2014
Alleghe (BL), 13-10-14
Si è concluso attorno alle 23.30 l'intervento del Soccorso alpino di Agordo, in aiuto di tre escursionisti olandesi che si erano persi al rientro da una gita sotto il Civetta. Al momento di rientrare, infatti, i tre turisti, che nel pomeriggio si erano separati da altri tre compagni, scesi ad Alleghe dalla Val Civetta lungo il sentiero Antersass, avevano deciso di tornare a valle dal Ru del Porta, partendo dal Coldai verso i Piani di Pezzè. Purtroppo, complici il buio in arrivo e le luci dell'abitato nel fondovalle, anziché seguire il percorso verso destra, hanno proseguito, sbagliando, nel canale a fianco, che si interrompe più sotto sopra salti di roccia verticali. Incapaci di risalire autonomamente e ormai sfiniti dalla stanchezza, hanno fatto scattare l'allarme poco prima delle 19. Messi in contatto telefonico con le squadre, otto soccorritori si sono quindi avvicinati al punto in cui si trovavano, individuandoli anche grazie alle luci frontali che gli escursionisti indossavano. Dopo averli raggiunti, hanno dato bevande e integratori ai tre uomini, due di 63 anni, uno di 57, per far riprendere loro le forze e poi lentamente li hanno fatti risalire fino all'incrocio con il sentiero, per poi scendere con loro ai Piani di Pezzè e accompagnarli infine in jeep ad Alleghe.
Si è concluso attorno alle 23.30 l'intervento del Soccorso alpino di Agordo, in aiuto di tre escursionisti olandesi che si erano persi al rientro da una gita sotto il Civetta. Al momento di rientrare, infatti, i tre turisti, che nel pomeriggio si erano separati da altri tre compagni, scesi ad Alleghe dalla Val Civetta lungo il sentiero Antersass, avevano deciso di tornare a valle dal Ru del Porta, partendo dal Coldai verso i Piani di Pezzè. Purtroppo, complici il buio in arrivo e le luci dell'abitato nel fondovalle, anziché seguire il percorso verso destra, hanno proseguito, sbagliando, nel canale a fianco, che si interrompe più sotto sopra salti di roccia verticali. Incapaci di risalire autonomamente e ormai sfiniti dalla stanchezza, hanno fatto scattare l'allarme poco prima delle 19. Messi in contatto telefonico con le squadre, otto soccorritori si sono quindi avvicinati al punto in cui si trovavano, individuandoli anche grazie alle luci frontali che gli escursionisti indossavano. Dopo averli raggiunti, hanno dato bevande e integratori ai tre uomini, due di 63 anni, uno di 57, per far riprendere loro le forze e poi lentamente li hanno fatti risalire fino all'incrocio con il sentiero, per poi scendere con loro ai Piani di Pezzè e accompagnarli infine in jeep ad Alleghe.
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2014
INTERVENTO IN CORSO IN CIVETTA
Scritto da Michela Canova
Alleghe (BL), 12-10-14
Le squadre del Soccorso alpino di Alleghe hanno individuato tre escursionisti olandesi che, perso il sentiero in discesa da Ru de Porta, sotto la Civetta, si sono ritrovati bloccati a circa 1.600 metri sopra ripidi salti di roccia. I tre facevano parte di un gruppo di sei che nel pomeriggio si è separato: tre persone sono scese verso Alleghe dalla Val Civetta lungo il sentiero Antersass, tre, invece, hanno deciso per Ru de Porta, che dal Coldai conduce ai Piani di Pezzè. Quando però, ormai prossimo il buio, ingannati dalle luci di Alleghe, anziché tagliare a destra hanno proseguito inoltrandosi nel canale, i tre sono rimasti incrodati, incapaci di tornare sui propri passi. Scattato l'allarme, il 118 ha quindi allertato il Soccorso alpino di Alleghe. Una volta raggiunti, i soccorritori dovranno ricondurli verso il sentiero, per poi accompagnarli a valle.
Le squadre del Soccorso alpino di Alleghe hanno individuato tre escursionisti olandesi che, perso il sentiero in discesa da Ru de Porta, sotto la Civetta, si sono ritrovati bloccati a circa 1.600 metri sopra ripidi salti di roccia. I tre facevano parte di un gruppo di sei che nel pomeriggio si è separato: tre persone sono scese verso Alleghe dalla Val Civetta lungo il sentiero Antersass, tre, invece, hanno deciso per Ru de Porta, che dal Coldai conduce ai Piani di Pezzè. Quando però, ormai prossimo il buio, ingannati dalle luci di Alleghe, anziché tagliare a destra hanno proseguito inoltrandosi nel canale, i tre sono rimasti incrodati, incapaci di tornare sui propri passi. Scattato l'allarme, il 118 ha quindi allertato il Soccorso alpino di Alleghe. Una volta raggiunti, i soccorritori dovranno ricondurli verso il sentiero, per poi accompagnarli a valle.
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2014
MUORE SOTTO UNA SCARICA DI SASSI
Scritto da Michela Canova
Valli del Pasubio (VI), 12-10-14
Un escursionista ha perso la vita oggi colpito da una scarica di sassi lungo la ferrata delle Cinque Cime sul Pasubio. L'uomo era partito questa mattina con una comitiva per percorrere il sentiero attrezzato numero 367, che da Bocchetta Campiglia, sopra Passo Xomo, porta al Rifugio Papa. A circa metà percorso l'incidente, dove la ferrata corre parallela in cresta alla diciannovesima galleria, quando nel tratto verticale con la scaletta, dalla parete soprastante si sono staccati dei massi che lo hanno centrato. L'allarme è scattato attorno alle 11.40 e il 118 ha inviato l'elicottero di Treviso emergenza e le squadre del Soccorso alpino di Schio e Arsiero. L'eliambulanza, ostacolata dalla presenza di nebbia, ha dovuto sbarcare medico e tecnico del Soccorso alpino dell'equipaggio all'altezza del Passo e da lì, assieme agli altri soccorritori, hanno raggiunto a piedi il luogo, dove purtroppo è stato possibile solamente constatare il decesso di M.V., 58 anni, di Venezia. Ottenuto il nulla osta dalla magistratura per la rimozione, la salma è stata imbarellata e calata da. Una quindicina di soccorritori lungo la ferrata fino al Sentiero delle gallerie da dove è stata poi trasportata a Bocchetta Campiglia, per essere affidata al carro funebre. Anche i compagni dell'uomo che si trovavano con lui al momento della disgrazia sono rientrati con una squadra del Soccorso alpino.
Un escursionista ha perso la vita oggi colpito da una scarica di sassi lungo la ferrata delle Cinque Cime sul Pasubio. L'uomo era partito questa mattina con una comitiva per percorrere il sentiero attrezzato numero 367, che da Bocchetta Campiglia, sopra Passo Xomo, porta al Rifugio Papa. A circa metà percorso l'incidente, dove la ferrata corre parallela in cresta alla diciannovesima galleria, quando nel tratto verticale con la scaletta, dalla parete soprastante si sono staccati dei massi che lo hanno centrato. L'allarme è scattato attorno alle 11.40 e il 118 ha inviato l'elicottero di Treviso emergenza e le squadre del Soccorso alpino di Schio e Arsiero. L'eliambulanza, ostacolata dalla presenza di nebbia, ha dovuto sbarcare medico e tecnico del Soccorso alpino dell'equipaggio all'altezza del Passo e da lì, assieme agli altri soccorritori, hanno raggiunto a piedi il luogo, dove purtroppo è stato possibile solamente constatare il decesso di M.V., 58 anni, di Venezia. Ottenuto il nulla osta dalla magistratura per la rimozione, la salma è stata imbarellata e calata da. Una quindicina di soccorritori lungo la ferrata fino al Sentiero delle gallerie da dove è stata poi trasportata a Bocchetta Campiglia, per essere affidata al carro funebre. Anche i compagni dell'uomo che si trovavano con lui al momento della disgrazia sono rientrati con una squadra del Soccorso alpino.
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2014
SOCCORSA ESCURSIONISTA INFORTUNATA
Scritto da Michela Canova
Tambre (BL), 09-10-14
Scendendo con il compagno dal Rifugio Semenza verso valle, all'altezza del bivio tra il 'troi alto' e il 'troi basso', messo male un piede un'escursionista si è procurata la sospetta frattura di una caviglia. Scattato l'allarme attorno alle 13, l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha tentato di avvicinarsi al luogo dell'incidente a circa 1.900 metri di quota. Ostacolato però dalle nubi basse ha sbarcato il più in alto possibile un tecnico del Soccorso alpino dell'Alpago, mentre altri due risalivano il sentiero dal basso. Raggiunta, P.N., 49 anni, di Venezia, è stata stabilizzata e imbarellata, per iniziare la discesa. Appena un varco lo ha permesso, l'eliambulanza è poi riuscita a portare al Sasson della Madonnina quattro soccorritori, saliti subito incontro ai primi intervenuti, prima che la nebbia impedisse qualsiasi altro avvicinamento. Attrezzate le corde per le calate, la barella è stata trasportata con il sistema lecchese per 500 metri di dislivello fino alle Baracche Mognol e da lì in fuoristrada a Pian delle Lastre, dove l'infortunata è stata affidata all'ambulanza diretta all'ospedale di Belluno.
Scendendo con il compagno dal Rifugio Semenza verso valle, all'altezza del bivio tra il 'troi alto' e il 'troi basso', messo male un piede un'escursionista si è procurata la sospetta frattura di una caviglia. Scattato l'allarme attorno alle 13, l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha tentato di avvicinarsi al luogo dell'incidente a circa 1.900 metri di quota. Ostacolato però dalle nubi basse ha sbarcato il più in alto possibile un tecnico del Soccorso alpino dell'Alpago, mentre altri due risalivano il sentiero dal basso. Raggiunta, P.N., 49 anni, di Venezia, è stata stabilizzata e imbarellata, per iniziare la discesa. Appena un varco lo ha permesso, l'eliambulanza è poi riuscita a portare al Sasson della Madonnina quattro soccorritori, saliti subito incontro ai primi intervenuti, prima che la nebbia impedisse qualsiasi altro avvicinamento. Attrezzate le corde per le calate, la barella è stata trasportata con il sistema lecchese per 500 metri di dislivello fino alle Baracche Mognol e da lì in fuoristrada a Pian delle Lastre, dove l'infortunata è stata affidata all'ambulanza diretta all'ospedale di Belluno.
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2014
RECUPERATA PILOTA DI PARAENDIO
Scritto da Michela Canova
Borso del Grappa (TV), 06-10-14
È stata individuata e recuperata C.C.S., 37 anni, la pilota di parapendio tedesca precipitata tra gli alberi poco dopo il decollo in zona Panettone. I compagni, che l'avevano vista cadere con la vela, avevano dato l'allarme attorno alle 19, indicando l'area in cui l'avevano vista sparire tra la vegetazione. Otto tecnici del Soccorso alpino della Pedemontana del Grappa, con loro un infermiere del Suem, si sono diretti nel luogo indicato, in località Legnarola, a circa 1.200 metri di quota, e hanno iniziato a chiamarla. Quando la donna ha risposto ai richiami, i soccorritori l'hanno raggiunta, incastrata tra i rami a circa 10 metri dal suolo, sotto il sentiero numero 97. Un soccorritore è quindi risalito sulla pianta e, dopo averla assicurata, l'ha calata fino a terra. La donna, che fortunatamente non aveva riportato alcuna conseguenza, è poi rientrata a piedi con la squadra.
È stata individuata e recuperata C.C.S., 37 anni, la pilota di parapendio tedesca precipitata tra gli alberi poco dopo il decollo in zona Panettone. I compagni, che l'avevano vista cadere con la vela, avevano dato l'allarme attorno alle 19, indicando l'area in cui l'avevano vista sparire tra la vegetazione. Otto tecnici del Soccorso alpino della Pedemontana del Grappa, con loro un infermiere del Suem, si sono diretti nel luogo indicato, in località Legnarola, a circa 1.200 metri di quota, e hanno iniziato a chiamarla. Quando la donna ha risposto ai richiami, i soccorritori l'hanno raggiunta, incastrata tra i rami a circa 10 metri dal suolo, sotto il sentiero numero 97. Un soccorritore è quindi risalito sulla pianta e, dopo averla assicurata, l'ha calata fino a terra. La donna, che fortunatamente non aveva riportato alcuna conseguenza, è poi rientrata a piedi con la squadra.
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2014
INTERVENTO IN CORSO
Scritto da Michela Canova
Borso del Grappa (TV), 06-10-14
Otto soccorritori della Pedemontana del Grappa, allertati attorno alle 19, stanno intervenendo sul Monte Legnarola, a circa 1.200 metri di quota, per recuperare il pilota di un deltaplano, illeso.
Otto soccorritori della Pedemontana del Grappa, allertati attorno alle 19, stanno intervenendo sul Monte Legnarola, a circa 1.200 metri di quota, per recuperare il pilota di un deltaplano, illeso.
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2014
Voltago Agordino (BL), 06-10-14
Partite ieri in mattinata per risalire la ferrata Stella alpina sul Monte Agner, due coppie di escursionisti, P.G., 51 anni, donna, F.L., 44 anni, uomo, entrambi di Ponzano Veneto (TV), N.L., 50 anni, donna, di Padova, e S.Z., 46 anni, uomo, di Giavera del Montello (TV), si sono poi trovate in difficoltà nella fase del rientro, quando, sprovviste di ramponi, avrebbero dovuto superare il canalone finale ancora pieno di neve ghiacciata. I quattro, giunti alla normale, infatti, non a conoscenza delle condizioni ancora parzialmente invernali della discesa, sono rimasti bloccati di fronte al lungo tratto innevato da attraversare e attorno alle 19.30 hanno chiesto aiuto al 118, che ha allertato il Soccorso alpino di Agordo. Cinque soccorritori hanno quindi raggiunto il gruppo e, dopo aver assicurato gli escursionisti, li hanno calati uno alla volta per un centinaio di metri, dopo aver allestito le corde fisse. Una volta sul sentiero sono scesi assieme a loro fino al Rifugio Scarpa e da lì li hanno accompagnati a Frassenè. L'intervento si è concluso alle 23.
Partite ieri in mattinata per risalire la ferrata Stella alpina sul Monte Agner, due coppie di escursionisti, P.G., 51 anni, donna, F.L., 44 anni, uomo, entrambi di Ponzano Veneto (TV), N.L., 50 anni, donna, di Padova, e S.Z., 46 anni, uomo, di Giavera del Montello (TV), si sono poi trovate in difficoltà nella fase del rientro, quando, sprovviste di ramponi, avrebbero dovuto superare il canalone finale ancora pieno di neve ghiacciata. I quattro, giunti alla normale, infatti, non a conoscenza delle condizioni ancora parzialmente invernali della discesa, sono rimasti bloccati di fronte al lungo tratto innevato da attraversare e attorno alle 19.30 hanno chiesto aiuto al 118, che ha allertato il Soccorso alpino di Agordo. Cinque soccorritori hanno quindi raggiunto il gruppo e, dopo aver assicurato gli escursionisti, li hanno calati uno alla volta per un centinaio di metri, dopo aver allestito le corde fisse. Una volta sul sentiero sono scesi assieme a loro fino al Rifugio Scarpa e da lì li hanno accompagnati a Frassenè. L'intervento si è concluso alle 23.
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2014
Tambre d'Alpago (BL), 05-10-14
Attorno alle 17 il 118 ha allertato il Soccorso alpino dell'Alpago, per una famiglia di 4 persone che, smarritasi nei boschi del Cansiglio, aveva contattato i carabinieri. Una squadra è quindi partita verso la zona di Campon, dove la famiglia aveva parcheggiato la macchina. Fortunatamente i 4 sono riusciti a tornare autonomamente sulla strada, incrociati dai carabinieri, l'allarme è cessato e i soccorritori sono stati fatti rientrare.
Attorno alle 17 il 118 ha allertato il Soccorso alpino dell'Alpago, per una famiglia di 4 persone che, smarritasi nei boschi del Cansiglio, aveva contattato i carabinieri. Una squadra è quindi partita verso la zona di Campon, dove la famiglia aveva parcheggiato la macchina. Fortunatamente i 4 sono riusciti a tornare autonomamente sulla strada, incrociati dai carabinieri, l'allarme è cessato e i soccorritori sono stati fatti rientrare.
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2014
SCIVOLA SUL SENTIERO
Scritto da Michela Canova
Colle Santa Lucia (BL), 05-10-14
Mentre con alcuni amici stava percorrendo il sentiero che da forcella Giau porta al Nuvolau, costeggiando la parete sud della Gusela, un escursionista è scivolato alcuni metri sul ghiaione, procurandosi un sospetto trauma alla caviglia. Allertata attorno a mezzogiorno, una squadra del Soccorso alpino della Val Fiorentina ha raggiunto il luogo dell'incidente. Imbarellato, M.A., 65 anni, di Treviso, è stato calato sulla parte più ripida e poi trasportato fino al fuoristrada, per essere accompagnato al Rifugio Fedara e affidato all'ambulanza diretta all'ospedale.
Mentre con alcuni amici stava percorrendo il sentiero che da forcella Giau porta al Nuvolau, costeggiando la parete sud della Gusela, un escursionista è scivolato alcuni metri sul ghiaione, procurandosi un sospetto trauma alla caviglia. Allertata attorno a mezzogiorno, una squadra del Soccorso alpino della Val Fiorentina ha raggiunto il luogo dell'incidente. Imbarellato, M.A., 65 anni, di Treviso, è stato calato sulla parte più ripida e poi trasportato fino al fuoristrada, per essere accompagnato al Rifugio Fedara e affidato all'ambulanza diretta all'ospedale.
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2014
La Valle Agordina (BL), 05-10-14
Si è concluso attorno alle 23 l'intervento che ieri ha visto impegnati una decina di soccorritori della Stazione di Agordo nel gruppo della Moiazza. Verso le 18, infatti, una coppia di alpinisti bolognesi, lei 36 anni, lui 34, nella fase delle calate al rientro dallo Spigolo Sorarù sulla Pala del Belia, per un errore si è ritrovata nel canale innevato tra la Pala del Belia e la Pala del Bo, senza ramponi e attrezzatura adeguata per muoversi in sicurezza. Scattato l'allarme, l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore è decollato nella direzione indicata, ma non potendo avvicinarsi per la presenza di nebbia ha portato in quota una prima squadra con il materiale, sbarcandola poco sopra il Rifugio Carestiato, mentre una seconda squadra sopraggiungeva in jeep, per poi proseguire a piedi. I soccorritori hanno poi risalito la Pala del Bo e, allestiti gli ancoraggi, si sono calati per 50-60 metri fino a raggiungere i due alpinisti, bloccati tra la neve e la parete a strapiombo. Una volta assicurati, i due rocciatori sono stati fatti risalire sul sentiero, per poi scendere a valle assieme ai soccorritori.
Si è concluso attorno alle 23 l'intervento che ieri ha visto impegnati una decina di soccorritori della Stazione di Agordo nel gruppo della Moiazza. Verso le 18, infatti, una coppia di alpinisti bolognesi, lei 36 anni, lui 34, nella fase delle calate al rientro dallo Spigolo Sorarù sulla Pala del Belia, per un errore si è ritrovata nel canale innevato tra la Pala del Belia e la Pala del Bo, senza ramponi e attrezzatura adeguata per muoversi in sicurezza. Scattato l'allarme, l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore è decollato nella direzione indicata, ma non potendo avvicinarsi per la presenza di nebbia ha portato in quota una prima squadra con il materiale, sbarcandola poco sopra il Rifugio Carestiato, mentre una seconda squadra sopraggiungeva in jeep, per poi proseguire a piedi. I soccorritori hanno poi risalito la Pala del Bo e, allestiti gli ancoraggi, si sono calati per 50-60 metri fino a raggiungere i due alpinisti, bloccati tra la neve e la parete a strapiombo. Una volta assicurati, i due rocciatori sono stati fatti risalire sul sentiero, per poi scendere a valle assieme ai soccorritori.
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2014
La Valle Agordina (BL), 04-10-14
Una squadra del Soccorso alpino di Agordo sta intervenendo nel gruppo della Moiazza. Poco prima delle 18, infatti, due alpinisti hanno contattato il 118 per problemi nel rientro da una via. I due, usciti dallo Spigolo Sorarù sulla Pala del Belia, sbagliando le doppie, si sono ritrovati in un canale innevato senza ramponi e attrezzatura adeguata. L'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, impossibilitato ad avvicinarsi per la presenza di nebbia, ha portato in quota una squadra, sbarcandola non distante dal Rifugio Carestiato, tra la Pala del Belia e la Pala del Bo. I soccorritori stanno risalendo a piedi.
Una squadra del Soccorso alpino di Agordo sta intervenendo nel gruppo della Moiazza. Poco prima delle 18, infatti, due alpinisti hanno contattato il 118 per problemi nel rientro da una via. I due, usciti dallo Spigolo Sorarù sulla Pala del Belia, sbagliando le doppie, si sono ritrovati in un canale innevato senza ramponi e attrezzatura adeguata. L'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, impossibilitato ad avvicinarsi per la presenza di nebbia, ha portato in quota una squadra, sbarcandola non distante dal Rifugio Carestiato, tra la Pala del Belia e la Pala del Bo. I soccorritori stanno risalendo a piedi.
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2014
Sappada (BL), 04-10-14
Circa a metà della via normale, versante ovest, che porta alla cima del Peralba, un ragazzo e una ragazza di Trieste si sono trovati in difficoltà quando lei, N.B., 26 anni, ha accusato problemi a respirare. Individuati dall'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, decollato verso le 14.30, entrambi sono stati imbarcati in hovering e trasportati fino al Rifugio Sorgenti del Piave.
Circa a metà della via normale, versante ovest, che porta alla cima del Peralba, un ragazzo e una ragazza di Trieste si sono trovati in difficoltà quando lei, N.B., 26 anni, ha accusato problemi a respirare. Individuati dall'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, decollato verso le 14.30, entrambi sono stati imbarcati in hovering e trasportati fino al Rifugio Sorgenti del Piave.
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2014
MUORE COLTO DA MALORE
Scritto da Michela Canova
Pedavena (BL), 04-10-14
Mentre con alcuni parenti stava camminando lungo una strada sterrata in località Santa Susanna, G.R., 57 anni, di Pedavena (BL), si è all'improvviso sentito male. Immediata la chiamata al 118 che, poco prima di mezzogiorno ha inviato l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore. Dopo essere atterrati nelle vicinanze, medico e infermiere hanno a lungo portato avanti le manovre di rianimazione, già iniziate da una persona che era con lui. Purtroppo invano. La salma, una volta constato il decesso, è stata quindi affidata al carro funebre.
Mentre con alcuni parenti stava camminando lungo una strada sterrata in località Santa Susanna, G.R., 57 anni, di Pedavena (BL), si è all'improvviso sentito male. Immediata la chiamata al 118 che, poco prima di mezzogiorno ha inviato l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore. Dopo essere atterrati nelle vicinanze, medico e infermiere hanno a lungo portato avanti le manovre di rianimazione, già iniziate da una persona che era con lui. Purtroppo invano. La salma, una volta constato il decesso, è stata quindi affidata al carro funebre.
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2014
Taibon Agordino (BL), 04-10-14
Primo di cordata, M.D.Z., 21 anni, di Sondrio, stava scalando con il padre la via Cassin alla Torre Trieste quando, sul secondo tiro, è volato per una decina di metri, sbattendo sulla parete. Contattato il 118, sul luogo dell'incidente è stato inviato l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, che ha prima imbarcato un soccorritore della Stazione di Agordo per individuare velocemente l'infortunato. Dalla ricognizione si è appurato che per avvicinarsi al punto in cui si trovavano i due rocciatori, un tratto strapiombante della parete, era necessario utilizzare il gancio baricentrico. Un secondo soccorritore è stato quindi chiamato in supporto alle operazioni e i due soccorritori di Agordo, assieme al tecnico del Soccorso alpino dell'equipaggio, sono stati trasportati fino in quota utilizzando un gancio baricentrico di 100 metri. Sbarcati in parete, hanno imbarellato direttamente il giovane, recuperato poi dall'eliambulanza con il tecnico di elisoccorso, per trasportarlo all'ospedale di Belluno, con sospetti traumi al bacino e a una caviglia. Il padre del ragazzo, rimasto con gli altri due soccorritori, è sceso in corda doppia con loro, per essere poi accompagnato ad Agordo da un'altra squadra sopraggiunta in jeep.
Primo di cordata, M.D.Z., 21 anni, di Sondrio, stava scalando con il padre la via Cassin alla Torre Trieste quando, sul secondo tiro, è volato per una decina di metri, sbattendo sulla parete. Contattato il 118, sul luogo dell'incidente è stato inviato l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, che ha prima imbarcato un soccorritore della Stazione di Agordo per individuare velocemente l'infortunato. Dalla ricognizione si è appurato che per avvicinarsi al punto in cui si trovavano i due rocciatori, un tratto strapiombante della parete, era necessario utilizzare il gancio baricentrico. Un secondo soccorritore è stato quindi chiamato in supporto alle operazioni e i due soccorritori di Agordo, assieme al tecnico del Soccorso alpino dell'equipaggio, sono stati trasportati fino in quota utilizzando un gancio baricentrico di 100 metri. Sbarcati in parete, hanno imbarellato direttamente il giovane, recuperato poi dall'eliambulanza con il tecnico di elisoccorso, per trasportarlo all'ospedale di Belluno, con sospetti traumi al bacino e a una caviglia. Il padre del ragazzo, rimasto con gli altri due soccorritori, è sceso in corda doppia con loro, per essere poi accompagnato ad Agordo da un'altra squadra sopraggiunta in jeep.
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2014
ALPINISTA COLPITO DA UN SASSO
Scritto da Michela Canova
Perarolo di Cadore (BL), 30-09-14
Quasi al termine della Via dei triestini alla Cima Prete, un alpinista, primo di cordata, è stato colpito a una gamba da un sasso staccatosi dall'alto. Scattato l'allarme passate da poco le 10, in suo aiuto è decollato l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore. Individuato a circa 2.600 metri di quota, F.D.G., 46 anni, di Trieste, è stato recuperato assieme al compagno utilizzando un verricello, per essere poi trasportato all'ospedale di Pieve con un probabile trauma. Pronta a intervenire in supporto alle operazioni anche la Stazione del Soccorso alpino di Pieve di Cadore.
Quasi al termine della Via dei triestini alla Cima Prete, un alpinista, primo di cordata, è stato colpito a una gamba da un sasso staccatosi dall'alto. Scattato l'allarme passate da poco le 10, in suo aiuto è decollato l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore. Individuato a circa 2.600 metri di quota, F.D.G., 46 anni, di Trieste, è stato recuperato assieme al compagno utilizzando un verricello, per essere poi trasportato all'ospedale di Pieve con un probabile trauma. Pronta a intervenire in supporto alle operazioni anche la Stazione del Soccorso alpino di Pieve di Cadore.
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2014
Asiago (VI), 29-09-14
Trentacinque ore continue di intervento per recuperare un 'infortunato' a 650 metri di profondità e riportarlo alla luce del sole. Questo è il tempo impiegato nei giorni scorsi per affrontare e ultimare l'emergenza in grotta, in una tre giorni di addestramento congiunto cui hanno preso parte venerdì, sabato e domenica scorsi, 26-27-28 settembre, un'ottantina di speleologi della VI Delagazione Veneto-Trentino Alto Adige e della II Delegazione Friuli Venezia Giulia del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico. Teatro delle manovre l'abisso di Malga Fossetta, sull'Altopiano di Asiago. Questa cavità è una delle più profonde d'Italia (supera infatti i mille metri di profondità) ed ha alcune diramazioni attualmente in esplorazione a notevole profondità. La sua morfologia interna è caratterizzata da un susseguirsi di pozzi verticali alternati ad ambienti più stretti e complessi che rendono estremamente complicato un eventuale intervento di soccorso. In questo scenario complesso si è simulato il soccorso a un infortunato bloccato a una profondità di 650 metri.
Le tre squadre di recupero, che si sono alternate nelle operazioni di trasporto della barella lungo la grotta, hanno impiegato 35 ore per riuscire a portare il ferito in superficie, superando tratti verticali, con l'ausilio di corde e tecniche specifiche, e ambienti angusti dove la barella è stata trasportata a braccia dai soccorritori.
Complessivamente all'esercitazione hanno partecipato circa 80 tecnici suddivisi in tre squadre all'interno della grotta e una esterna che ha fornito supporto tecnico e logistico al campo base allestito nei pressi di Malga Fossetta. Erano presenti anche 4 tecnici del Soccorso speleologico sloveno, per consolidare una collaborazione tra soccorsi delle nazioni confinanti che ha avuto il suo banco di prova nell'intervento in Baviera del giugno scorso. Le operazioni protrattesi per oltre cinquanta ore (sono infatti iniziate nella mattinata di venerdì con l'installazione del campo base e si sono concluse alla mattina di domenica con il debriefing finale), sono state costantemente monitorate e coordinate dall'esterno, attraverso una linea telefonica appositamente stesa lungo la grotta. L'esercitazione è stata un importante banco di prova per testare l'operatività delle due delegazioni in scenari complessi, e per consolidare il rapporto tra le delegazioni vicine, condizione necessaria in caso di incidenti complessi.
Trentacinque ore continue di intervento per recuperare un 'infortunato' a 650 metri di profondità e riportarlo alla luce del sole. Questo è il tempo impiegato nei giorni scorsi per affrontare e ultimare l'emergenza in grotta, in una tre giorni di addestramento congiunto cui hanno preso parte venerdì, sabato e domenica scorsi, 26-27-28 settembre, un'ottantina di speleologi della VI Delagazione Veneto-Trentino Alto Adige e della II Delegazione Friuli Venezia Giulia del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico. Teatro delle manovre l'abisso di Malga Fossetta, sull'Altopiano di Asiago. Questa cavità è una delle più profonde d'Italia (supera infatti i mille metri di profondità) ed ha alcune diramazioni attualmente in esplorazione a notevole profondità. La sua morfologia interna è caratterizzata da un susseguirsi di pozzi verticali alternati ad ambienti più stretti e complessi che rendono estremamente complicato un eventuale intervento di soccorso. In questo scenario complesso si è simulato il soccorso a un infortunato bloccato a una profondità di 650 metri.
Le tre squadre di recupero, che si sono alternate nelle operazioni di trasporto della barella lungo la grotta, hanno impiegato 35 ore per riuscire a portare il ferito in superficie, superando tratti verticali, con l'ausilio di corde e tecniche specifiche, e ambienti angusti dove la barella è stata trasportata a braccia dai soccorritori.
Complessivamente all'esercitazione hanno partecipato circa 80 tecnici suddivisi in tre squadre all'interno della grotta e una esterna che ha fornito supporto tecnico e logistico al campo base allestito nei pressi di Malga Fossetta. Erano presenti anche 4 tecnici del Soccorso speleologico sloveno, per consolidare una collaborazione tra soccorsi delle nazioni confinanti che ha avuto il suo banco di prova nell'intervento in Baviera del giugno scorso. Le operazioni protrattesi per oltre cinquanta ore (sono infatti iniziate nella mattinata di venerdì con l'installazione del campo base e si sono concluse alla mattina di domenica con il debriefing finale), sono state costantemente monitorate e coordinate dall'esterno, attraverso una linea telefonica appositamente stesa lungo la grotta. L'esercitazione è stata un importante banco di prova per testare l'operatività delle due delegazioni in scenari complessi, e per consolidare il rapporto tra le delegazioni vicine, condizione necessaria in caso di incidenti complessi.

Pubblicato in
2014

