2013
Belluno, 15-06-13
Ricevuta la segnalazione di una persona che, dalla pista ciclabile di fronte all'aeroporto, aveva visto un paracadute cadere verso il greto del Piave, il 118 ha allertato la Stazione di Belluno perchè verificasse non ci fosse qualcuno in difficoltà. Giunto con il fuoristrada nel luogo indicato, un soccorritore ha incontrato il paracadutista che stava sistemando la vela, dopo aver avuto effettivamente qualche problema nella fase di atterraggio, risolto fortunatamente senza alcuna conseguenza.
Ricevuta la segnalazione di una persona che, dalla pista ciclabile di fronte all'aeroporto, aveva visto un paracadute cadere verso il greto del Piave, il 118 ha allertato la Stazione di Belluno perchè verificasse non ci fosse qualcuno in difficoltà. Giunto con il fuoristrada nel luogo indicato, un soccorritore ha incontrato il paracadutista che stava sistemando la vela, dopo aver avuto effettivamente qualche problema nella fase di atterraggio, risolto fortunatamente senza alcuna conseguenza.
Pubblicato in
2013
PRECIPITA DAL SENTIERO SUL PASUBIO
Scritto da Michela Canova
Valli del Pasubio (VI), 15-06-13
Un'escursionista di 43 anni, di Valli del Pasubio (VI), è ruzzolata per alcune decine di metri dal sentiero di Val Fontana d'oro, che stava percorrendo con altre persone. Scattato l'allarme poco prima delle 9, verso il luogo dell'incidente sono stati inviati l'elicottero di Verona emergenza e una squadra del Soccorso alpino di Schio, pronta a intervenire dal rifugio Balasso in supporto alle operazioni. L'incidente è avvenuto nel tratto più ripido della mulattiera militare (in teoria chiusa perchè soggetta a frane, ma sempre molto frequentata), intagliata a serpentina in un costone all'uscita della zona di bosco, dove la donna, scivolata, è caduta tra le rocce sottostanti. Dopo averla individuata, l'eliambulanza ha sbarcato con un verricello di 30 metri, tecnico del Soccorso alpino di turno con l'equipaggio, medico e infermiere, che hanno subito prestato le prime cure all'infortunata, con un sospetto trauma cranico e altre contusioni. Imbarellata, l'escursionista è stata recuperata sempre con un verricello, per essere trasportata all'ospedale di Vicenza con possibili politraumi.
Un'escursionista di 43 anni, di Valli del Pasubio (VI), è ruzzolata per alcune decine di metri dal sentiero di Val Fontana d'oro, che stava percorrendo con altre persone. Scattato l'allarme poco prima delle 9, verso il luogo dell'incidente sono stati inviati l'elicottero di Verona emergenza e una squadra del Soccorso alpino di Schio, pronta a intervenire dal rifugio Balasso in supporto alle operazioni. L'incidente è avvenuto nel tratto più ripido della mulattiera militare (in teoria chiusa perchè soggetta a frane, ma sempre molto frequentata), intagliata a serpentina in un costone all'uscita della zona di bosco, dove la donna, scivolata, è caduta tra le rocce sottostanti. Dopo averla individuata, l'eliambulanza ha sbarcato con un verricello di 30 metri, tecnico del Soccorso alpino di turno con l'equipaggio, medico e infermiere, che hanno subito prestato le prime cure all'infortunata, con un sospetto trauma cranico e altre contusioni. Imbarellata, l'escursionista è stata recuperata sempre con un verricello, per essere trasportata all'ospedale di Vicenza con possibili politraumi.
Pubblicato in
2013
Cortina d'Ampezzo (BL), 14-06-13
Mentre risaliva con altre cinque persone la ferrata Kaiserjager sul Lagazuoi un escursionista olandese, M.W., 40 anni, si è ferito a una mano, probabilmente schiacciata da un sasso. Scattato l'allarme poco prima delle 16, il 118 ha inviato l'elicottero di Pieve di Cadore sul luogo dell'incidente all'altezza della Cengia Martini. L'eliambulanza ha quindi recuperato con un verricello di una decina di metri l'infortunato, trasportato poi all'ospedale di Pieve di Cadore, e 4 altri escursionisti illesi (uno è rientrato da solo), condotti fino al Passo Falzarego.
Mentre risaliva con altre cinque persone la ferrata Kaiserjager sul Lagazuoi un escursionista olandese, M.W., 40 anni, si è ferito a una mano, probabilmente schiacciata da un sasso. Scattato l'allarme poco prima delle 16, il 118 ha inviato l'elicottero di Pieve di Cadore sul luogo dell'incidente all'altezza della Cengia Martini. L'eliambulanza ha quindi recuperato con un verricello di una decina di metri l'infortunato, trasportato poi all'ospedale di Pieve di Cadore, e 4 altri escursionisti illesi (uno è rientrato da solo), condotti fino al Passo Falzarego.
Pubblicato in
2013
Voltago Agordino (BL), 14-06-13
È stato un intervento impegnativo e complesso quello che questa notte ha visto all'opera una squadra del Soccorso alpino di Agordo e l'equipaggio dell'AB 205 del Quarto Reggimento aviazione dell'esercito 'Altair' di Bolzano nel recupero di una persona in difficoltà in cima al monte Agner (2.872 metri di altitudine). Il primo in assoluto in Italia con l'utilizzo di visori notturni, Nvg Night vision goggles, a quelle quote e condizioni. Ieri in mattinata R.P., 27 anni, di Cittadella (PD) era partito per risalire la ferrata Stella alpina, sull'Agner, con l'intenzione di passare poi la notte al bivacco Biasin. Probabilmente la presenza di una notevole quantità di neve ha rallentato il suo avanzare e si è ritrovato all'uscita del difficile percorso attrezzato verso le 20. Con il sentiero nascosto dalla coltre, ha cercato di proseguire e raggiungere il rifugio, ma ha sbagliato direzione e si è ritrovato, dopo essere scivolato più volte, un centinaio di metri più alto, sotto la parete dei Lastei, al buio, con la pila, però senza ramponi e piccozza che lo aiutassero nei movimenti. Impaurito, contuso e bloccato su un ripido versante con il rischio di rotolare per centinaia di metri a valle, ha contattato il 118. Alle 21.30 la centrale ha allertato la Stazione del Soccorso alpino di Agordo che, proprio una settimana prima, aveva preso parte a un'esercitazione notturna con due elicotteri dell'esercito (uno pilotato dallo stesso comandante di questa notte) sul passo Duran. La richiesta di intervento inoltrata a Poggio Renatico è stata prontamente accettata con l'invio di un elicottero. Dopo aver predisposto ogni cosa per il volo, passata da poco la mezzanotte, quattro soccorritori sono stati imbarcati, trasportati nel buio in quota e sbarcati in hovering su una cima a sinistra di quella dei Lastei, a circa 2.500 metri di quota. Lasciati soli, i soccorritori hanno attrezzato gli ancoraggi, si sono calati per 150 metri e, per un traverso, in un'ora e mezza hanno raggiunto l'escursionista. Valutata la situazione, lo hanno assicurato e aiutato a risalire in un punto più facile per l'avvicinamento dell'AB 205, che li ha imbarcati in due rotazioni, per poi trasportarli all'ospedale di Agordo, dove l'uomo è stato accompagnato per le verifiche del caso.
È stato un intervento impegnativo e complesso quello che questa notte ha visto all'opera una squadra del Soccorso alpino di Agordo e l'equipaggio dell'AB 205 del Quarto Reggimento aviazione dell'esercito 'Altair' di Bolzano nel recupero di una persona in difficoltà in cima al monte Agner (2.872 metri di altitudine). Il primo in assoluto in Italia con l'utilizzo di visori notturni, Nvg Night vision goggles, a quelle quote e condizioni. Ieri in mattinata R.P., 27 anni, di Cittadella (PD) era partito per risalire la ferrata Stella alpina, sull'Agner, con l'intenzione di passare poi la notte al bivacco Biasin. Probabilmente la presenza di una notevole quantità di neve ha rallentato il suo avanzare e si è ritrovato all'uscita del difficile percorso attrezzato verso le 20. Con il sentiero nascosto dalla coltre, ha cercato di proseguire e raggiungere il rifugio, ma ha sbagliato direzione e si è ritrovato, dopo essere scivolato più volte, un centinaio di metri più alto, sotto la parete dei Lastei, al buio, con la pila, però senza ramponi e piccozza che lo aiutassero nei movimenti. Impaurito, contuso e bloccato su un ripido versante con il rischio di rotolare per centinaia di metri a valle, ha contattato il 118. Alle 21.30 la centrale ha allertato la Stazione del Soccorso alpino di Agordo che, proprio una settimana prima, aveva preso parte a un'esercitazione notturna con due elicotteri dell'esercito (uno pilotato dallo stesso comandante di questa notte) sul passo Duran. La richiesta di intervento inoltrata a Poggio Renatico è stata prontamente accettata con l'invio di un elicottero. Dopo aver predisposto ogni cosa per il volo, passata da poco la mezzanotte, quattro soccorritori sono stati imbarcati, trasportati nel buio in quota e sbarcati in hovering su una cima a sinistra di quella dei Lastei, a circa 2.500 metri di quota. Lasciati soli, i soccorritori hanno attrezzato gli ancoraggi, si sono calati per 150 metri e, per un traverso, in un'ora e mezza hanno raggiunto l'escursionista. Valutata la situazione, lo hanno assicurato e aiutato a risalire in un punto più facile per l'avvicinamento dell'AB 205, che li ha imbarcati in due rotazioni, per poi trasportarli all'ospedale di Agordo, dove l'uomo è stato accompagnato per le verifiche del caso.
Pubblicato in
2013
Auronzo di Cadore (BL), 14-06-13
L'elicottero del Suem di Pieve di Cadore è decollato alle 5.15 per recuperare due alpinisti tedeschi sulla Grande delle Tre Cime di Lavaredo. I due, M.K., 40 anni, e A.W., 44, entrambi di Monaco di Baviera, avevano contattato il 118 ieri sera attorno alle 22, dopo essere usciti sulla parete est, probabilmente dallo Spigolo Dibona. In cima però le condizioni invernali con neve abbondante, pur senza freddo, e la scarsa conoscenza dell'itinerario di rientro, non hanno permesso loro di trovare il punto per attrezzare le doppie di discesa. Con la batteria del cellulare quasi scarica, avevano comunicato di essere illesi, con abbigliamento adeguato, ramponi e piccozze. Una squadra del Soccorso alpino di Auronzo, con personale del Corpo forestale dello Stato, arrivata alla base della parete li aveva individuati su una cengia riparata della parete sud, verso la normale. Tramite messaggi, i soccorritori si sono assicurati che i due alpinisti stessero bene, non si muovessero, ricevendo risposta affermativa sulla loro possibilità di attendere la luce del sole, dal momento che le squadre a piedi avrebbero comunque impiegato alcune ore per raggiungerli al buio. All'alba l'elicottero li ha quindi individuati a circa 2.950 metri di quota e il tecnico del Soccorso alpino di turno con l'equipaggio li ha imbarcati in hovering. Gli alpinisti sono quindi stati trasportati fino al rifugio Auronzo.
L'elicottero del Suem di Pieve di Cadore è decollato alle 5.15 per recuperare due alpinisti tedeschi sulla Grande delle Tre Cime di Lavaredo. I due, M.K., 40 anni, e A.W., 44, entrambi di Monaco di Baviera, avevano contattato il 118 ieri sera attorno alle 22, dopo essere usciti sulla parete est, probabilmente dallo Spigolo Dibona. In cima però le condizioni invernali con neve abbondante, pur senza freddo, e la scarsa conoscenza dell'itinerario di rientro, non hanno permesso loro di trovare il punto per attrezzare le doppie di discesa. Con la batteria del cellulare quasi scarica, avevano comunicato di essere illesi, con abbigliamento adeguato, ramponi e piccozze. Una squadra del Soccorso alpino di Auronzo, con personale del Corpo forestale dello Stato, arrivata alla base della parete li aveva individuati su una cengia riparata della parete sud, verso la normale. Tramite messaggi, i soccorritori si sono assicurati che i due alpinisti stessero bene, non si muovessero, ricevendo risposta affermativa sulla loro possibilità di attendere la luce del sole, dal momento che le squadre a piedi avrebbero comunque impiegato alcune ore per raggiungerli al buio. All'alba l'elicottero li ha quindi individuati a circa 2.950 metri di quota e il tecnico del Soccorso alpino di turno con l'equipaggio li ha imbarcati in hovering. Gli alpinisti sono quindi stati trasportati fino al rifugio Auronzo.
Pubblicato in
2013
SOCCORSO ESCURSIONISTA SVEDESE
Scritto da Michela Canova
Belluno, 12-06-13
Per cercare di aggirare una frana caduta sul sentiero, un escursionista svedese, M.S., 52 anni, è scivolato per alcuni metri ferendosi sulle rocce taglienti. L'incidente è avvenuto poco prima delle 12, quando i 5 connazionali con cui si trovava, compresa la moglie, hanno lanciato l'allarme. Il gruppo stava percorrendo la mulattiera che da Ponte Mariano porta alle Gallerie, nella vallata compresa tra le Case Bortot e il Roanza, e si è trovato di fronte l'ostacolo. A causa della vegetazione, l'elicottero di Pieve di Cadore decollato in direzione del luogo non è riuscito subito a individuare l'infortunato, che è stato però presto raggiunto dalla jeep del Soccorso alpino di Belluno, con a bordo l'infermiere di Stazione che ha prestato le prime cure al ferito. Sbarcati poi con un verricello altri 3 soccorritori e il tecnico del Soccorso alpino di turno con l'equipaggio, l'escursionista è stato imbarellato e recuperato anch'egli con il verricello dall'eliambulanza, per essere trasportato all'ospedale di Belluno con diversi tagli su viso e corpo e la probabile frattura di un braccio.
Per cercare di aggirare una frana caduta sul sentiero, un escursionista svedese, M.S., 52 anni, è scivolato per alcuni metri ferendosi sulle rocce taglienti. L'incidente è avvenuto poco prima delle 12, quando i 5 connazionali con cui si trovava, compresa la moglie, hanno lanciato l'allarme. Il gruppo stava percorrendo la mulattiera che da Ponte Mariano porta alle Gallerie, nella vallata compresa tra le Case Bortot e il Roanza, e si è trovato di fronte l'ostacolo. A causa della vegetazione, l'elicottero di Pieve di Cadore decollato in direzione del luogo non è riuscito subito a individuare l'infortunato, che è stato però presto raggiunto dalla jeep del Soccorso alpino di Belluno, con a bordo l'infermiere di Stazione che ha prestato le prime cure al ferito. Sbarcati poi con un verricello altri 3 soccorritori e il tecnico del Soccorso alpino di turno con l'equipaggio, l'escursionista è stato imbarellato e recuperato anch'egli con il verricello dall'eliambulanza, per essere trasportato all'ospedale di Belluno con diversi tagli su viso e corpo e la probabile frattura di un braccio.
Pubblicato in
2013
SOCCORSO ALPINO, CROCE BIANCA, VIGILI DEL FUOCO IN ADDESTRAMENTO A COLLE SANTA LUCIA
Scritto da Michela Canova
Colle Santa Lucia (BL), 12-06-13
Un boscaiolo si ferisce mentre taglia un albero e due bikers escono di strada scendendo da un sentiero. Sono due le emergenze ipotizzate domenica scorsa durante l'addestramento congiunto che ha coinvolto il Soccorso alpino di Val Fiorentina e Livinallongo e il personale della Croce bianca e vigili del fuoco volontari di Colle Santa Lucia, chiamati sovente ad operare assieme in aiuto delle persone in difficoltà in montagna. Domenica scorsa, dopo essersi sottoposti in mattinata alle periodiche verifiche per valutare il costante grado di preparazione, una ventina di soccorritori delle due Stazioni ha preso parte con 14, tra volontari della Croce bianca e vigili del fuoco, alla simulazione di due interventi, mettendo in atto le consuete manovre operative, anche in vista dell'arrivo dell'estate e dell'aumento delle chiamate al 118.
In località Pianaz, nel territorio di Colle, è stato prima affrontato un incidente boschivo con conseguente ferito grave. Dopo l'allerta, i vigili hanno innanzitutto messo in sicurezza la pianta pericolante, mentre i sanitari prestavano assistenza medica all'infortunato che, imbarellato, è stato trasportato in un luogo aperto. Lì, grazie a una pausa del maltempo, l'elicottero sostitutivo, messo gentilmente a disposizione dal Suem per l'esercitazione, ha potuto procedere al recupero e imbarco. Successivamente, finchè non sono ricomparse nebbia e pioggia, i soccorritori hanno effettuato prove di imbarco e sbarco in hovering e calate con il verricello, per poi partecipare alla seconda simulazione. In questo caso due mountain bike uscite di strada, con un ciclista finito subito sotto il ciglio e il secondo ruzzolato molto più in basso, richiedendo anche una piccola ricerca da parte delle squadre. Individuati, entrambi sono stati medicati, mentre il biker caduto nel pendio è stato recuperato con argano e barella portantina.
Un boscaiolo si ferisce mentre taglia un albero e due bikers escono di strada scendendo da un sentiero. Sono due le emergenze ipotizzate domenica scorsa durante l'addestramento congiunto che ha coinvolto il Soccorso alpino di Val Fiorentina e Livinallongo e il personale della Croce bianca e vigili del fuoco volontari di Colle Santa Lucia, chiamati sovente ad operare assieme in aiuto delle persone in difficoltà in montagna. Domenica scorsa, dopo essersi sottoposti in mattinata alle periodiche verifiche per valutare il costante grado di preparazione, una ventina di soccorritori delle due Stazioni ha preso parte con 14, tra volontari della Croce bianca e vigili del fuoco, alla simulazione di due interventi, mettendo in atto le consuete manovre operative, anche in vista dell'arrivo dell'estate e dell'aumento delle chiamate al 118.
In località Pianaz, nel territorio di Colle, è stato prima affrontato un incidente boschivo con conseguente ferito grave. Dopo l'allerta, i vigili hanno innanzitutto messo in sicurezza la pianta pericolante, mentre i sanitari prestavano assistenza medica all'infortunato che, imbarellato, è stato trasportato in un luogo aperto. Lì, grazie a una pausa del maltempo, l'elicottero sostitutivo, messo gentilmente a disposizione dal Suem per l'esercitazione, ha potuto procedere al recupero e imbarco. Successivamente, finchè non sono ricomparse nebbia e pioggia, i soccorritori hanno effettuato prove di imbarco e sbarco in hovering e calate con il verricello, per poi partecipare alla seconda simulazione. In questo caso due mountain bike uscite di strada, con un ciclista finito subito sotto il ciglio e il secondo ruzzolato molto più in basso, richiedendo anche una piccola ricerca da parte delle squadre. Individuati, entrambi sono stati medicati, mentre il biker caduto nel pendio è stato recuperato con argano e barella portantina.
Pubblicato in
2013
SOCCORSE PERSONE IN DIFFICOLTÀ
Scritto da Michela Canova
Valli del Pasubio (VI), 09-06-13
Attardatisi rispetto al resto della comitiva prima del tratto attrezzato del Boale del Baffelan, tre escursionisti veneziani, fratello e sorella e un'amica cinquantenni, hanno contattato il 118, trovandosi in difficoltà dopo l'acquazzone, in un punto ripido e scivoloso non distante da rifugio Campogrosso. Una squadra del Soccorso alpino di Schio è subito partita in loro aiuto, mentre altri soccorritori delle Stazioni di Recoaro-Valdagno, Verona, Padova, impegnati in un addestramento nelle vicinanze, risalivano da un altro percorso. Individuati, i tre escursionisti sono stati assicurati per superare il tratto difficile e riaccompagnati fino a Pian dele Fugazze al parcheggio.
Attardatisi rispetto al resto della comitiva prima del tratto attrezzato del Boale del Baffelan, tre escursionisti veneziani, fratello e sorella e un'amica cinquantenni, hanno contattato il 118, trovandosi in difficoltà dopo l'acquazzone, in un punto ripido e scivoloso non distante da rifugio Campogrosso. Una squadra del Soccorso alpino di Schio è subito partita in loro aiuto, mentre altri soccorritori delle Stazioni di Recoaro-Valdagno, Verona, Padova, impegnati in un addestramento nelle vicinanze, risalivano da un altro percorso. Individuati, i tre escursionisti sono stati assicurati per superare il tratto difficile e riaccompagnati fino a Pian dele Fugazze al parcheggio.
Pubblicato in
2013
Paderno del Grappa (TV), 09-06-13
È grave un'escursionista precipitata per un centinaio di metri dalla ferrata dei Sass Brusai, sul monte Grappa. La donna (della quale al momento non sono note le generalità), che stava risalendo con amici il sentiero attrezzato, è scivolata poco prima del ponte tibetano cadendo nel vuoto. I compagni hanno subito allertato il 118, che ha inviato l'elicottero di Treviso emergenza. L'eliambulanza, imbarcato un soccorritore della Stazione Pedemontana del Grappa, ha individuato il luogo dell'incidente. Sbarcati tecnico del Soccorso alpino di turno con l'equipaggio, medico e l'altro soccorritore con un verricello di una trentina di metri, all'infortunata, raggiunta nel frattempo anche da due dei suoi amici, sono state prestate le prime cure. Imbarellata, la donna è stata recuperata e trasportata all'ospedale di Treviso con sospetti politraumi.
È grave un'escursionista precipitata per un centinaio di metri dalla ferrata dei Sass Brusai, sul monte Grappa. La donna (della quale al momento non sono note le generalità), che stava risalendo con amici il sentiero attrezzato, è scivolata poco prima del ponte tibetano cadendo nel vuoto. I compagni hanno subito allertato il 118, che ha inviato l'elicottero di Treviso emergenza. L'eliambulanza, imbarcato un soccorritore della Stazione Pedemontana del Grappa, ha individuato il luogo dell'incidente. Sbarcati tecnico del Soccorso alpino di turno con l'equipaggio, medico e l'altro soccorritore con un verricello di una trentina di metri, all'infortunata, raggiunta nel frattempo anche da due dei suoi amici, sono state prestate le prime cure. Imbarellata, la donna è stata recuperata e trasportata all'ospedale di Treviso con sospetti politraumi.
Pubblicato in
2013
INTERVENTO SULL'ANTELAO
Scritto da Michela Canova
Calalzo di Cadore (BL), 08-06-13
Questa mattina alle 7.20 il 118 è stato allertato da un'escursionista che si era ferito mentre risaliva il canale Oppel verso la cima dell'Antelao. L'uomo, che 200 metri più in alto era preceduto da un amico impossibilitato a scendere in suo aiuto, si trovava proprio nella parte più interna del canale, a circa 2.500 metri di quota. Decollato, l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha effettuato una ricognizione, individuando P.P., 41 anni, di Romano d'Ezzelino (VI), in un affossamento largo pochi metri. Il tecnico del Soccorso alpino di turno con l'equipaggio, calato per 40 metri con il verricello, lo ha assicurato e recuperato velocemente, nel timore che dall'alto, dove si trovavano altre persone, potessero cadere neve e sassi. L'infortunato è stato quindi trasportato all'ospedale di Cortina con una sospetta frattura del braccio.
Questa mattina alle 7.20 il 118 è stato allertato da un'escursionista che si era ferito mentre risaliva il canale Oppel verso la cima dell'Antelao. L'uomo, che 200 metri più in alto era preceduto da un amico impossibilitato a scendere in suo aiuto, si trovava proprio nella parte più interna del canale, a circa 2.500 metri di quota. Decollato, l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha effettuato una ricognizione, individuando P.P., 41 anni, di Romano d'Ezzelino (VI), in un affossamento largo pochi metri. Il tecnico del Soccorso alpino di turno con l'equipaggio, calato per 40 metri con il verricello, lo ha assicurato e recuperato velocemente, nel timore che dall'alto, dove si trovavano altre persone, potessero cadere neve e sassi. L'infortunato è stato quindi trasportato all'ospedale di Cortina con una sospetta frattura del braccio.
Pubblicato in
2013
SOCCORSO ESCURSIONISTA SUL TERNE
Scritto da Michela Canova
Belluno, 06-06-13
Scendendo con due amici dal monte Terne, V.A., 24 anni, di Belluno, è scivolato sul sentiero mettendo male il piede. Uno dei compagni ha chiamato il 118, passate da poco le 16, per dare l'allarme ed è stata inviata una squadra del Soccorso alpino di Belluno, poichè l'infortunato si trovava tra la fitta vegetazione difficilmente individuabile e una perturbazione non permetteva l'intervento dell'elicottero. Quattro soccorritori, avvicinatisi con la jeep, hanno incontrato gli amici del ragazzo andati loro incontro all'altezza delle Case Bortot. Raggiunto il ferito, a circa mille metri di quota, la squadra ha aperto uno spiazzo per permettere il successivo avvicinamento dell'elicottero, che ha calato con un verricello di 35 metri il tecnico del Soccorso alpino di turno con l'equipaggio, seguito dal medico che ha prestato le prime cure al giovane. Imbarellato, l'escurionista è stato spostato di un centinaio di metri per essere recuperato dall'eliambulanza che lo ha recuperato e trasportato all'ospedale di Belluno con una sospetta frattura alla caviglia.
Scendendo con due amici dal monte Terne, V.A., 24 anni, di Belluno, è scivolato sul sentiero mettendo male il piede. Uno dei compagni ha chiamato il 118, passate da poco le 16, per dare l'allarme ed è stata inviata una squadra del Soccorso alpino di Belluno, poichè l'infortunato si trovava tra la fitta vegetazione difficilmente individuabile e una perturbazione non permetteva l'intervento dell'elicottero. Quattro soccorritori, avvicinatisi con la jeep, hanno incontrato gli amici del ragazzo andati loro incontro all'altezza delle Case Bortot. Raggiunto il ferito, a circa mille metri di quota, la squadra ha aperto uno spiazzo per permettere il successivo avvicinamento dell'elicottero, che ha calato con un verricello di 35 metri il tecnico del Soccorso alpino di turno con l'equipaggio, seguito dal medico che ha prestato le prime cure al giovane. Imbarellato, l'escurionista è stato spostato di un centinaio di metri per essere recuperato dall'eliambulanza che lo ha recuperato e trasportato all'ospedale di Belluno con una sospetta frattura alla caviglia.
Pubblicato in
2013
La Valle Agordina (BL), 06-06-13
Si è svolto ieri sera nel gruppo della Moiazza il primo addestramento tra esercito e Soccorso alpino, a livello nazionale, con l'utilizzo di visori notturni nella movimentazione e trasporto del personale in montagna. Due elicotteri AB 205 del quarto reggimento Aves Altair di Bolzano, con equipaggio attrezzato per il volo notturno, si sono esercitati ieri con 35 soccorritori delle diverse Stazioni della Delegazione Dolomiti Bellunesi, mettendo in pratica le tecniche operative Sar, Search and rescue, in ambiente impervio e ostile. Stabilito il campo base sui prati di Passo Duran, a partire dalle 17.30 si è tenuto il briefing in cui il tenente colonnello Graziano Cappello ha illustrato l'operatività con gli elicotteri, dall'allertamento, agli spostamenti notturni con Nvg, Night vision goggles. Successivamente i soccorritori divisi in 8 gruppi, prima del tramonto, hanno a turno effettuato imbarchi da Passo Duran, trasporto e sbarco in hovering in quota su Croda Spiza e Pala del Bo' e ritorno. Parte delle manovre sono state portate a termine anche nella fase notturna, interrotta purtroppo attorno alle 23 dalla nebbia persistente. "Come esercito, areonautica, marina, interveniamo nelle operazioni Sar, per persone e veivoli dispersi, attivati da Poggio Renatico, come per attività di protezione civile su richeista delle prefetture - spiega il tenento colonnello Cappello - questa giornata è di addestramento anche per noi stessi, oltre che per il Soccorso alpino, perchè l'attività nostra è altra, anche se l'intervento di notte è sempre piú richiesto". Il riferimento è a due emergenze notturne che hanno visto recentemente l'intervento con i visori: il recupero a ottobre in Val di Fassa di un pilota di parapendio ferito e l'incidente con la motoslitta di una comitiva russa sul Cermis.
"La cooperazione tra Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico e Ministero della difesa è regolata da un accordo tecnico del 2009 - entra nello specifico il colonnello Francesco Nardone, collegamento tra i due enti - anche se effettivamente la collaborazione è precedente agli anni '50. In ambiente ostile, il Cnsas richiede l'intervento del Ministero, aeronautica, esercito marina, e il punto di contatto per l'allertamento è Poggio Renatico a Ferrara. Gli ausili della visione notturna per il soccorso aereo in montagna sono in vigore da una decina di anni. Per il momento esclusivamente per i militari, ma non escludo che in futuro possano essere utilizzati anche nell'aeronautica civile. L'esercitazione di ieri nasce per addestrarsi in funzione di operazioni reali e rientra in un programma annuale predisposto dal direzione nazionale del Soccorso alpino".
Si è svolto ieri sera nel gruppo della Moiazza il primo addestramento tra esercito e Soccorso alpino, a livello nazionale, con l'utilizzo di visori notturni nella movimentazione e trasporto del personale in montagna. Due elicotteri AB 205 del quarto reggimento Aves Altair di Bolzano, con equipaggio attrezzato per il volo notturno, si sono esercitati ieri con 35 soccorritori delle diverse Stazioni della Delegazione Dolomiti Bellunesi, mettendo in pratica le tecniche operative Sar, Search and rescue, in ambiente impervio e ostile. Stabilito il campo base sui prati di Passo Duran, a partire dalle 17.30 si è tenuto il briefing in cui il tenente colonnello Graziano Cappello ha illustrato l'operatività con gli elicotteri, dall'allertamento, agli spostamenti notturni con Nvg, Night vision goggles. Successivamente i soccorritori divisi in 8 gruppi, prima del tramonto, hanno a turno effettuato imbarchi da Passo Duran, trasporto e sbarco in hovering in quota su Croda Spiza e Pala del Bo' e ritorno. Parte delle manovre sono state portate a termine anche nella fase notturna, interrotta purtroppo attorno alle 23 dalla nebbia persistente. "Come esercito, areonautica, marina, interveniamo nelle operazioni Sar, per persone e veivoli dispersi, attivati da Poggio Renatico, come per attività di protezione civile su richeista delle prefetture - spiega il tenento colonnello Cappello - questa giornata è di addestramento anche per noi stessi, oltre che per il Soccorso alpino, perchè l'attività nostra è altra, anche se l'intervento di notte è sempre piú richiesto". Il riferimento è a due emergenze notturne che hanno visto recentemente l'intervento con i visori: il recupero a ottobre in Val di Fassa di un pilota di parapendio ferito e l'incidente con la motoslitta di una comitiva russa sul Cermis.
"La cooperazione tra Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico e Ministero della difesa è regolata da un accordo tecnico del 2009 - entra nello specifico il colonnello Francesco Nardone, collegamento tra i due enti - anche se effettivamente la collaborazione è precedente agli anni '50. In ambiente ostile, il Cnsas richiede l'intervento del Ministero, aeronautica, esercito marina, e il punto di contatto per l'allertamento è Poggio Renatico a Ferrara. Gli ausili della visione notturna per il soccorso aereo in montagna sono in vigore da una decina di anni. Per il momento esclusivamente per i militari, ma non escludo che in futuro possano essere utilizzati anche nell'aeronautica civile. L'esercitazione di ieri nasce per addestrarsi in funzione di operazioni reali e rientra in un programma annuale predisposto dal direzione nazionale del Soccorso alpino".

Pubblicato in
2013
LaValle Agordina (BL), 04-06-13
Avrà luogo domani, 5 giugno, a partire dalle 17, un'esercitazione di elisoccorso notturno, con la partecipazione di 2 elicotteri ed equipaggi dotati di visori notturni dell'esercito italiano - IV Corpo di armata di Bolzano e di 32 soccorritori appartenenti alle diverse Stazioni del Soccorso alpino Dolomiti Bellunesi. L'appuntamento è al Passo Duran dove, dopo una riunione introduttiva, equipaggi e squadre affettueranno un doppio addestramento, prima alla luce del giorno, dopo al buio. I soccorritori saranno elitrasportati su due differenti vette del gruppo della Moiazza, Croda Spiz e Pala del rifugio, sbarcati in hovering e poi nuovamente imbarcati. Alla Stazione del Soccorso alpino di Agordo, competente per territorio, il compito di attrezzare le cime per gli sbarchi del personale. L'esercitazione è mirata all'acquisizione di conoscenze tecniche sul volo notturno Sar, Search and rescue, diverso dall'Hems (che prevede ad esempio trasferimento da piazzola a piazzola) e a praticare, con elevati margini di sicurezza, operazioni in ambiente impervio che attualmente non è possibile attuare in Italia con l'elisoccorso civile. Gli organi di informazione sono invitati a partecipare. L'addestramento si concluderà attorno a mezzanotte e, in caso di maltempo, sarà rinviato al 12 giugno.
Avrà luogo domani, 5 giugno, a partire dalle 17, un'esercitazione di elisoccorso notturno, con la partecipazione di 2 elicotteri ed equipaggi dotati di visori notturni dell'esercito italiano - IV Corpo di armata di Bolzano e di 32 soccorritori appartenenti alle diverse Stazioni del Soccorso alpino Dolomiti Bellunesi. L'appuntamento è al Passo Duran dove, dopo una riunione introduttiva, equipaggi e squadre affettueranno un doppio addestramento, prima alla luce del giorno, dopo al buio. I soccorritori saranno elitrasportati su due differenti vette del gruppo della Moiazza, Croda Spiz e Pala del rifugio, sbarcati in hovering e poi nuovamente imbarcati. Alla Stazione del Soccorso alpino di Agordo, competente per territorio, il compito di attrezzare le cime per gli sbarchi del personale. L'esercitazione è mirata all'acquisizione di conoscenze tecniche sul volo notturno Sar, Search and rescue, diverso dall'Hems (che prevede ad esempio trasferimento da piazzola a piazzola) e a praticare, con elevati margini di sicurezza, operazioni in ambiente impervio che attualmente non è possibile attuare in Italia con l'elisoccorso civile. Gli organi di informazione sono invitati a partecipare. L'addestramento si concluderà attorno a mezzanotte e, in caso di maltempo, sarà rinviato al 12 giugno.
Pubblicato in
2013
RICERCA NELLA NOTTE SUL BALDO
Scritto da Michela Canova
Malcesine (VR), 03-06-13
È durato tutta la notte l'intervento di ricerca e recupero di un biker disperso sul monte Baldo, che ha impegnato il Soccorso alpino di Verona. Ieri, attorno alle 19, il 118 di Verona aveva ricevuto una richiesta di aiuto. Un ragazzo diceva di essersi perso in montagna con la mountain bike. Poi la linea era caduta, senza che gli operatori riuscissero a contattare più il richiedente e senza neppure il nome di un luogo dove iniziare le ricerche. Più tardi, verso mezzanotte, il padre di un trentenne, uscito per una gita in bicicletta, aveva chiamato segnalandone preoccupato il mancato rientro. Associate le due cose, i carabinieri hanno iniziato a perlustrare le strade, fino a rinvenire l'auto di F.G., 30 anni, di Modena, parcheggiata non distante dalla partenza della funivia di Malcesine. Qualche minuto prima dell'una e mezza è arrivato l'allerta al Soccorso alpino di Verona. Una squadra, senza avere purtroppo nessun preciso riferimento, ha quindi deciso di percorrere i sentieri solitamente frequentati dagli appassionati di mtb sul versante lago. A un tentativo al cellulare, finalmente il ragazzo ha risposto, dicendo che stava bene e aveva acceso un fuoco. Era partito in direzione del Monte Altissimo, poi aveva preso un sentiero sulla destra e si era perso. Caduta nuovamente la linea, la squadra ha risalito la strada Graziani, fino a Bocca di Navene, dove continua l'itinerario in cresta. Poi, intuitivamente, i soccorritori hanno iniziato a scendere sul sentiero n.8, un percorso pericoloso e accidentato in un ripido canale con ancora accumuli di neve. Verso le 5.20 il primo contatto vocale. Mentre una squadra si abbassava di quota a piedi, un'altra, assieme ai soccorritori di Riva del Garda (con le chiavi per aprire i cancelli delle strade forestali) percorreva in auto le sterrate per avvicinarsi al luogo il più possibile. Il biker, che si era sistemato in un riparo nella roccia scaldandosi al fuoco, è stato ritrovato alle 6.15 circa a 1.500 metri di quota. I soccorritori lo hanno quindi riportato sul sentiero e 200 metri più sotto hanno incrociato il mezzo dell'altra squadra, che li ha riaccompagnati a Malcesine, dove attendeva la madre. Presenti a Malcesine anche i carabinieri, personale della protezione civile e vigili del fuoco.
È durato tutta la notte l'intervento di ricerca e recupero di un biker disperso sul monte Baldo, che ha impegnato il Soccorso alpino di Verona. Ieri, attorno alle 19, il 118 di Verona aveva ricevuto una richiesta di aiuto. Un ragazzo diceva di essersi perso in montagna con la mountain bike. Poi la linea era caduta, senza che gli operatori riuscissero a contattare più il richiedente e senza neppure il nome di un luogo dove iniziare le ricerche. Più tardi, verso mezzanotte, il padre di un trentenne, uscito per una gita in bicicletta, aveva chiamato segnalandone preoccupato il mancato rientro. Associate le due cose, i carabinieri hanno iniziato a perlustrare le strade, fino a rinvenire l'auto di F.G., 30 anni, di Modena, parcheggiata non distante dalla partenza della funivia di Malcesine. Qualche minuto prima dell'una e mezza è arrivato l'allerta al Soccorso alpino di Verona. Una squadra, senza avere purtroppo nessun preciso riferimento, ha quindi deciso di percorrere i sentieri solitamente frequentati dagli appassionati di mtb sul versante lago. A un tentativo al cellulare, finalmente il ragazzo ha risposto, dicendo che stava bene e aveva acceso un fuoco. Era partito in direzione del Monte Altissimo, poi aveva preso un sentiero sulla destra e si era perso. Caduta nuovamente la linea, la squadra ha risalito la strada Graziani, fino a Bocca di Navene, dove continua l'itinerario in cresta. Poi, intuitivamente, i soccorritori hanno iniziato a scendere sul sentiero n.8, un percorso pericoloso e accidentato in un ripido canale con ancora accumuli di neve. Verso le 5.20 il primo contatto vocale. Mentre una squadra si abbassava di quota a piedi, un'altra, assieme ai soccorritori di Riva del Garda (con le chiavi per aprire i cancelli delle strade forestali) percorreva in auto le sterrate per avvicinarsi al luogo il più possibile. Il biker, che si era sistemato in un riparo nella roccia scaldandosi al fuoco, è stato ritrovato alle 6.15 circa a 1.500 metri di quota. I soccorritori lo hanno quindi riportato sul sentiero e 200 metri più sotto hanno incrociato il mezzo dell'altra squadra, che li ha riaccompagnati a Malcesine, dove attendeva la madre. Presenti a Malcesine anche i carabinieri, personale della protezione civile e vigili del fuoco.
Pubblicato in
2013
Ospitale di Cadore (BL), 02-06-13
Si perde scendendo da un sentiero con la propria mountain bike e finisce incrodato sopra ripidi salti di roccia. Partito in giornata per una gita in bici lungo il sentiero di Col dele Tosate, I.S., 20 anni, di Longarone, è arrivato fino a Casera Pescol intenzionato a scendere verso Casera Pian dei Buoi. Giunto però all'altezza di Casera Fason, il ragazzo ha sbagliato direzione e si è perso, rimanendo bloccato sopra una pala verticale tra la vegetazione, sopra Termine di Cadore, senza alcuna possibilità di ritornare indietro. La sua chiamata al 118 è arrivata poco prima delle 19 e subito è decollato l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, mentre due squadre del Soccorso alpino di Longarone, che stavano rientrando da un addestramento a Pian Formosa sono state dirottate verso Termine. Fortunatamente l'eliambulanza, pur senza indicazioni precise, è riuscita velocemente durante la ricognizione dall'alto a individuare il piccolo spiazzo dove si trovava il biker, altrimenti la sua ricerca, con l'arrivo del buio, sarebbe durata molte ore per i soccorritori a piedi. Le forti raffiche di vento hanno ostacolato i primi tentativi di calare, con il verricello, dal velivolo il tecnico del Soccorso alpino di turno con l'equipaggio, finchè un momento di calma ha permesso infine di portare a termine la manovra. Raggiunto, il ragazzo è stato accompagnato in un punto più accessibile e recuperato dall'elicottero. Sul posto nel frattempo erano sopraggiunte a piedi le squadre del Soccorso alpino di Longarone, pronte ad intervenire in supporto alle operazioni.
Si perde scendendo da un sentiero con la propria mountain bike e finisce incrodato sopra ripidi salti di roccia. Partito in giornata per una gita in bici lungo il sentiero di Col dele Tosate, I.S., 20 anni, di Longarone, è arrivato fino a Casera Pescol intenzionato a scendere verso Casera Pian dei Buoi. Giunto però all'altezza di Casera Fason, il ragazzo ha sbagliato direzione e si è perso, rimanendo bloccato sopra una pala verticale tra la vegetazione, sopra Termine di Cadore, senza alcuna possibilità di ritornare indietro. La sua chiamata al 118 è arrivata poco prima delle 19 e subito è decollato l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, mentre due squadre del Soccorso alpino di Longarone, che stavano rientrando da un addestramento a Pian Formosa sono state dirottate verso Termine. Fortunatamente l'eliambulanza, pur senza indicazioni precise, è riuscita velocemente durante la ricognizione dall'alto a individuare il piccolo spiazzo dove si trovava il biker, altrimenti la sua ricerca, con l'arrivo del buio, sarebbe durata molte ore per i soccorritori a piedi. Le forti raffiche di vento hanno ostacolato i primi tentativi di calare, con il verricello, dal velivolo il tecnico del Soccorso alpino di turno con l'equipaggio, finchè un momento di calma ha permesso infine di portare a termine la manovra. Raggiunto, il ragazzo è stato accompagnato in un punto più accessibile e recuperato dall'elicottero. Sul posto nel frattempo erano sopraggiunte a piedi le squadre del Soccorso alpino di Longarone, pronte ad intervenire in supporto alle operazioni.
Pubblicato in
2013
Malcesine (VR), 01-06-13
Partiti ieri dall'uscita della funivia di Malcesine per un giro in bici lungo il sentiero 634 di Bocca di Navene, padre e figlio adolescente, tedeschi, si sono persi nei boschi nella fase di discesa verso Navene. Allertato attorno alle 18.30 da Verona emergenza, il Soccorso alpino di Verona è partito con una squadra verso la sede della Protezione civile di Navene vicino all'eliporto, dove finisce il sentiero, raggiunto da una squadra del Soccorso alpino di Riva del Garda. Contattato al cellulare, l'uomo ha spiegato ai soccorritori che lui e il ragazzo stavano bene, erano bassi di quota e vedevano davanti a loro il lago e il porticciolo. Spostatisi sul porto, i soccorritori sono riusciti a individuare i segnali delle frontali dei due biker tra la vegetazione. Padre e figlio, che scendendo avevano seguito una traccia errata al secondo bivio verso valle, si trovavano vicini ad uno dei piloni dell'alta tensione, a circa 300 metri di altitudine, sopra salti rocciosi. Inserite le probabili coordinate geografiche sulla cartografia per utilizzare il gps, le due squadre sono partite da due percorsi differenti, avvicinandosi prima con le auto. I soccorritori hanno quindi rintracciato padre e figlio e, dopo aver smontato e caricato sulle spalle le loro bici, li hanno aiutati a tornare sul sentiero e a scendere a Navene. L'intervento si è concluso attorno a mezzanotte.
Partiti ieri dall'uscita della funivia di Malcesine per un giro in bici lungo il sentiero 634 di Bocca di Navene, padre e figlio adolescente, tedeschi, si sono persi nei boschi nella fase di discesa verso Navene. Allertato attorno alle 18.30 da Verona emergenza, il Soccorso alpino di Verona è partito con una squadra verso la sede della Protezione civile di Navene vicino all'eliporto, dove finisce il sentiero, raggiunto da una squadra del Soccorso alpino di Riva del Garda. Contattato al cellulare, l'uomo ha spiegato ai soccorritori che lui e il ragazzo stavano bene, erano bassi di quota e vedevano davanti a loro il lago e il porticciolo. Spostatisi sul porto, i soccorritori sono riusciti a individuare i segnali delle frontali dei due biker tra la vegetazione. Padre e figlio, che scendendo avevano seguito una traccia errata al secondo bivio verso valle, si trovavano vicini ad uno dei piloni dell'alta tensione, a circa 300 metri di altitudine, sopra salti rocciosi. Inserite le probabili coordinate geografiche sulla cartografia per utilizzare il gps, le due squadre sono partite da due percorsi differenti, avvicinandosi prima con le auto. I soccorritori hanno quindi rintracciato padre e figlio e, dopo aver smontato e caricato sulle spalle le loro bici, li hanno aiutati a tornare sul sentiero e a scendere a Navene. L'intervento si è concluso attorno a mezzanotte.
Pubblicato in
2013

