2011
Tambre (BL), 28-05-11
Con una breve e partecipata cerimonia è stata inaugurata oggi la nuova sede del Soccorso alpino dell'Alpago, ospitata nelle stanze del Centro sociale di Tambre, sala riunione e magazzino, messe a disposizione dall'amministrazione comunale. I soccorritori hanno ripercorso la storia del sodalizio dalla nascita, 35 anni fa, della Stazione, l'allora distaccamento di Longarone di 'Tambre per l'Alpago, voluto da Isidoro Bona, fondatore e primo capostazione. Molto sentiti gli interventi delle autorità presenti alla manifestazione, a iniziare dal sindaco di Tambre, Oscar Facchin, che ha sottolineato l'importanza del Soccorso alpino dicendo: 'Dobbiamo essere orgogliosi di ospitare nel nostro territorio questa struttura'. Il presidente della Provincia Gianpaolo Bottacin ha ricordato il percorso di promulgazione della legge regionale a favore del Soccorso, per poi dedicare un pensiero ai componenti dell'equipaggio di Falco. Parole di elogio sono arrivate anche da Ivan De Min, assessore della Comunità montana dell'Alpago e dall'onorevole Franco Gidoni. Sono stati quindi ricordati tutti i capistazione succedutisi in questi anni: Isidoro Bona, Ettore Bona, Pierangelo Pedol e Alex Barattin. Da quest'ultimo è arrivato il ringraziamento speciale alle famiglie dei soccorritori, mogli e compagne, per il tempo a loro tolto. Sono infine intervenuti il delegato delle Dolomiti Bellunesi Fabio Rufus Bristot, il presidente regionale del Soccorso alpino Rodolfo Selenati e il presidente veneto del Cai Emilio Bertan. 'Le parole di Signore delle cime in genere si sentono in altri frangenti - ha detto don Lino durante la benedizione della sede - oggi vanno bene perchè abbiate poco lavoro e perchè, quando lo svolgete, siate protetti'.
Con una breve e partecipata cerimonia è stata inaugurata oggi la nuova sede del Soccorso alpino dell'Alpago, ospitata nelle stanze del Centro sociale di Tambre, sala riunione e magazzino, messe a disposizione dall'amministrazione comunale. I soccorritori hanno ripercorso la storia del sodalizio dalla nascita, 35 anni fa, della Stazione, l'allora distaccamento di Longarone di 'Tambre per l'Alpago, voluto da Isidoro Bona, fondatore e primo capostazione. Molto sentiti gli interventi delle autorità presenti alla manifestazione, a iniziare dal sindaco di Tambre, Oscar Facchin, che ha sottolineato l'importanza del Soccorso alpino dicendo: 'Dobbiamo essere orgogliosi di ospitare nel nostro territorio questa struttura'. Il presidente della Provincia Gianpaolo Bottacin ha ricordato il percorso di promulgazione della legge regionale a favore del Soccorso, per poi dedicare un pensiero ai componenti dell'equipaggio di Falco. Parole di elogio sono arrivate anche da Ivan De Min, assessore della Comunità montana dell'Alpago e dall'onorevole Franco Gidoni. Sono stati quindi ricordati tutti i capistazione succedutisi in questi anni: Isidoro Bona, Ettore Bona, Pierangelo Pedol e Alex Barattin. Da quest'ultimo è arrivato il ringraziamento speciale alle famiglie dei soccorritori, mogli e compagne, per il tempo a loro tolto. Sono infine intervenuti il delegato delle Dolomiti Bellunesi Fabio Rufus Bristot, il presidente regionale del Soccorso alpino Rodolfo Selenati e il presidente veneto del Cai Emilio Bertan. 'Le parole di Signore delle cime in genere si sentono in altri frangenti - ha detto don Lino durante la benedizione della sede - oggi vanno bene perchè abbiate poco lavoro e perchè, quando lo svolgete, siate protetti'.
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2011
Valdobbiadene (TV), 28-05-11
Due escursionisti veneziani, C.B., 67 anni, di Mestre, e R.V., 64 anni, di Marghera, si sono smarriti scendendo dal monte Cesen. I due, trovandosi a un incrocio poco segnalato, hanno seguito la traccia lasciata dagli animali e si sono inoltrati nel bosco, finchè, accortisi dell'errore, non sono più stati in grado di ritrovare il sentiero.
Attorno alle 15.30, è stato allertato il Soccorso alpino delle Prealpi Trevigiane, e una squadra ha iniziato la ricerca. I soccorritori, tenendosi in contatto telefonico, hanno individuato i due amici in una faggeta, li hanno raggiunti e riaccompagnati sulla strada sottostante.
Due escursionisti veneziani, C.B., 67 anni, di Mestre, e R.V., 64 anni, di Marghera, si sono smarriti scendendo dal monte Cesen. I due, trovandosi a un incrocio poco segnalato, hanno seguito la traccia lasciata dagli animali e si sono inoltrati nel bosco, finchè, accortisi dell'errore, non sono più stati in grado di ritrovare il sentiero.
Attorno alle 15.30, è stato allertato il Soccorso alpino delle Prealpi Trevigiane, e una squadra ha iniziato la ricerca. I soccorritori, tenendosi in contatto telefonico, hanno individuato i due amici in una faggeta, li hanno raggiunti e riaccompagnati sulla strada sottostante.
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2011
Tambre (BL), 26-05-11
Sabato prossimo, 28 maggio, al Centro sociale di Tambre, si svolgerà l'inaugurazione della nuova sede del Soccorso alpino dell'Alpago. Dopo un lungo periodo ospitata dalla parrocchia in un edificio poco distante, la Stazione si è spostata nei nuovi ambienti, messi a disposizione dal Comune di Tambre, dove si trovano la stanza riunioni e il magazzino. Sabato alle 17 le autorità porteranno il loro saluto, cui seguirà la proiezione di un filmato che illustra l'operatività dei soccorritori. Si procederà poi con la benedizione della nuova sede, per concludere con il rinfresco aperto a tutti i partecipanti.
Sabato prossimo, 28 maggio, al Centro sociale di Tambre, si svolgerà l'inaugurazione della nuova sede del Soccorso alpino dell'Alpago. Dopo un lungo periodo ospitata dalla parrocchia in un edificio poco distante, la Stazione si è spostata nei nuovi ambienti, messi a disposizione dal Comune di Tambre, dove si trovano la stanza riunioni e il magazzino. Sabato alle 17 le autorità porteranno il loro saluto, cui seguirà la proiezione di un filmato che illustra l'operatività dei soccorritori. Si procederà poi con la benedizione della nuova sede, per concludere con il rinfresco aperto a tutti i partecipanti.
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2011
ELICOTTERO PRECIPITA NELLE VIGNE
Scritto da Michela Canova
Farra di Soligo (TV), 25-05-11
Un elicottero è precipitato nel vigneto sottostante, mentre stava sorvolando l'area per spargere sostanze chimiche sulle coltivazioni. L'allarme è scattato attorno alle 19.30. L'elicottero di Treviso emergenza è subito decollato in direzione delle colline dove è avvenuto l'incidente, le cui cause sono ancora ignote. Dopo che il medico ha prestato le prime cure al pilota gravemente ferito, il tecnico del Soccorso alpino di turno con l'equipaggio ha recuperato la barella utilizzando un verricello. L'uomo è quindi stato trasportato all'ospedale Ca' Foncello.
Un elicottero è precipitato nel vigneto sottostante, mentre stava sorvolando l'area per spargere sostanze chimiche sulle coltivazioni. L'allarme è scattato attorno alle 19.30. L'elicottero di Treviso emergenza è subito decollato in direzione delle colline dove è avvenuto l'incidente, le cui cause sono ancora ignote. Dopo che il medico ha prestato le prime cure al pilota gravemente ferito, il tecnico del Soccorso alpino di turno con l'equipaggio ha recuperato la barella utilizzando un verricello. L'uomo è quindi stato trasportato all'ospedale Ca' Foncello.
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2011
Velo d'Astico (VI), 22-05-11
Il Soccorso alpino di Arsiero è intervenuto nei boschi del monte Priaforà in aiuto di un uomo caduto ieri dalla moto, senza che nessuno se ne accorgesse. R.M., una trentina di anni, di Schio (VI), con la sua moto da trial stava percorrendo ieri assieme a due amici i sentieri del versante est della montagna. Quando i tre si sono persi di vista, nessuno si è allarmato perchè, d'abitudine, ognuno rientrerebbe anche in modo autonomo, senza avvertire gli altri. In realtà R.M. era stato sbalzato dalla moto, perdendo i sensi. Per una serie di coincidenze (i famigliari sono fuori città, così come la compagna) l'allarme per il suo mancato rientro ieri non è scattato. Questo pomeriggio due ragazzi che passavano in zona hanno intravisto la moto rovesciata tra la vegetazione e, trenta metri più in basso, il corpo del centauro. Il 118 è stato contattato attorno alle 18.30 e sul posto è stata inviata una squadra del Soccorso alpino di Arsiero con personale sanitario di Stazione. L'uomo è stato raggiunto e, una volta in sè, ha detto qualche parola, ma non si conosce l'entità dei traumi subiti nella caduta. Immobilizzato e caricato sulla barella, è stato trasportato fino alla strada, per essere affidato all'ambulanza diretta all'ospedale di Thiene. L'intervento si è concluso verso le 22.
Il Soccorso alpino di Arsiero è intervenuto nei boschi del monte Priaforà in aiuto di un uomo caduto ieri dalla moto, senza che nessuno se ne accorgesse. R.M., una trentina di anni, di Schio (VI), con la sua moto da trial stava percorrendo ieri assieme a due amici i sentieri del versante est della montagna. Quando i tre si sono persi di vista, nessuno si è allarmato perchè, d'abitudine, ognuno rientrerebbe anche in modo autonomo, senza avvertire gli altri. In realtà R.M. era stato sbalzato dalla moto, perdendo i sensi. Per una serie di coincidenze (i famigliari sono fuori città, così come la compagna) l'allarme per il suo mancato rientro ieri non è scattato. Questo pomeriggio due ragazzi che passavano in zona hanno intravisto la moto rovesciata tra la vegetazione e, trenta metri più in basso, il corpo del centauro. Il 118 è stato contattato attorno alle 18.30 e sul posto è stata inviata una squadra del Soccorso alpino di Arsiero con personale sanitario di Stazione. L'uomo è stato raggiunto e, una volta in sè, ha detto qualche parola, ma non si conosce l'entità dei traumi subiti nella caduta. Immobilizzato e caricato sulla barella, è stato trasportato fino alla strada, per essere affidato all'ambulanza diretta all'ospedale di Thiene. L'intervento si è concluso verso le 22.
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2011
Belluno, 22-05-11
Una squadra del Soccorso alpino di Belluno ha appena individuato e raggiunto due escursionisti bellunesi bloccati in un punto impervio della Val Medon. I due erano partiti questa mattina dalla Pala Alta per la traversata del 'viaz dei camorz e dei camorzieri', con l'intenzione di raggiungere forcella Oderz, da dove rientrare. Probabilmente a causa di un ritardo, hanno optato per una 'scappatoia' intermedia, che da forcella Medon conduce a Bolzano Bellunese. Nel percorrere il tragitto, hanno però perso la traccia e, non riuscendo a ritrovare la via, prossimo il buio, hanno chiesto l'intervento del Soccorso alpino attorno alle 18.30. Una squadra è quindi partita verso la Val Medon e, attraverso contatti telefonici e poi a voce, è riuscita a ritrovarli. Gli escursionisti si trovano in un ripido versante e sarà necessario assicurarli, per poi riaccompagnarli a valle.
Una squadra del Soccorso alpino di Belluno ha appena individuato e raggiunto due escursionisti bellunesi bloccati in un punto impervio della Val Medon. I due erano partiti questa mattina dalla Pala Alta per la traversata del 'viaz dei camorz e dei camorzieri', con l'intenzione di raggiungere forcella Oderz, da dove rientrare. Probabilmente a causa di un ritardo, hanno optato per una 'scappatoia' intermedia, che da forcella Medon conduce a Bolzano Bellunese. Nel percorrere il tragitto, hanno però perso la traccia e, non riuscendo a ritrovare la via, prossimo il buio, hanno chiesto l'intervento del Soccorso alpino attorno alle 18.30. Una squadra è quindi partita verso la Val Medon e, attraverso contatti telefonici e poi a voce, è riuscita a ritrovarli. Gli escursionisti si trovano in un ripido versante e sarà necessario assicurarli, per poi riaccompagnarli a valle.
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2011
TROVATO ANZIANO SCOMPARSO DA CASA
Scritto da Michela Canova
Tarzo (TV), 22-05-11
Uscito dalla propria abitazione ieri attorno alle 18, un uomo di Corbanese, S.M., 84 anni, non ha fatto più rientro. Preoccupati per la sua sorte, l'anziano si muove con le stampelle, i famigliari hanno chiesto aiuto e il 118 ha allertato il Soccorso alpino delle Prealpi Trevigiane poco prima delle 22. Le squadre hanno iniziato a perlustrare la zona boscata attorno all'abitato, fino a quando, verso mezzanotte, un residente rientrando a casa ha sentito dei lamenti provenire da un torrente in secca nelle vicinanze. L'anziano era scivolato sui sassi, a circa un chilometro di distanza da casa, e, pur non essendosi ferito, non riusciva più a rialzarsi. Riaccompagnato sulla strada, l'uomo è stato affidato a un'ambulanza per i controlli del caso.
Uscito dalla propria abitazione ieri attorno alle 18, un uomo di Corbanese, S.M., 84 anni, non ha fatto più rientro. Preoccupati per la sua sorte, l'anziano si muove con le stampelle, i famigliari hanno chiesto aiuto e il 118 ha allertato il Soccorso alpino delle Prealpi Trevigiane poco prima delle 22. Le squadre hanno iniziato a perlustrare la zona boscata attorno all'abitato, fino a quando, verso mezzanotte, un residente rientrando a casa ha sentito dei lamenti provenire da un torrente in secca nelle vicinanze. L'anziano era scivolato sui sassi, a circa un chilometro di distanza da casa, e, pur non essendosi ferito, non riusciva più a rialzarsi. Riaccompagnato sulla strada, l'uomo è stato affidato a un'ambulanza per i controlli del caso.
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2011
SOCCORSO IN GROTTA NELLA NOTTE
Scritto da Michela Canova
Sant'Anna d'Alfaedo (VR), 22-05-11
Le squadre di speleologi della Stazione di Verona speleo sono intervenuti questa notte in soccorso di una ragazza bloccata nella grotta della Spluga della Preta. La giovane, S.C., 23 anni, di Verona, ieri era scesa nell'abisso dei monti Lessini, uno dei più complessi che arriva fino a -900 metri di profondità, con un gruppo di amici. Nel risalire da quota -200, la ragazza, sfinita dalla stanchezza, non è più riuscita a proseguire. Un tecnico del Soccorso alpino e speleologico, che faceva parte del gruppo, la ha aiutata con altri compagni ad avanzare, ma poi è stato necessario chiedere l'intervento della Stazione di Verona, attorno alle 20.30. Venti tecnici hanno iniziato a scenedere e ad attrezzare il percorso di rientro per il recupero, mentre si muovevano anche i soccorritori di Vicenza, in caso fosse stato necessario supporto alle operazioni. Raggiunto il pozzo 138, prima dell'uscita, le squadre hanno installato un paranco detto 'ragno' e, dopo aver assicurato la giovane, la hanno sollevata per gli ulrimi 130 metri fino all'imbocco della gratta, dove è arrivata verso mezzanotte e mezza. Gli ultimi soccorritori sono usciti dall'abisso alle 3.
Le squadre di speleologi della Stazione di Verona speleo sono intervenuti questa notte in soccorso di una ragazza bloccata nella grotta della Spluga della Preta. La giovane, S.C., 23 anni, di Verona, ieri era scesa nell'abisso dei monti Lessini, uno dei più complessi che arriva fino a -900 metri di profondità, con un gruppo di amici. Nel risalire da quota -200, la ragazza, sfinita dalla stanchezza, non è più riuscita a proseguire. Un tecnico del Soccorso alpino e speleologico, che faceva parte del gruppo, la ha aiutata con altri compagni ad avanzare, ma poi è stato necessario chiedere l'intervento della Stazione di Verona, attorno alle 20.30. Venti tecnici hanno iniziato a scenedere e ad attrezzare il percorso di rientro per il recupero, mentre si muovevano anche i soccorritori di Vicenza, in caso fosse stato necessario supporto alle operazioni. Raggiunto il pozzo 138, prima dell'uscita, le squadre hanno installato un paranco detto 'ragno' e, dopo aver assicurato la giovane, la hanno sollevata per gli ulrimi 130 metri fino all'imbocco della gratta, dove è arrivata verso mezzanotte e mezza. Gli ultimi soccorritori sono usciti dall'abisso alle 3.
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2011
San Vito di Cadore (BL), 19-05-11
Proseguono i lavori per la realizzazione della nuova sede del Soccorso alpino di San Vito di Cadore. Nel cantiere, aperto in località La Scura, le maestranze hanno ultimato i muri perimetrali e a breve inizieranno l'edificazione del primo piano. Grazie al fondamentale interessamento del Comune di San Vito di Cadore, che fino ad ora ha sostenuto la maggior parte dei costi di realizzazione e tutti gli oneri, i soccorritori potranno usufruire di un maggiore spazio per le riunioni e il magazzino, prima concentrato al sesto piano di uno stabile, ottimizzando anche la tempistica degli interventi. Nella sede, che rientra in un più ampio progetto dell'amministrazione comunale destinato all'associazionismo locale, saranno dislocati due garage (per il ricovero di jeep e quad, ma anche per l'eventuale presenza del Centro mobile di coordinamento del Soccorso alpino in caso di necessità), il magazzino per l'attrezzatura e la sala riunioni, destinata anche a momenti di formazione e informazione. Sul tetto, sarà inoltre realizzato un 'castello' per le manovre, dove i soccorritori potranno effettuare gli addestramenti.
La sede, ultimati i lavori principali, per la metà di luglio dovrebbe essere consegnata alla Stazione, che completerà personalmente la struttura per limitare il più possibile i costi. La strada è però lunga, poichè mancano ancora contributi per completare la spesa totale dell'opera. Il Soccorso alpino chiede quindi l'aiuto della cittadinanza, dell'imprenditoria, delle ditte locali, degli enti pubblici, poichè anche una piccola cifra potrà fare la differenza, consentendo di velocizzare l'operatività dell'edificio. La Stazione di San Vito di Cadore conta 25 tecnici, di cui 4 appena entrati effettiamente nell'organico, e interviene da 57 anni per competenza nei comuni di San Vito, Borca e Vodo di Cadore, collaborando con le altre Stazioni nelle emergenze dei territori limitrofi. La nuova sede sarà intitolata a Natalino Menegus e Matteo Fiori, figure di spicco nel mondo del Soccorso alpino provinciale e regionale.
Proseguono i lavori per la realizzazione della nuova sede del Soccorso alpino di San Vito di Cadore. Nel cantiere, aperto in località La Scura, le maestranze hanno ultimato i muri perimetrali e a breve inizieranno l'edificazione del primo piano. Grazie al fondamentale interessamento del Comune di San Vito di Cadore, che fino ad ora ha sostenuto la maggior parte dei costi di realizzazione e tutti gli oneri, i soccorritori potranno usufruire di un maggiore spazio per le riunioni e il magazzino, prima concentrato al sesto piano di uno stabile, ottimizzando anche la tempistica degli interventi. Nella sede, che rientra in un più ampio progetto dell'amministrazione comunale destinato all'associazionismo locale, saranno dislocati due garage (per il ricovero di jeep e quad, ma anche per l'eventuale presenza del Centro mobile di coordinamento del Soccorso alpino in caso di necessità), il magazzino per l'attrezzatura e la sala riunioni, destinata anche a momenti di formazione e informazione. Sul tetto, sarà inoltre realizzato un 'castello' per le manovre, dove i soccorritori potranno effettuare gli addestramenti.

La sede, ultimati i lavori principali, per la metà di luglio dovrebbe essere consegnata alla Stazione, che completerà personalmente la struttura per limitare il più possibile i costi. La strada è però lunga, poichè mancano ancora contributi per completare la spesa totale dell'opera. Il Soccorso alpino chiede quindi l'aiuto della cittadinanza, dell'imprenditoria, delle ditte locali, degli enti pubblici, poichè anche una piccola cifra potrà fare la differenza, consentendo di velocizzare l'operatività dell'edificio. La Stazione di San Vito di Cadore conta 25 tecnici, di cui 4 appena entrati effettiamente nell'organico, e interviene da 57 anni per competenza nei comuni di San Vito, Borca e Vodo di Cadore, collaborando con le altre Stazioni nelle emergenze dei territori limitrofi. La nuova sede sarà intitolata a Natalino Menegus e Matteo Fiori, figure di spicco nel mondo del Soccorso alpino provinciale e regionale.
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2011
Alano di Piave (BL), 14-05-11
Hanno dato esito negativo le ricerche di Giuseppe Zandonadi, 67 anni, residente a Vazzola (TV), intraprese oggi dal Soccorso alpino bellunese in seguito al ritrovamento dell'auto, che era stata noleggiata dall'uomo a novembre, individuata nei giorni scorsi dai carabinieri abbandonata sul monte Grappa vicino a una casera. Questa mattina, a partire dalle 7, una cinquantina di persone, tra Soccorso alpino e Protezione civile, ha perlustrato un'ampia zona attorno alla località 'Al sas', dove è stata rinvenuta la Panda bianca, senza purtroppo poter far luce sulla scomparsa dell'uomo. L'auto, la cui presenza in quel luogo era stata segnalata da alcuni cacciatori già lo scorso autunno, era finita in una scarpata a lato della piazzola erbosa antistante l'edificio, probabilmente in seguito al tentativo di fare retromarcia sulla neve, presente a novembre nel giorno della sparizione. Da una prima analisi, Giuseppe Zandonadi, che si muoveva con una macchina presa a noleggio, in attesa della consegna di una vettura acquistata di recente, era uscito di casa di buona mattina il 3 novembre diretto ad Agordo, con l'intenzione di fare poi visita a una cugina, dalla quale non è mai arrivato. Perchè abbia deciso di dirigersi sul Grappa non si sa. Di sicuro ha percorso la strada che porta a malga Domador (dove oggi è stato posto il centro mobile di coordinamento del Soccorso alpino) e ha proseguito per malga Val Dumela, per poi girare prima e concludere il suo tragitto alla casera 'Al sass'. Lì, con la fine della strada, ha quasi sicuramente provato a tornare indietro, finendo nella scarpata. Impossibilitato a muovere l'auto, è possibile abbia passato la notte al suo interno per cercare di spostarsi a piedi la mattina successiva. Oggi le squadre del Soccorso alpino, il cui intervento è stato chiesto nei giorni scorsi, si sono suddivise i settori di ricerca e, assieme ai volontari di Protezione civile di Alano di Piave e Quero, hanno perlustrato tutta l'area attorno al luogo del rinvenimento dell'auto, lungo le strade sterrate e i sentieri, effettuando calate nella stretta vallata sottostante la casera, controllando le malghe e le casere nei dintorni e chiedendo informazioni ai frequentatori della vallata. Ma sul destino dell'uomo non è stato possibile scoprire nulla. Alla ricerca, che riprenderà qualora arrivassero nuove segnalazioni, hanno preso parte i soccorritori delle Stazioni di Feltre, Prealpi Trevigiane, Pedemontana del Grappa, Belluno, Longarone e Alpago, con due unità cinofile. Presente anche la polizia municipale di Alano di Piave.
Hanno dato esito negativo le ricerche di Giuseppe Zandonadi, 67 anni, residente a Vazzola (TV), intraprese oggi dal Soccorso alpino bellunese in seguito al ritrovamento dell'auto, che era stata noleggiata dall'uomo a novembre, individuata nei giorni scorsi dai carabinieri abbandonata sul monte Grappa vicino a una casera. Questa mattina, a partire dalle 7, una cinquantina di persone, tra Soccorso alpino e Protezione civile, ha perlustrato un'ampia zona attorno alla località 'Al sas', dove è stata rinvenuta la Panda bianca, senza purtroppo poter far luce sulla scomparsa dell'uomo. L'auto, la cui presenza in quel luogo era stata segnalata da alcuni cacciatori già lo scorso autunno, era finita in una scarpata a lato della piazzola erbosa antistante l'edificio, probabilmente in seguito al tentativo di fare retromarcia sulla neve, presente a novembre nel giorno della sparizione. Da una prima analisi, Giuseppe Zandonadi, che si muoveva con una macchina presa a noleggio, in attesa della consegna di una vettura acquistata di recente, era uscito di casa di buona mattina il 3 novembre diretto ad Agordo, con l'intenzione di fare poi visita a una cugina, dalla quale non è mai arrivato. Perchè abbia deciso di dirigersi sul Grappa non si sa. Di sicuro ha percorso la strada che porta a malga Domador (dove oggi è stato posto il centro mobile di coordinamento del Soccorso alpino) e ha proseguito per malga Val Dumela, per poi girare prima e concludere il suo tragitto alla casera 'Al sass'. Lì, con la fine della strada, ha quasi sicuramente provato a tornare indietro, finendo nella scarpata. Impossibilitato a muovere l'auto, è possibile abbia passato la notte al suo interno per cercare di spostarsi a piedi la mattina successiva. Oggi le squadre del Soccorso alpino, il cui intervento è stato chiesto nei giorni scorsi, si sono suddivise i settori di ricerca e, assieme ai volontari di Protezione civile di Alano di Piave e Quero, hanno perlustrato tutta l'area attorno al luogo del rinvenimento dell'auto, lungo le strade sterrate e i sentieri, effettuando calate nella stretta vallata sottostante la casera, controllando le malghe e le casere nei dintorni e chiedendo informazioni ai frequentatori della vallata. Ma sul destino dell'uomo non è stato possibile scoprire nulla. Alla ricerca, che riprenderà qualora arrivassero nuove segnalazioni, hanno preso parte i soccorritori delle Stazioni di Feltre, Prealpi Trevigiane, Pedemontana del Grappa, Belluno, Longarone e Alpago, con due unità cinofile. Presente anche la polizia municipale di Alano di Piave.
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2011
Comelico Superiore (BL), 13-05-11
Un giovane di Padola di Comelico Superiore (BL) ha perso la vita dopo essere precipitato con il proprio parapendio. Il ragazzo, A.A.L., 27 anni, stava sorvolando la frazione di Casamazzagno quando, pare per un colpo di vento, la vela si è improvvisamente chiusa e lui è caduto a terra, finendo su un prato in località San Leonardo, dopo un volo di una quarantina di metri. Un testimone ha lanciato l'allarme attorno alle 14. Sul posto l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore e una squadra del Soccorso alpino della Val Comelico. Inutili i tentativi di rianimazione tentati dall'infermiere e dal medico, che ha solamente potuto constatarne il decesso. Una volta ottenuto il nulla osta dalla magistratura per la rimozione, dopo che i carabinieri hanno completato i rilievi, i soccorritori hanno ricomposto la salma, per trasportarla in barella fino alla strada, da dove è poi stata accompagnata nella cella mortuaria di Dosoledo.
Un giovane di Padola di Comelico Superiore (BL) ha perso la vita dopo essere precipitato con il proprio parapendio. Il ragazzo, A.A.L., 27 anni, stava sorvolando la frazione di Casamazzagno quando, pare per un colpo di vento, la vela si è improvvisamente chiusa e lui è caduto a terra, finendo su un prato in località San Leonardo, dopo un volo di una quarantina di metri. Un testimone ha lanciato l'allarme attorno alle 14. Sul posto l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore e una squadra del Soccorso alpino della Val Comelico. Inutili i tentativi di rianimazione tentati dall'infermiere e dal medico, che ha solamente potuto constatarne il decesso. Una volta ottenuto il nulla osta dalla magistratura per la rimozione, dopo che i carabinieri hanno completato i rilievi, i soccorritori hanno ricomposto la salma, per trasportarla in barella fino alla strada, da dove è poi stata accompagnata nella cella mortuaria di Dosoledo.
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2011
Sappada (BL), 12-05-11
Partito questa mattina da Casera Vecchia con l'intenzione di risalire il passo dei Cacciatori e la ferrata del Chiadenis, un escursionista goriziano, R.M., 32 anni, di San Canzian d'Isonzo, ha sbagliato itinenario, finendo bloccato su un ripido versante. Dopo aver superato, ramponi ai piedi, un canalino innevato, infatti, ha cercato di tornare sui propri passi, ma non si è più sentito in grado di scendere e ha chiamato il 118, che ha allertato il Soccorso alpino di Sappada attorno alle 13. Parlando con lui al telefono, una squadra ha intuito che in realtà l'uomo doveva trovarsi poco sotto il monte Avanza e in quella direzione si è mossa. Una volta individuato, i soccorritori lo hanno raggiunto a circa 2.400 metri di altitudine, lo hanno assicurato e calato per 200 metri, per poi accompagnarlo nell'ultimo tratto fino a valle.
Partito questa mattina da Casera Vecchia con l'intenzione di risalire il passo dei Cacciatori e la ferrata del Chiadenis, un escursionista goriziano, R.M., 32 anni, di San Canzian d'Isonzo, ha sbagliato itinenario, finendo bloccato su un ripido versante. Dopo aver superato, ramponi ai piedi, un canalino innevato, infatti, ha cercato di tornare sui propri passi, ma non si è più sentito in grado di scendere e ha chiamato il 118, che ha allertato il Soccorso alpino di Sappada attorno alle 13. Parlando con lui al telefono, una squadra ha intuito che in realtà l'uomo doveva trovarsi poco sotto il monte Avanza e in quella direzione si è mossa. Una volta individuato, i soccorritori lo hanno raggiunto a circa 2.400 metri di altitudine, lo hanno assicurato e calato per 200 metri, per poi accompagnarlo nell'ultimo tratto fino a valle.

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2011
A SCUOLA CON IL SOCCORSO ALPINO
Scritto da Michela Canova
Marcon (VE), 12-05-11
Gli studenti di prima delle scuole medie di Marcon hanno seguito nei giorni scorsi una lezione di sicurezza in montagna, tenuta da due tecnici del Soccorso alpino dell'Alpago, invitati dall'amministrazione comunale nell'ambito di un ampio programma di incontri con gli enti territoriali. Ospitate al Centro civico, quattro classi suddivise in due gruppi hanno ascoltato con attenzione le spiegazioni dei soccorritori, mettendo anche in pratica quanto appreso durante le due ore di prevenzione e informazione. Grazie all'ausilio di un power point è stata innanzi tutto illustrata la storia del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, in particolare quella riguardante le Dolomiti. Poi sono state passate in rassegna l'evoluzione degli interventi, fino all'utilizzo dell'elicottero, le tipologie di ambienti in cui si opera, l'attrezzatura in dotazione alle squadre. I ragazzi hanno quindi affrontato il tema della preparazione alle escursioni, con le regole di base da tenere in montagna, sia in inverno che in estate: abbigliamento, mai da soli, chiedere informazioni sull'itinerario e le condizioni meteo, scegliere gite alla propria portata.
Per imparare il comportamento in sicurezza nella stagione invernale, agli studenti sono stati mostrati Arva, pala e sonda, i dispositivi fondamentali di autosoccorso in caso di valanga, e alcuni di loro hanno potuto provare il funzionamento degli strumenti, per capire meglio come si individuano le persone travolte dalla neve. Infine i soccorritori hanno distribuito ai giovani pieghevoli e dvd, realizzati appositamente per la sensibilizzazione dei più giovani frequentatori delle montagne.
Gli studenti di prima delle scuole medie di Marcon hanno seguito nei giorni scorsi una lezione di sicurezza in montagna, tenuta da due tecnici del Soccorso alpino dell'Alpago, invitati dall'amministrazione comunale nell'ambito di un ampio programma di incontri con gli enti territoriali. Ospitate al Centro civico, quattro classi suddivise in due gruppi hanno ascoltato con attenzione le spiegazioni dei soccorritori, mettendo anche in pratica quanto appreso durante le due ore di prevenzione e informazione. Grazie all'ausilio di un power point è stata innanzi tutto illustrata la storia del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, in particolare quella riguardante le Dolomiti. Poi sono state passate in rassegna l'evoluzione degli interventi, fino all'utilizzo dell'elicottero, le tipologie di ambienti in cui si opera, l'attrezzatura in dotazione alle squadre. I ragazzi hanno quindi affrontato il tema della preparazione alle escursioni, con le regole di base da tenere in montagna, sia in inverno che in estate: abbigliamento, mai da soli, chiedere informazioni sull'itinerario e le condizioni meteo, scegliere gite alla propria portata.
Per imparare il comportamento in sicurezza nella stagione invernale, agli studenti sono stati mostrati Arva, pala e sonda, i dispositivi fondamentali di autosoccorso in caso di valanga, e alcuni di loro hanno potuto provare il funzionamento degli strumenti, per capire meglio come si individuano le persone travolte dalla neve. Infine i soccorritori hanno distribuito ai giovani pieghevoli e dvd, realizzati appositamente per la sensibilizzazione dei più giovani frequentatori delle montagne.
Pubblicato in
2011
CADE CON LA MTB
Scritto da Michela Canova
Tambre (BL), 09-05-11
Durante un'escursione in mountain bike con alcuni amici in Val Menera, un trentenne di Chies d'Alpago (BL) S.Z., è caduto a ha sbattuto il volto sul terreno, anche a causa della rottura del caschetto che indossava nell'impatto. L'allarme è scattato attorno a mezzogiorno e mezza e il 118 ha chiesto l'intervento di una squadra del Soccorso alpino dell'Alpago in supporto all'ambulanza. I soccorritori hanno raggiunto l'uomo che, aiutato dai compagni, era arrivato in prossimità della strada. Caricato sull'ambulanza, è stato trasportato all'ospedale di Belluno per i tagli e le escoriazioni riportate sul viso nell'incidente.
Durante un'escursione in mountain bike con alcuni amici in Val Menera, un trentenne di Chies d'Alpago (BL) S.Z., è caduto a ha sbattuto il volto sul terreno, anche a causa della rottura del caschetto che indossava nell'impatto. L'allarme è scattato attorno a mezzogiorno e mezza e il 118 ha chiesto l'intervento di una squadra del Soccorso alpino dell'Alpago in supporto all'ambulanza. I soccorritori hanno raggiunto l'uomo che, aiutato dai compagni, era arrivato in prossimità della strada. Caricato sull'ambulanza, è stato trasportato all'ospedale di Belluno per i tagli e le escoriazioni riportate sul viso nell'incidente.
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2011
IN SOCCORSO DI NANUQ
Scritto da Michela Canova
Lastebasse (VI), 08-05-11
Una squadra del Soccorso alpino di Arsiero è intervenuta ieri sera in aiuto di Nanuq, una cane siberiano di razza Laika, scappato giovedì dal suo proprietario mentre si trovavano in passeggiata verso i Baiti di Boscoscuro, a 1250 metri di altitudine, per inseguire un piccolo branco di camosci. Nanuq appartiene a una specie utilizzata nelle steppe per la caccia all'orso e recententemente aveva dato il suo contributo nel seguire le tracce di Dino, l'orso che per mesi ha scorrazzato per Bellunese, Vicentino e Prealpi Venete. Giovedì il cane aveva strappato di forza il guinzaglio ed era scomparso nel bosco. Il suo padrone lo ha a lungo cercato, assieme a un agente della polizia provinciale, e ne ha sentito i guaiti provenire da una profonda forra della Val Rua, dove sono accaduti numerosi incidenti in passato risolti con difficili manovre dal Soccorso alpino. Non potendo raggiungerlo, ha chiesto l'intervento dei soccorritori. Due tecnici di Arsiero, cinofili, si sono calati in corda doppia per circa 200 metri sulla verticale e lo hanno avvicinato, immobilizzato dal suo stesso imbrago a un cespuglio. Nanuq, sebbene disidratato, stava bene. I soccorritori lo hanno quindi recuperato e riportato dal suo padrone.
Una squadra del Soccorso alpino di Arsiero è intervenuta ieri sera in aiuto di Nanuq, una cane siberiano di razza Laika, scappato giovedì dal suo proprietario mentre si trovavano in passeggiata verso i Baiti di Boscoscuro, a 1250 metri di altitudine, per inseguire un piccolo branco di camosci. Nanuq appartiene a una specie utilizzata nelle steppe per la caccia all'orso e recententemente aveva dato il suo contributo nel seguire le tracce di Dino, l'orso che per mesi ha scorrazzato per Bellunese, Vicentino e Prealpi Venete. Giovedì il cane aveva strappato di forza il guinzaglio ed era scomparso nel bosco. Il suo padrone lo ha a lungo cercato, assieme a un agente della polizia provinciale, e ne ha sentito i guaiti provenire da una profonda forra della Val Rua, dove sono accaduti numerosi incidenti in passato risolti con difficili manovre dal Soccorso alpino. Non potendo raggiungerlo, ha chiesto l'intervento dei soccorritori. Due tecnici di Arsiero, cinofili, si sono calati in corda doppia per circa 200 metri sulla verticale e lo hanno avvicinato, immobilizzato dal suo stesso imbrago a un cespuglio. Nanuq, sebbene disidratato, stava bene. I soccorritori lo hanno quindi recuperato e riportato dal suo padrone.
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2011
Castellavazzo (BL), 07-05-11
Impegnato nella palestra di roccia di Podenzoi, un climber di Treviso, A.V., 35 anni è caduto mettendo male il piede. Sul posto una squadra del Soccorso alpino di Longarone lo ha raggiunto, caricato in barella e accompagnato sulla strada sottostante, dove attendeva un'ambulanza diretta all'ospedale di Belluno. Per l'infortunato si sospetta un trauma alla caviglia.
Impegnato nella palestra di roccia di Podenzoi, un climber di Treviso, A.V., 35 anni è caduto mettendo male il piede. Sul posto una squadra del Soccorso alpino di Longarone lo ha raggiunto, caricato in barella e accompagnato sulla strada sottostante, dove attendeva un'ambulanza diretta all'ospedale di Belluno. Per l'infortunato si sospetta un trauma alla caviglia.
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2011

