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Lunedì, 28 Settembre 2020 13:20

RICERCHE CAMPOLONGO: PERLUSTRATE CAVITÀ È VALLONI

Rotzo (VI), 27 - 09 - 20
Erano presenti un centinaio di persone oggi all'ottavo giorno delle ricerche di Lorenzo Lavezzo, di cui non si hanno più notizie da domenica scorsa quando non è rientrato da un'uscita in cerca di funghi a Campolongo. Le squadre del Soccorso speleologico di Verona, Veneto orientale,  Bolzano e quelle alpine provenienti da tutta la Delegazione Prealpi Venete si sono distribuite nell'area attorno al Forte e alla parete di Campolongo, effettuando calate e perlustrazioni di terrazzamenti, covoli, valloni, pozzi e grotte. In particolare sono stati ispezionati: Voragine delle Trugole, Claudioloch, Buso della Neve, Caverna del Sieson, Covolo della Vecchia, Val dei Mori, Vallone dell'erba, Enriloch, Kaltprunerloch. Purtroppo niente di nuovo è emerso. 
Oltre al Soccorso alpino e speleologico del Veneto hanno peso parte alla ricerca Protezione civile di Cogollo del Cengio, Pc Arsiero, Ana Vicenza, Pc Schio, Pc Pasubio Alto Vicentino, Pc Sette Comuni, Incendio boschivo Sette Comuni, Pc Asiago, Carabinieri forestali di Rotzo, Vigili del fuoco con i droni.
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Lunedì, 28 Settembre 2020 13:07

PROSEGUONO LE RICERCHE A CAMPOLONGO

Rotzo (VI), 26 - 09 - 20
Sono iniziate questa mattina alle 7, e proseguite per tutta la giornata, le ricerche di Lorenzo Lavezzo, ma ancora, a una settimana si distanza dalla sua scomparsa, nessun elemento nuovo ha permesso di ritrovare l'uomo non rientrato domenica da un giro a funghi nei dintorni del Rifugio Campolongo. Oggi una sessantina di persone si sono distribuite nelle varie aree loro assegnate. L'elicottero dei Vigili del fuoco con a bordo personale del Soccorso alpino di Asiago ha sorvolato il territorio. Le squadre del Soccorso alpino e speleologico hanno effettuato numerose calate sotto la parete di Campolongo, sul cui ciglio tre unità cinofile avevano dato qualche segnale, percorrendo le balze e i terrazzamenti scavati nella roccia. Tutta la zona oggi ha visto la presenza di moltissime persone, escursionisti e cercatori di funghi, ma non è arrivata alcuna informazione utile a parte il rinvenimento di un libricino sui funghi, appartenente ad altri. 
Erano presenti il Soccorso alpino di Asiago, Arsiero, Recoaro - Valdagno e il Soccorso speleologico di Vicenza e Trento, la Protezione civile di Cogollo del Cengio, Alto Astico Pedemonte, Arsiero, Bolzano Vicentino, Ana Vicenza, Associazione nazionale marinai Italia, i Carabinieri forestali, i Vigili del fuoco. 
La ricerca riprenderà domattina.
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Venerdì, 25 Settembre 2020 10:07

RICERCHE CAMPOLONGO, NESSUN ESITO

Rotzo (VI), 24 - 09 - 20
Continuano a dare esito negativo le ricerche di Lorenzo Lavezzo, avviate domenica, quando non è rientrato al Rifugio Campolongo dopo una mattinata in cerca di funghi assieme al fratello. Oggi il Soccorso alpino si è concentrato sulle numerose cavità carsiche della zona, grotte, anfratti, buchi profondi, in cui si sono calati gli spelologi delle Stazioni di Veneto Orientale e Vicenza speleo senza però trovare riscontro. Due le unità cinofile del Cnsas che, assieme a quelle dei Vigili del fuoco, si sono mosse in superficie nelle zone loro affidate. È stata ampliata l'area di indagine e sono già state predisposte quelle da visionare domani. Presenti una quindicina di soccorritori, assieme a Carabinieri forestali e Vigili del fuoco.
 
 
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Venerdì, 25 Settembre 2020 10:05

SI PROSEGUE DOMANI CON LE RICERCHE DI LORENZO LAVEZZO

Rotzo (VI), 23 - 09 - 20
Riprenderanno domattina alle prime luci le ricerche di Lorenzo Lavezzo, di cui non si hanno più notizie da domenica, quando non è rientrato al Rifugio Campolongo dopo una mattinata in cerca di funghi assieme al fratello. Continuano a non dare esito le perlustrazioni delle diverse squadre anche oggi impegnate nelle aree di bosco attorno al punto dove l'uomo è stato visto l'ultima volta domenica mattina verso le 9. Ieri in serata la notizia del rinvenimento di un cestino da funghi in località Millegrobbe a Luserna, ha visto il dispiegamento del Soccorso alpino di Lavarone, che dalle 18 alle 22.30 ha controllato nelle vicinanze, in accordo con Vigili del fuoco permanenti e volontari, senza che nulla emergesse. In mattinata è stato appurato che il cesto era stato trovato domenica mattina alle 9.30, orario non compatibile, a 16 chilometri di distanza con l'ultimo avvistamento. I familiari dell'uomo hanno poi confermato non appartenergli. Oggi erano presenti oltre al Soccorso alpino e ai Vigili del fuoco, Carabinieri, Carabinieri forestali e Polizia locale. 
Alle 15 il Soccorso alpino di Asiago si era inoltre attivato a seguito della segnalazione di una donna, il cui marito era uscito alle 9 per andare a funghi o a camminare, con il cellulare che suonava libero. Fortunatamente, si è trattato di un fraintendimento. Mentre si procedeva nel tentativo di localizzare l'auto, l'uomo, che era ad un pranzo, si è fatto vivo e l'allarme è rientrato.
 
 
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Lunedì, 21 Settembre 2020 18:44

MUORE COLPITO DA UN MASSO NELLA GROTTA DELLA POSCOLA

Monte di Malo (VI), 20 - 09 - 20
Alle 11 circa il Soccorso speleologico di Vicenza è stato attivato a seguito della segnalazione al 118 di un uomo il cui amico era rimasto schiacciato da un masso nella Grotta della Poscola. Risaliti dal torrente per una escursione non speleologica, il chiamante era scivolato in acqua ed era andato alla macchina a cambiarsi dicendo al compagno di proseguire. Una volta tornato dopo una mezz'ora, non vedendolo sul greto era entrato nella grotta e, un centinaio di metri all'interno aveva visto prima lo zaino e poi il corpo esanime dell'amico, colpito alla testa da una grande lastra di roccia caduta dalla volta e spezzatasi in due. Sul posto è subito arrivato il personale medico dell'ambulanza di Santorso, mentre sopraggiungevano i Vigili del fuoco e le squadre del Soccorso speleologico di Vicenza e Verona con due medici, di cui uno trasportato dall'elicottero di Treviso emergenza. Purtoppo è stato solo possibile constatare il decesso dell'uomo, F.C., 48 anni, di Rimini. La salma, ricomposta e imbarellata è stata trasportata all'esterno ed affidata al carro funebre. Presenti anche i Carabinieri.
 
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Con la possibilità di riprendere a spostarsi per attività sportiva e motoria, individuale o con componenti del nucleo familiare, invitiamo alla massima prudenza e a osservare le misure di contenimento del contagio da Coronavirus previste. Da oggi, 4 maggio, sarà possibile riprendere a praticare attività fisica e sportiva all'aperto, raggiungendo luoghi anche distanti da casa, sempre inclusi all'interno dei confini regionali. Si potra quindi tornare in montagna. Di seguito riportiamo i punti dell'Ordinanza regionale che ci riguardano più da vicino.
 
Al punto 4 dell'Ordinanza del 3 maggio 2020 della Regione Veneto, in integrazione al Dpcm 26.4.2020, si legge: "Attività motoria e sportiva nel terrirorio regionale
È consentito lo svolgimento individuale o con componenti del nucleo famigliare di attività sportiva o motoria quali, a titilo esemplificativo e non esaustivo, camminata, corsa, ciclismo, tiro con l'arco, equitazione, tennis, golf, pesca sportiva, canottaggion ecc.. Al fine di svolgere l'attività motoria o sportiva di cui sopra, è consentito anche spostarsi con mezzi pubblici o privati per raggiungere il luogo individuato per svolgere tali attività, nei limiti del terrirorio regionale; è consentita l'attività motoria collegata all'addestramento di animali all'aperto" Al punto 3 si specifica: "Per coloro che svolgono attività motoria intensa non è obbligatorio l'uso di mascherina o copertura durante l'attività fisica intensa, salvo l'obbligo di utilizzo alla fine dell'attività stessa". Per spostamenti in auto e mezzi pubblici, distanze e norme igieniche, vigono le stesse regole previste per ogni attività.
 
Ciò premesso, ricordiamo a tutti i frequentatori della montagna che la Fase 2 appena iniziata deve vederci partire con assoluto rispetto delle norme vigenti, gradualmente e all'insegna della prudenza. Al riguardo sconsigliamo di muovervi da soli; informate sempre qualcuno dei vostri spostamenti e tempi presunti di rientro, avvertendo in caso di cambiamenti nel programma. Usciamo da quasi due mesi di scarsa attività, quindi ripartite con uscite alla portata, senza superare i vostri limiti. I Rifugi continuano ad essere chiusi, i bivacchi possono accogliere le persone solo in caso di emergenza e "L'accesso equivale all'assunzione di responsabilità per l'utente del rischio di contagio da Covid - 19, non essendo luoghi controllati" si legge in una nota del Cai Veneto.
In caso di necessità, contattare il 118. Le nostre squadre, come già avvenuto durante la prima fase, risponderanno ad ogni eventuale chiamata di intervento.
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L'attività operativa svolta nel corso del 2019 dagli organici del Soccorso alpino e speleologico Veneto in stretta sinergia con le Centrali Operative del Suem 118 della Regione del Veneto di Pieve di Cadore, Padova, Treviso, Verona e Vicenza si è attestata a 908 interventi, valore in leggera diminuzione rispetto al 2018, pari a -4,32%.

"Il lieve calo degli interventi, rapportati ai dati relativi al 2018, in parte è sicuramente il frutto della costante informazione fatta in questi ultimi anni dal Soccorso alpino e speleologico Veneto tramite comunicati, sito e social network, indirizzata prevalentemente agli escursionisti, che nella nostra statistica hanno un'incidenza del 51.10% nel totale di tutti gli interventi effettuati. Informazione focalizzata sulle corrette abitudine del come organizzare e programmare un'escursione in sicurezza, tenendosi informati sulle condizioni meteo, sulla lunghezza e la difficoltà del percorso da affrontare, in relazione anche alla propria preparazione e condizione fisica, la cartografia sino ai consigli di cosa riporre nello zaino. Va evidenziato poi lo sforzo profuso dalle Scuole tecniche del Sasv, dal direttivo, dalle 25 Stazioni di Soccorso alpino e dalle 3 di Soccorso speleologico per quanto concerne la formazione, settore primario del Sasv a cui in questi anni si sono stanziate imponenti risorse economiche, atte a garantire il raggiungimento di elevati livelli tecnici. A questo va aggiunto l'impegno di ogni singolo volontario, a cui va il mio particolare ringraziamento: nel 2019 il Soccorso alpino e speleologico Veneto ha organizzato ben 1.778 eventi di attività formativa-addestrativa con la partecipazione del considerevole numero di 13.648 volontari. Ringrazio in particolare le centrali del Suem, con cui collaboriamo quotidianamente, la Protezione civile della Regione Veneto e l'Assessorato alla sanità di cui siamo diventati punto di riferimento. Inoltre, un ringraziamento particolare va fatto a tutti i volontari, che in questi giorni di emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 stanno collaborando con la Protezione civile nella consegna nelle zone disagiate di viveri e medicinali" è la riflessione del presidente del Soccorso alpino e speleologico Veneto, Rodolfo Selenati, alla presentazione dei dati relativi all’attività del 2019.

Numeri delle missioni

Per le tre Delegazioni, II Dolomiti Bellunesi (con le Stazioni che coprono i territori di Belluno e Treviso), XI Prealpi Venete (per Padova, Verona e Vicenza) e VI Speleologica, gli interventi a carattere sanitario sono stati 876, 21 gli interventi di Protezione civile, dato pressoché dimezzato rispetto al 2018, quando l’uragano Vaia ha colpito il Veneto ed il Trentino Alto Adige, mettendo a dura prova l’intera popolazione e il territorio. Nel 2019 si sono registrati 77 eventi di ricerca, riguardanti 93 persone, dato leggermente inferiore rispetto al 2018, ma che continua a testimoniare purtroppo la scarsa preparazione e consapevolezza degli escursionisti nell’affrontare l’ambiente. Le persone soccorse sono state 1007, che rappresentano il numero più elevato dell’ultimo decennio, con un aumento percentuale di +1.61% rispetto all’anno 2018 e il +18.47 % se confrontato con il 2017

Interventi elicottero e squadre a terra

La percentuale di intervento del mezzo aereo è ormai costante, con il 40% circa, e dipende sia dall’orario giornaliero in cui avviene la chiamata sia, ovviamente, dalle condizioni atmosferiche. Ricordiamo che nelle tre basi di elisoccorso di Pieve di Cadore, Treviso e Verona, quotidianamente turna con l’equipaggio un tecnico del Soccorso alpino e a Pieve di Cadore sono presenti un tecnico di Centrale operativa, nei periodi di maggiore allerta, e un’unità cinofila da valanga, nella stagione invernale. Occorre tener presente che l’impiego dell’elicottero non può comunque prescindere dalla presenza delle squadre a terra, sia per risolvere tutti gli interventi dove il mezzo non può intervenire, mediamente circa il 60%, sia perché le squadre a terra vengono movimentate anche in caso di intervento aereo per il quale rappresentano l’insostituibile riferimento a terra per ogni problema legato all’individuazione del luogo, degli ostacoli alla navigazione aerea, in supporto alle operazioni e all’eventuale recupero dei compagni di escursione.

Persone tratte in salvo

Rispetto alle 1007 persone soccorse, Il 41.8% circa degli interventi riguarda illesi, ovvero 429, mentre 530 sono stati i feriti. Purtroppo risultano ancora 2 dispersi e i decessi sono stati 44, molti meno rispetto ai 62 del 2018. Riguardo alla nazionalità 782 erano italiani, 210 stranieri.

Attività svolte al momento della chiamata

Rispetto alle attività coinvolte l'escursionismo si conferma come la disciplina più coinvolta nei soccorsi con un 50.10%, ovviamente il dato è influenzato dal fatto che l'escursionismo è anche l'attività più diffusa, dove si annidano anche i comportamenti più a rischio; infatti buona parte degli interventi è richiesta per motivi dovuti all'incapacità, alla perdita di orientamento, ai ritardi o allo sfinimento; che testimonia,  che la prevenzione e la diffusione di buone pratiche di approccio alla montagna, rappresentino una importantissima e fondamentale opportunità per far diminuire considerevolmente la propensione anche inconsapevole ad esporsi a dei rischi a volte fatali. Seguono gli incidenti con gli sci, 8%, legati all’alpinismo 7.10% e alle ferrate 5.30%, in aumento. Lo scialpinismo riguarda il 2% degli interventi.

Cause all’origine dell’intervento

Mancata preparazione fisica e psicofisica, perdita dell’orientamento, incapacità e ritardo riguardano il 32.50% degli interventi, rispetto al 29% del 2018. Cadute e scivolate coprono invece il 36.70%, 8.50% i malori.

Impegno dei volontari

Particolare  evidenza merita l’impegno, anche in termini di tempo, che ogni soccorritore dedica alla struttura; nel 2019 le varie attività del Soccorso hanno impiegato circa 127.910 ore/uomo, delle quali circa il 14% destinato alle operazioni di soccorso ed il restante 86% oltre che alla gestione delle stazioni, soprattutto alla formazione personale e di squadra,  mettendo così in luce un particolare di estrema importanza per l’efficacia e il successo degli interventi ovvero che, per ogni momento dedicato al singolo intervento, ne vengono impegnati altri tre in termini di addestramento, preparazione/formazione.

Formazione

La formazione rappresenta la parte più qualificante della nostra attività poiché è l’aspetto determinante per la sicurezza dei soccorritori stessi e delle persone soccorse. I dati sono anche nel 2019 estremamente significativi; al di là del retraining triennale obbligatorio per ogni soccorritore, sono stati eseguiti complessivamente 1.778 eventi formativi, con una presenza di complessivi 13.643 volontari ed una presenza media di 7,67 volontari per evento eseguito.

Prevenzione

La prevenzioni assume un rilievo fondamentale e in questo senso il Soccorso alpino e speleologico nel 2019 si è speso per diffondere la cultura della montagna, promuovendo eventi diversificati tra dimostrazioni e appuntamenti fieristici, come lezioni e occasioni divulgative nelle scuole, emettendo 532 comunicati stampa e aggiornando costantemente il sito internet istituzionale. Sono state implementate quasi quotidianamente le pagine Facebook istituzionali del Soccorso Alpino e Speleologico Veneto e Soccorso Alpino Dolomiti Bellunesi rivolte a quasi 58.400 utenti, che costantemente interagiscono con i nostri post, relativi ad attività operativa, informazioni sulla frequentazione della montagna in sicurezza, avvisi meteo e nivologici, consigli per affrontare in sicurezza ogni periodo dell’anno. Aperto anche un profilo Instagram. Infine è in fase di realizzazione un progetto di prevenzione mirato agli istituti di diverso ordine e grado, che verrà presentato all’inizio del prossimo anno scolastico.

Assicurazioni individuali e soci Cai

Occorre sottolineare come il 93,6 % delle persone soccorse non sia iscritto al Cai e/o non disponga di una propria assicurazione, a sottolineare che, nonostante gli oneri addebitati dalle varie regioni, sia molto diffusa da questa parte del versante alpino questo atteggiamento di non tutela e come occorra intensificare le iniziative di sensibilizzazione e informazione sull’argomento, a tale proposito ne è un esempio il lieve aumento degli utenti che erano provvisti di assicurazione alternative tipo Dolomiti Emergency, che si attestano al 2.10%.

Alex Barattin II Delegazione Dolomiti Bellunesi

"Anche nel 2019 la nostra struttura è stata messa alla prova per il numero di interventi, considerando anche il fatto logistico che nei primi sei mesi dell'anno abbiamo convissuto con un territorio post Vaia, con ditte, amministrazioni pubbliche, volontari che hanno messo a disposizione tempo e risorse nella sistemazione e riparazione delle vallate, dei rifugi ,della rete sentieristica - ricorda il delegato Alex Barattin - in quei mesi la montagna ha visto solo la presenza di molti operatori e di alcuni escursionisti 'curiosi', che hanno originato recuperi inusuali nel territorio deturpato, in mezzo agli schianti. Gli interventi si sono concentrati nella seconda metà del 2019 e tra tutti dobbiamo segnalare la grande percentuale, oltre il 30%, di chiamate dovute alla mancata preparazione dei frequentatori della montagna, ambiente aspro e severo che non va affrontato in modo superficiale, ma con la consapevolezza che le gite vanno tarate sulla preparazione di ogni partecipante. Con Cai e Guide alpine, la Casa comune, continuiamo a puntare sulla prevenzione, impegnandoci in informazione e formazione, anche per esporre i soccorritori a minori rischi. Rischi che in montagna non sono mai eliminabili. In questa direzione ci stiamo ad esempio muovendo con i nostri partner delle aree di confine, Bergrettung di Alto Adige e Austria, Cnsas del Trentino-Alto Adige, per uno scambio continuo di informazioni e pratiche mirate al miglioramento degli interventi e all'utilizzo delle nuove tecnologie. Un pensiero non può non andare a chi ha pianto i suoi cari mancati lo scorso anno e a tutte le famiglie che hanno subito un lutto in questo periodo. A tutti loro va il nostro abbraccio virtuale".

Alberto Barbirato XI Delegazione Prealpi Venete

"Nella zona della Prealpi Venete il numero di interventi nel 2019 è stato in linea con quelli dell'anno precedente (13 interventi in meno). Il dato importante da rilevare è un importante incremento dei soccorsi rivolti a escursionisti rispetto all'anno precedente, questo dovuto sicuramente alla difficile condizione di alcuni percorsi a seguito della tempesta Vaia ma anche molto spesso alla mancanza di preparazione, mancanza di attrezzatura adeguata e inesperienza. Molto il Soccorso Alpino ha investito nella prevenzione, ma purtroppo risultati marcati tardano ancora ad arrivare - è la lettura del delegato Alberto Barbirato - in questa prima parte del 2020 il numero di interventi di soccorso in ambiente montano, ostile e impervio è molto ridotto a causa della situazione sanitaria in atto, il Cnsas è comunque impegnato costantemente a disposizione della Protezione civile, anche nella zona della Prealpi Venete, nel supporto alle popolazioni che si trovano in aree difficilmente raggiungibili per la distribuzione di generi di prima necessità, medicinali e dispositivi sanitari di protezione".

Giovanni Ferrarese, VI Delegazione speleologica

"L'attività della 6^ delegazione speleologica durante l'anno 2019 è stata come sempre intensa. Gli addestramenti sono stati finalizzati a testare l'operatività della delegazione in scenari complessi, in stretta collaborazione con le Delegazioni speleologiche delle regioni vicine (Lombardia e Friuli Venezia Giulia), mettendo in pratica gli schemi operativi e le nuove tecniche di recupero che in questi ultimi anni si stanno sviluppando. Alle tre esercitazioni di più giorni in grotte profonde hanno partecipato anche tecnici provenienti dai soccorsi speleologici Sloveno e Rumeno. L'attività formativa curata dalla Scuola interregionale per tecnici di Soccorso speleologico è stata particolarmente proficua e ha permesso di verificare, formare i nuovi tecnici e provvedere ai mantenimenti previsti per le qualifiche già in essere. Tutta l'attività è stata incentrata su una didattica sempre più partecipata ed interattiva con lo scopo di elevare il livello tecnico di tutti i componenti della Delegazione e di rendere più efficaci gli eventi formativi proposti. I tecnici della delegazione hanno partecipato inoltre a numerosi eventi addestrativi e formativi a carattere nazionale - sottolinea il delegato Giovanni Ferrarese -  per quanto riguarda gli interventi prettamente speleologici particolarmente impegnativo è stato quello che ha visto operativi più di 40 soccorritori della Delegazione, assieme al personale delle Stazioni alpine e dei Vigili del fuoco, nel recupero di un gruppo di speleologi bloccati oltre un sifone nella grotta denominata 'Bus del Diaol' nei presi di Arco (TN): uno scenario estremamente complesso in cui è stato necessario  utilizzare tecniche e materiali inusuali, ma che ha dimostrato ancora una volta l'operatività e la versatilità dei tecnici del Cnsas. Altri interventi minori hanno impiegato i tecnici della delegazione in alcune grotte delle nostra regione. I tecnici specialisti (sanitari, disostruttori e speleosubacquei) sono  stati impegnati, anche nell'anno appena trascorso, in interventi particolarmente complessi in altre regioni d'Italia a supporto delle Delegazioni locali del Cnsas. I tecnici delle stazioni speleologiche hanno inoltre collaborato con le Stazioni alpine in vari interventi di ricerca persona".

Pubblicato in 2020
Lunedì, 24 Febbraio 2020 09:40

SPELEOSUB IN ADDESTRAMENTO IN VALSTAGNA

Valbrenta (VI), 23 - 02 - 20
Si è svolta questo fine settimana un'esercitazione della Commissione nazionale speleosub del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, scenario dell'addestramento le grotte di Oliero a Valstagna. Il tema è stato la ricerca di un disperso in acqua, presente anche un medico, con entrata della squadra di soccorso dalla grotta Cogol dei veci e uscita dalla grotta Cogol dei siori. Tale traversata, lunga circa 1400 metri, toccando una profondità massima di 61 metri, risulta la prima compiuta da una squadra di soccorso medicalizzato. La squadra di punta è stata supportata da altre quattro, due per ogni ingresso, che hanno provveduto a stendere e recuperare le linee di sicurezza. La manovra ha avuto un ottimo risultato grazie alla elevata preparazione dei tecnici, che hanno utilizzato sistemi di immersione a circuito chiuso (rebreather) e veicoli subacquei. Sono state effettuate prove di comunicazione tra le due grotte con un sistema che utilizza antenne particolari stese sul terreno. I tecnici intervenuti, provenienti da Veneto, Piemonte, Toscana, Lombardia, Sardegna, Puglia dopo le valutazioni del debriefing hanno fatto rientro nelle proprie regioni.
Pubblicato in 2020
Giovedì, 13 Febbraio 2020 14:41

BUSO DELLA RANA: 70 SPELEO IN ADDESTRAMENTO

Monte di Malo (VI), 10 - 02 - 20
Due speleologi si perdono tra le decine di diramazioni del Buso della rana e si ritrovano, ormai privi di forza, a 3 chilometri e mezzo dall'ingresso. È l'emergenza ipotizzata nella due giorni di esercitazione in grotta che ha coinvolto, sabato e domenica scorsa, oltre 70 soccorritori della VI Delegazione speleologica Veneto - Trentino Alto Adige. Sabato mattina poco prima delle 8, appena scattato 'l'allarme' per il mancato rientro, due squadre, composte da 13 soccorritori ognuna, sono partite e in 3 ore hanno percorso gallerie e cunicoli della grandiosa cavità carsica semiallagata fino a raggiungere i due figuranti. Ogni squadra ne ha preso uno in carico e, dopo averlo imbarellato, ha iniziato il percorso a ritroso verso l'esterno. Prima però, per garantire le comunicazioni con il campo base, tre squadre di telefonisti hanno steso in tre porzioni il lungo cavo che ha permesso il costante scambio di informazioni lungo la progressione. Nelle operazioni di recupero sono state impiegate tecniche avanzate di trasporto in barella, per consentire il superamento di tratti complessi anche con squadre ridotte. Dopo 10 ore di avanzamento, ciascuna squadra è stata sostituita da una nuova con personale 'fresco'. I primi soccorritori sono quindi usciti per riprendere forze e riposarsi, mentre i due cambi hanno proseguito e sono usciti dalla grotta all'alba di domenica. Era presente anche un istruttore nazionale sanitario speleo, con cui i soccorritori hanno ripassato le manovre Stc, Speleo trauma care, direttamente in grotta, per un riepilogo sull'utilizzo dei presidi e delle tecniche di gestione e trasporto degli infortunati che, in un intervento reale, sono seguiti durante l'intero svolgimento del soccorso anche da medici e infermieri.
Pubblicato in 2020
Giovedì, 06 Febbraio 2020 14:13

OLTRE CENTO PERSONE IN RICERCA SUL PASUBIO

Valli del Pasubio (VI), 02 - 02 - 20
Oltre cento persone, tra Veneto e Trentino, hanno preso parte oggi alla ricerca di Daniele Mezzari, il quarantaduenne di Montecchio Maggiore (VI), disperso da sabato scorso sul Pasubio. L'elicottero dell'Air Service Center, convenzionato per la Protezione civile con il Soccorso alpino e speleologico Veneto, questa mattina ha trasportato due squadre dal Rifugio Campogrosso al Rifugio Fracaroli. Altre sbarcate sul Roite si sono portate su Cima Palon e in zona Sette Croci. Il Soccorso speleologico ha passato al setaccio le gallerie e le trincee di Cima Palon. Percorsa la Strada degli Scarubbi verso Posina, mentre un gruppo ha battuto l'area di Malga Campiglia. Per non escludere mete più distanti, è stato deciso di allargare l'indagine anche al Monte Alba. Una squadra con unità cinofila ha perlustrato Malga Fieno, altri soccorritori si sono concentrati sul Canevon di Campiglia e a Prà dei Penzi. L'elicottero con a bordo tecnici del Soccorso alpino di Schio ha sorvolato i vai più impegnativi risaliti solo da alpinisti. Controllate anche strade forestali e di contrada. Sul versante vicentino si sono mosse circa ottanta persone del Soccorso alpino di Schio, Recoaro - Valdagno, Verona, Arsiero, Padova con un'unità cinofila e della VI Delegazione speleologica, del Sagf di Auronzo, Cortina e Passo Rolle con un'unità cinofila, della Protezione civile di Schio, Lugo, Caltrano, dei Vigili del fuoco. Una trentina i soccorritori impegnati sulla parte alta del Pasubio trentino. Purtroppo tutto con esito negativo.
Pubblicato in 2020
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