materiale e il fatto che uno di loro si fosse fatto male a un piede, hanno avvertito il 118, dicendo che si trovavano in difficoltà e che potevano bivaccare in parete. Questa mattina l'eliambulanza ha imbarcato il gestore del rifugio Tissi, volontario del Soccorso alpino di Alleghe, che li aveva individuati e seguiti con il binocolo, e si è diretto verso la montagna. Avvicinati, gli alpinisti sono stati recuperati con un verricello di 20 metri e F.D.R., 27 anni, di Udine, è stato trasportato all'ospedale di Agordo, con un sospetto trauma alla caviglia. Pronta a intervenire in supporto alle operazioni una squadra di soccorritori di Alleghe.
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2012
NUMEROSI INTERVENTI IN MONTAGNA
Scritto da Michela Canova
Belluno, 01-07-12
Un'escursionista di Calalzo di Cadore (BL), T.F., 56 anni, è rimasta ferita a una gamba, colpita da una scarica di sassi mentre con altre persone si trovava a forcella Piria, sull'Antelao. Alcuni soccorritori di Pieve di Cadore, che si trovavano nelle vicinanze, le hanno prestato le prime cure e hanno lanciato l'allarme al 118. Sul posto è stato quindi inviato l'elicottero del Suem. La donna è stata imbarcata in hovering e trasportata all'ospedale di Pieve di Cadore. Durante una passeggiata sul Van delle Sasse, lungo il sentiero 558 sotto la Torre Trieste , comune di Taibon Agordino, M.N., 49 anni, di Trento, è stato punto alla testa da un insetto e ha cominciato a stare male. La moglie, preoccupata, ha chiamato il 118. L'eliambulanza di Pieve di Cadore ha individuato il luogo dove si trovava la coppia, a circa 1.800 metri di altitudine, e, dopo aver imbarcato l'escursionista, lo ha accompagnato all'ospedale di Belluno per gli accertamenti del caso. Subito dopo l'elicottero è stato dirottato sul Piz de Mez, nel comune di Cesiomaggiore, per l'infortunio di un'alpinista. M.R., 45 anni di Vicenza, completata una via fino alla vetta, stava scendendo in corda doppia con due amici, quando l'attrito improvviso con la fune le ha bruciato la mano e la donna è caduta su una cengia sottostante, facendosi male a una gamba. Raggiunta, è stata imbarellata e recuperata dal tecnico del Soccorso alpino di turno con l'equipaggio utilizzando un verricello di 15 metri, per essere poi trasportata all'ospedale di Feltre con un probabile trauma al ginocchio. Pronto a intervenire al bivacco Feltre un soccorritore della Stazione feltrina.
Un'escursionista di Calalzo di Cadore (BL), T.F., 56 anni, è rimasta ferita a una gamba, colpita da una scarica di sassi mentre con altre persone si trovava a forcella Piria, sull'Antelao. Alcuni soccorritori di Pieve di Cadore, che si trovavano nelle vicinanze, le hanno prestato le prime cure e hanno lanciato l'allarme al 118. Sul posto è stato quindi inviato l'elicottero del Suem. La donna è stata imbarcata in hovering e trasportata all'ospedale di Pieve di Cadore. Durante una passeggiata sul Van delle Sasse, lungo il sentiero 558 sotto la Torre Trieste , comune di Taibon Agordino, M.N., 49 anni, di Trento, è stato punto alla testa da un insetto e ha cominciato a stare male. La moglie, preoccupata, ha chiamato il 118. L'eliambulanza di Pieve di Cadore ha individuato il luogo dove si trovava la coppia, a circa 1.800 metri di altitudine, e, dopo aver imbarcato l'escursionista, lo ha accompagnato all'ospedale di Belluno per gli accertamenti del caso. Subito dopo l'elicottero è stato dirottato sul Piz de Mez, nel comune di Cesiomaggiore, per l'infortunio di un'alpinista. M.R., 45 anni di Vicenza, completata una via fino alla vetta, stava scendendo in corda doppia con due amici, quando l'attrito improvviso con la fune le ha bruciato la mano e la donna è caduta su una cengia sottostante, facendosi male a una gamba. Raggiunta, è stata imbarellata e recuperata dal tecnico del Soccorso alpino di turno con l'equipaggio utilizzando un verricello di 15 metri, per essere poi trasportata all'ospedale di Feltre con un probabile trauma al ginocchio. Pronto a intervenire al bivacco Feltre un soccorritore della Stazione feltrina.
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2012
CADE CON LA BICICLETTA
Scritto da Michela Canova
Cortina d'Ampezzo (BL), 30-06-12
Scendendo in mountain bike dalla Val Salata verso Malga Ra Stua, un biker romagnolo, M.G., 36 anni, di Lugo di Romagna (RA), ha perso il controllo del mezzo, cadendo e sbattendo il volto a terra. Gli amici con lui hanno allertato il 118 e sul posto è in breve arrivato l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore. L'uomo è stato medicato e recuperato utilizzando un verricello di 10 metri, per essere trasportato all'ospedale di Belluno con probabili contusioni sul viso.
Scendendo in mountain bike dalla Val Salata verso Malga Ra Stua, un biker romagnolo, M.G., 36 anni, di Lugo di Romagna (RA), ha perso il controllo del mezzo, cadendo e sbattendo il volto a terra. Gli amici con lui hanno allertato il 118 e sul posto è in breve arrivato l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore. L'uomo è stato medicato e recuperato utilizzando un verricello di 10 metri, per essere trasportato all'ospedale di Belluno con probabili contusioni sul viso.
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2012
Taibon Agordino (BL), 30-06-12
Un alpinista di Rasun-Anterselva (BZ), è caduto ruzzolando per una trentina di metri in un tratto intermedio dello Spigolo nord al monte Agner. Il rocciatore, T.H., 29 anni, stava risalendo con un amico la via in un punto più facile, che si percorre solitamente slegati, quando il pilastrino su cui si teneva si è staccata e lui è volato, rotolando tra i salti di roccia e fermandosi circa 30 metri più sotto tra i cespugli di mugo. Il compagno ha dato l'allarme al 118 poco dopo le 8, mentre una cordata di alpinisti in transito si fermava per dare una mano. Con le altre eliambulanze impegnate, sul posto è stato inviato l'elicottero di Treviso emergenza, che ha imbarcato un tecnico del Soccorso alpino di Agordo per individuare velocemente il luogo dell'incidente e in supporto alle operazioni. Individuato a circa 2.000 metri di quota, l'infortunato è stato raggiunto dai soccorritori sbarcati con un verricello, imbarellato e recuperato utilizzando sempre un verricello di una decina di metri. Dopo essere stato stabilizzato, è stato trasportato all'ospedale di Belluno, con sospette fratture su caviglie, braccio e costole. A Col dei Prà era pronta a intervenire una squadra del Soccorso alpino di Agordo.
Un alpinista di Rasun-Anterselva (BZ), è caduto ruzzolando per una trentina di metri in un tratto intermedio dello Spigolo nord al monte Agner. Il rocciatore, T.H., 29 anni, stava risalendo con un amico la via in un punto più facile, che si percorre solitamente slegati, quando il pilastrino su cui si teneva si è staccata e lui è volato, rotolando tra i salti di roccia e fermandosi circa 30 metri più sotto tra i cespugli di mugo. Il compagno ha dato l'allarme al 118 poco dopo le 8, mentre una cordata di alpinisti in transito si fermava per dare una mano. Con le altre eliambulanze impegnate, sul posto è stato inviato l'elicottero di Treviso emergenza, che ha imbarcato un tecnico del Soccorso alpino di Agordo per individuare velocemente il luogo dell'incidente e in supporto alle operazioni. Individuato a circa 2.000 metri di quota, l'infortunato è stato raggiunto dai soccorritori sbarcati con un verricello, imbarellato e recuperato utilizzando sempre un verricello di una decina di metri. Dopo essere stato stabilizzato, è stato trasportato all'ospedale di Belluno, con sospette fratture su caviglie, braccio e costole. A Col dei Prà era pronta a intervenire una squadra del Soccorso alpino di Agordo.
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2012
Cortina d'Ampezzo (BL), 27-06-12
Mentre camminava lungo la pista da sci sopra Rio Gere, sul Cristallo, un'escursionista di Tarcento (UD), S.F., 49 anni, è scivolata, procurandosi la sospetta frattura di una gamba. La figlia, che si trovava con lei assieme ad altre persone, ha dato l'allarme al 118, che ha inviato l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore sul luogo dell'incidente. Una volta medicata, la donna è stata imbarcata e accompagnata all'ospedale di Belluno.
Mentre camminava lungo la pista da sci sopra Rio Gere, sul Cristallo, un'escursionista di Tarcento (UD), S.F., 49 anni, è scivolata, procurandosi la sospetta frattura di una gamba. La figlia, che si trovava con lei assieme ad altre persone, ha dato l'allarme al 118, che ha inviato l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore sul luogo dell'incidente. Una volta medicata, la donna è stata imbarcata e accompagnata all'ospedale di Belluno.
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2012
SI PERDE SUL GRETO DEL CORDEVOLE
Scritto da Michela Canova
Sedico (BL), 27-06-12
Dopo aver preso una strada sterrata in località Villa, pensando fosse una scorciatoia per raggiungere la pedemonana in direzione Feltre, S.P., 41 anni, di Feltre (BL), ha proseguito per alcuni chilometri finendo sul greto del torrente Cordevole e perdendo l'orientamento. La donna ha chiesto aiuto con il cellulare e, attorno alle 13, è stata messa in contatto telefonico con una squadra del Soccorso alpino di Belluno, che si è fatta descrivere il percorso fatto. Intuito dove potesse trovarsi, i soccorritori l'hanno presto raggiunta con il fuoristrada, per guidarla poi fino alla strada del centro abitato.
Dopo aver preso una strada sterrata in località Villa, pensando fosse una scorciatoia per raggiungere la pedemonana in direzione Feltre, S.P., 41 anni, di Feltre (BL), ha proseguito per alcuni chilometri finendo sul greto del torrente Cordevole e perdendo l'orientamento. La donna ha chiesto aiuto con il cellulare e, attorno alle 13, è stata messa in contatto telefonico con una squadra del Soccorso alpino di Belluno, che si è fatta descrivere il percorso fatto. Intuito dove potesse trovarsi, i soccorritori l'hanno presto raggiunta con il fuoristrada, per guidarla poi fino alla strada del centro abitato.
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2012
Roana (VI), 25-06-12
Gli interventi di soccorso in grotta sono tra i più impegnativi, visti i lunghi tempi necessari per portare alla luce persone coinvolte in incidenti in profondità e per l'assoluta particolarità degli ambienti in cui si opera. Per testare le manovre di emergenza si è recentemente svolta sull'Altopiano di Asiago un'esercitazione congiunta di recupero in grotta, cui hanno preso parte tecnici della 6a Delegazione speleologica Veneto-Trentino Alto Adige e della 2a Delegazione speleologica Friuli Venezia Giulia.
L'esercitazione ha avuto come scenario la grotta Giacominerloch. Situata in località Cesuna, è uno degli abissi storici dell'Altopiano, con una profondità di 530 metri, in parte ancora in esplorazione da parte degli speleologi veneti.
L'incidente ipotizzato è stato quello di uno speleologo infortunatosi alla profondità di 400 metri, da raggiungere, medicare e riportare all'uscita. Innanzitutto è stato previsto l'ingresso della squadra di primo intervento, con l'approntamento della linea telefonica (spesso unico mezzo di comunicazione nel sottosuolo) dal campo base, situato all'ngresso della grotta, fino al luogo dell'infortunio. Poi è iniziata la discesa delle varie squadre di tecnici con tutte le attrezzature necessarie per attrezzare il recupero (barella, corde e materiali tecnici).
Quindi è iniziato il recupero vero e proprio della barella con il ferito, reso particolarmente difficile delle caratteristiche della grotta, che presenta molti tratti verticali a pozzo, intervallati da parecchi punti stretti e da molti tratti fangosi e bagnati.
I tecnici hanno operato senza soluzione di continuità, alternandosi in tre squadre di recupero, per 34 ore consecutive. In tutto hanno partecipato all'esercitazione 58 persone, coordinate all'esterno da 5 tra delegati e vicedelegati delle due compagini speleo.
In media ogni tecnico ha operato per circa 15 ore continuative in grotta.
L'evento è stato particolarmente importante per mettere alla prova l'operatività della struttura in interventi complessi, in grotte molto impegnative, e con l'occasione è stato anche testato un nuovo sistema di comunicazione via radio tra esterno e interno grotta.
Gli interventi di soccorso in grotta sono tra i più impegnativi, visti i lunghi tempi necessari per portare alla luce persone coinvolte in incidenti in profondità e per l'assoluta particolarità degli ambienti in cui si opera. Per testare le manovre di emergenza si è recentemente svolta sull'Altopiano di Asiago un'esercitazione congiunta di recupero in grotta, cui hanno preso parte tecnici della 6a Delegazione speleologica Veneto-Trentino Alto Adige e della 2a Delegazione speleologica Friuli Venezia Giulia.
L'esercitazione ha avuto come scenario la grotta Giacominerloch. Situata in località Cesuna, è uno degli abissi storici dell'Altopiano, con una profondità di 530 metri, in parte ancora in esplorazione da parte degli speleologi veneti.
L'incidente ipotizzato è stato quello di uno speleologo infortunatosi alla profondità di 400 metri, da raggiungere, medicare e riportare all'uscita. Innanzitutto è stato previsto l'ingresso della squadra di primo intervento, con l'approntamento della linea telefonica (spesso unico mezzo di comunicazione nel sottosuolo) dal campo base, situato all'ngresso della grotta, fino al luogo dell'infortunio. Poi è iniziata la discesa delle varie squadre di tecnici con tutte le attrezzature necessarie per attrezzare il recupero (barella, corde e materiali tecnici).
Quindi è iniziato il recupero vero e proprio della barella con il ferito, reso particolarmente difficile delle caratteristiche della grotta, che presenta molti tratti verticali a pozzo, intervallati da parecchi punti stretti e da molti tratti fangosi e bagnati.
I tecnici hanno operato senza soluzione di continuità, alternandosi in tre squadre di recupero, per 34 ore consecutive. In tutto hanno partecipato all'esercitazione 58 persone, coordinate all'esterno da 5 tra delegati e vicedelegati delle due compagini speleo.
In media ogni tecnico ha operato per circa 15 ore continuative in grotta.
L'evento è stato particolarmente importante per mettere alla prova l'operatività della struttura in interventi complessi, in grotte molto impegnative, e con l'occasione è stato anche testato un nuovo sistema di comunicazione via radio tra esterno e interno grotta.
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2012
Recoaro Terme (VI), 25-06-12
Questa mattina una squadra del Soccorso alpino di Recoaro-Valdagno con i vigili del fuoco è tornata sulla Guglia del Milite, nel gruppo del Carega, dove ieri è avvenuto il distacco di roccia che è costato la vita all'alpinista bolognese rimasto schiacciato da un masso. Trasportati in quota dall'elicottero dei vigili del fuoco - alcuni alla base della guglia, un soccorritore in vetta - hanno provveduto per due ore alla bonifica delle pareti, scaricandole da materiale pericolante. La situazione però rimane instabile, con il rischio di altri crolli di roccia. Il Soccorso alpino sconsiglia di avventurarsi nell'area, ricordando che tutta la zona del Rotolon è frequentemente soggetta a frane, e invita gli enti competenti a valutare l'eventuale situazione di pericolo.
Questa mattina una squadra del Soccorso alpino di Recoaro-Valdagno con i vigili del fuoco è tornata sulla Guglia del Milite, nel gruppo del Carega, dove ieri è avvenuto il distacco di roccia che è costato la vita all'alpinista bolognese rimasto schiacciato da un masso. Trasportati in quota dall'elicottero dei vigili del fuoco - alcuni alla base della guglia, un soccorritore in vetta - hanno provveduto per due ore alla bonifica delle pareti, scaricandole da materiale pericolante. La situazione però rimane instabile, con il rischio di altri crolli di roccia. Il Soccorso alpino sconsiglia di avventurarsi nell'area, ricordando che tutta la zona del Rotolon è frequentemente soggetta a frane, e invita gli enti competenti a valutare l'eventuale situazione di pericolo.
Pubblicato in
2012
Recoaro Terme (VI), 25-06-12
È morto ieri sera all'ospedale di Verona, N.T., 52 anni, di Bologna, l'alpinista rimasto schiacciato tra due massi, mentre scalava la guglia Il Milite, sul Carega. L'uomo era nella fessura che divide la guglia alta 25 metri, lungo la via Pietra lata 83, quando dal punto della parete dove si trovava si è staccata una frana di roccia che lo ha investito e un masso, stimato una trentina di quintali di peso, lo ha schiacciato contro una grossa pietra incastrata più sotto. L'allarme è scattato attorno alle 14.20, lanciato da altri due alpinisti. Il 118 ha subito inviato l'elicottero di Verona emergenza che, individuato il luogo dell'incidente a circa 1.600 metri di quota, ha sbarcato personale medico e tecnico del Soccorso alpino di turno con l'equipaggio, per poi, con diverse rotazioni, portare in quota sette soccorritori della Stazione di Recoaro-Valdagno e Schio, ai quali successivamente se ne sono aggiunti altri, anche della Stazione di Rovereto. Le squadre, sul posto anche i vigili del fuoco, operando in parete, hanno tentato di spostare il masso, vincolandolo con funi e cercando di sollevarlo con verricello e Tirfor, finchè è stato richiesto l'intervento di una squadra di disostruttori della VI Delegazione speleo del Soccorso alpino. I soccorritori hanno quindi messo in sicurezza il masso che teneva bloccate le gambe e il bacino del rocciatore e piazzato delle microcariche di precisione sul sasso sottostante per tentare di aprire un varco. Alle 20, le squadre sono riuscite a fare spazio e a liberare l'uomo, costantemente assistito dal medico. Calato con la barella per 8 metri, è stato imbarcato e trasportato all'ospedale di Verona in gravissime condizioni. Purtroppo a nulla sono valse le manovre messe in atto per salvargli la vita e l'alpinista è morto poco dopo.
È morto ieri sera all'ospedale di Verona, N.T., 52 anni, di Bologna, l'alpinista rimasto schiacciato tra due massi, mentre scalava la guglia Il Milite, sul Carega. L'uomo era nella fessura che divide la guglia alta 25 metri, lungo la via Pietra lata 83, quando dal punto della parete dove si trovava si è staccata una frana di roccia che lo ha investito e un masso, stimato una trentina di quintali di peso, lo ha schiacciato contro una grossa pietra incastrata più sotto. L'allarme è scattato attorno alle 14.20, lanciato da altri due alpinisti. Il 118 ha subito inviato l'elicottero di Verona emergenza che, individuato il luogo dell'incidente a circa 1.600 metri di quota, ha sbarcato personale medico e tecnico del Soccorso alpino di turno con l'equipaggio, per poi, con diverse rotazioni, portare in quota sette soccorritori della Stazione di Recoaro-Valdagno e Schio, ai quali successivamente se ne sono aggiunti altri, anche della Stazione di Rovereto. Le squadre, sul posto anche i vigili del fuoco, operando in parete, hanno tentato di spostare il masso, vincolandolo con funi e cercando di sollevarlo con verricello e Tirfor, finchè è stato richiesto l'intervento di una squadra di disostruttori della VI Delegazione speleo del Soccorso alpino. I soccorritori hanno quindi messo in sicurezza il masso che teneva bloccate le gambe e il bacino del rocciatore e piazzato delle microcariche di precisione sul sasso sottostante per tentare di aprire un varco. Alle 20, le squadre sono riuscite a fare spazio e a liberare l'uomo, costantemente assistito dal medico. Calato con la barella per 8 metri, è stato imbarcato e trasportato all'ospedale di Verona in gravissime condizioni. Purtroppo a nulla sono valse le manovre messe in atto per salvargli la vita e l'alpinista è morto poco dopo.
Pubblicato in
2012

