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Borca di Cadore (BL), 15 - 11 - 20
Attorno alle 15 il Soccorso alpino della Val Fiorentina è stato attivato per una coppia di escursionisti in difficoltà. I due, un trentaquattrenne e una ventisettenne di Montebelluna (TV), erano partiti dal Rifugio Città di Fiume, avevano percorso il sentiero Flaibani e, pur senza ramponi, seguendo le tracce lasciate nella neve da una persona che li precedeva, erano arrivati in cima alla Val d'Arcia. Al momento di rientrare, però, erano riusciti in qualche modo ad abbassarsi di quota, finché non erano arrivati in un punto totalmente ghiacciato e si erano bloccati vicino a un masso. Risaliti alla loro posizione grazie alle coordinate del luogo, i soccorritori li hanno individuati e raggiunti. Hanno dotato ciascuno dei due di ramponi, li hanno imbragati e assicurati con la corda per farli scendere di una cinquantina di metri e tornare sul terreno privo di neve. La squadra è quindi tornata con la coppia al Città di Fiume.
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Mercoledì, 14 Ottobre 2020 13:41

RECUPERO SUL MONTE LONGARA

Gallio (VI), 14 - 10 - 20
Alle 13.45 circa la Centrale del Suem ha allertato il Soccorso alpino di Asiago a seguito della chiamata di un uomo, il cui amico si era infortunato nei pressi del monumento di Giovanni Paolo II sul Monte Longara. F.V., 76 anni, di Romano d'Ezzelino (VI), camminando sulla neve aveva messo un piede in una buca che non aveva visto, riportando la probabile frattura di una caviglia. Capito dalla descrizione del luogo dove si trovavano i due, confermato dalle coordinate ricevute, due squadre si sono avvicinate con i mezzi per poi proseguire a piedi per alcune centinaia di metri. Una volta raggiunto, i soccorritori gli hanno immobilizzato la gamba e lo hanno caricato in barella, per trasportarlo al fuoristrada e da lì alle Melette dove è stato trasferito sull'ambulanza partita in direzione dell'ospedale di Asiago. 
 
 
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Agordo (BL), 08 - 10 - 20
È appena stato recuperato un escursionista ferito e con principio di ipotermia, è stato recuperato a 2.600 metri di quota in Moiazza. Alle 20.10 circa il Soccorso alpino di Agordo è stato allertato dalla Centrale del Suem è messo in contatto con l'uomo. Parlandoci assieme i soccorritori hanno capito che, uscito dalla Ferrata Costantini, aveva superato le Creste delle Masenade e si trovava in discesa dalla Cengia Angelini verso il Bivacco Ghedini. Verificato che l'elicottero di Trento abilitato al volo notturno era disponibile, l'eliambulanza è stata attivata e ha imbarcato un soccorritore di Agordo, profondo conoscitore della montagna, per guidare velocemente l'equipaggio nel punto in cui si trovava l'escursionista. Una volta individuato, l'infortunato è stato preso in carico e issato a bordo con un verricello dal tecnico di elisoccorso, per essere accompagnato in ospedale. L'uomo era scivolato per alcuni metri riportando probabili traumi alla schiena e al torace e una brutta ferita all'altezza dell'orecchio, in presenza di 30 centimetri di neve.
 
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Lunedì, 14 Settembre 2020 10:45

SOCCORSO ESCURSIONISTA SULLA CALÀ DEL SASSO

Asiago (VI), 12 - 09 - 20
Alle 13.30 circa la Centrale del Suem ha allertato il Soccorso alpino di Asiago per un escursionista in difficoltà dopo essere salito dalla Calà del Sasso. Intenzionato a scendere lungo il giro ad anello, l'uomo, 33 anni, di Ceregnano (RO), era partito da Casara Col d'Astiago per il sentiero del Vu, ma, arrivato alla Caverna del Vu a Forcella Val d'Alcino, a 500 metri di distanza, una volta dentro la galleria aveva deciso di scendere sul sentiero sottostante uscendo da una finestra ed era scivolato bloccandosi sopra un salto di roccia di circa 8 metri. Quattro soccorritori lo hanno quindi raggiunto, imbragato e calato fino al sentieriero in basso per poi risalire con lui alla jeep. Poiché era illeso, in accordo con la Centrale, l'escursionista è rientrato autonomamente alla sua macchina a Valstagna dalla Calà del Sasso.
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Belluno, 06 - 09 - 20
Attorno alle 14.45 la Centrale del 118 è stata allertata da due escursionisti in difficoltà sull'Antelao. Saliti sulla cima, al momento di rientrare lungo la normale, uno dei due era caduto sbattendo il volto a terra e riportando un probabile trauma facciale. Al contempo era salita la nebbia iniziando a piovere e i due avevano perso l'orientamento prendendo nuovamente a salire. Poiché le nubi basse non ne consentivano l'avvicinamento, l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha imbarcato cinque tecnici del Soccorso alpino di San Vito di Cadore riuscendo a sbarcarli in hovering a 2.000 metri di quota all'altezza di Forcella Piccola. La squadra iniziando a salire ha individuato a circa metà montagna il punto della caduta dell'escursionista, capendo che i due ingannati dalla nebbia, non trovando più riferimenti erano poi tornati a salire. Infatti, continuando a chiamarli a voce, i soccorritori li hanno individuati a 2.900 metri di altitudine, poco sotto la sede dell'ex Bivacco Cosi. Impauriti, temendo di peggiorare la situazione, i due amici si erano riparati sotto una roccia spiovente non distante dal sentiero in attesa dei soccorsi. Prestate le prime cure a C.B., 60 anni, di Musile di Piave (VE), i due escursionisti sono stati assicurati con la corda e hanno iniziato la discesa con la squadra. Arrivati alla Bala, 2.500 metri di quota, la visibilità ha consentito l'intervento dell'eliambulanza, che ha caricato a bordo l'infortunato utilizzando un verricello di 10 metri e lo ha trasportato all'ospedale di Belluno. I soccorritori hanno quindi proseguito nel rientro assieme al compagno. L'intervento si è concluso alle 19.15.
 
Questa mattina alle 10.40 circa una squadra del Soccorso alpino della Val Comelico ha raggiunto in jeep un'escursionista di 52 anni, che aveva riportato un probabile trauma al piede, mentre si trovava in mezzo al bosco lungo la strada che dalla Val Visdende porta alle Sorgenti del Piave, nel comune di Santo Stefano di Cadore. La donna è poi stata accompagnata fino alla macchina. Attorno alle 13, l'elicottero dell'Aiut Alpin Dolomites di Bolzano è intervenuto lungo la normale alla Terza Media, sempre a Santo Stefano di Cadore, per un escursionista che si era fatto male al piede scendendo con una comitiva dalla normale. Recuperato con un verricello, T.F., 57 anni, di Val di Zoldo (BL), è stato trasportato al Codivilla. 
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Lunedì, 07 Settembre 2020 09:44

RECUPERATO RUNNER AL RIFUGIO SCALORBI

Ala (TN), 06 - 09 - 20
Alle 13.15 il Soccorso alpino di Verona è stato attivato su richiesta del Coordinamento Basso Trentino per il recupero di un runner bloccato da un infortunio al Rifugio Scalorbi. L'uomo, un quarantenne di Rovigo, si era fatto male alla pianta del piede correndo in discesa dal Rifugio Fraccaroli. Aiutato da alcuni passanti a raggiungere lo Scalorbi, per il dolore non era più stato in grado di proseguire e rientrare al Rifugio Pertica, dove si trovavano la compagna e la figlia. Poiché l'intervento con i mezzi sarebbe stato più veloce dal versante veronese, una squadra ha raggiunto in fuoristrada il corridore e lo ha accompagnato alla macchina. In accordo con la Centrale del 118, l'uomo ha rifiutato l'ambulanza per dirigersi in autonomia all'ospedale.
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Venerdì, 28 Agosto 2020 11:33

RECUPERATO ESCURSIONISTA SFINITO

Falcade (BL), 27 - 08 - 20
È stato riportato sulla strada in località Gli Zingari alle 21.40, l'escursionista mantovano in difficoltà nel tragitto di rientro dal Col Margherita. Attorno alle 19 il Soccorso alpino della Val Biois era stato allertato dalla Centrale del Suem per un uomo sfinito dalla stanchezza, mentre con moglie, figlio e due cani scendeva lungo una vecchia mulattiera dissestata. Partita dal Col Margherita, la famiglia era passata dal Lago di Cavia per poi proseguire, ma ormai senza più forze il turista non era più stato in grado di avanzare. Una decina di soccorritori è quindi risalita verso il lago dagli Zingari, finché non lo ha individuato, 300 metri di dislivello più in alto. Una volta raggiunto, G.M., 69 anni, di Sermide, è stato caricato sulla barella con la ruota e trasportato fino alla strada. Un soccorritore sta adesso accompagnando il figlio a recuperare il loro camper, con il quale poi si allontaneranno autonomamente. 
 
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Sabato, 22 Agosto 2020 16:10

NUMEROSI INTERVENTI IN MONTAGNA

Belluno, 20 - 08 - 20
Alle 13.20 l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore è volato sul sentiero numero 215, a una ventina di minuti di distanza dal Rifugio Vandelli, per il possibile trauma alla caviglia di una escursionista. Recuperata con un verricello di 15 metri, L.M., 46 anni, di Formigne (MO), è stata portata all'ospedale Cortina. Alle 13.40 circa è stato poi dirottato a Pescul di Selva di Cadore per un malore nelle vicinanze del Rifugio Salander, struttura chiusa. Atterrato nelle vicinanze, dall'eliambulanza sono sbarcati tecnico di elisoccorso ed equipe medica che hanno prestato le prime cure all'uomo, E.N., 76 anni, di Vicenza, poi trasportato all'ospedale di Belluno. Alle 14.15 l'elicottero è volato sul sentiero numero 556 sotto il Coldai per un probabile trauma alla caviglia e ha recuperato con un verricello di 30 metri una turista padovana, M.G.B., 41 anni, poi accompagnata ad Agordo. Alle 14.20 circa l'eliambulanza è intervenuta a Livinallongo del Col di Lana, sul Bec de Roces, dove un bambino aveva riportato una sospetta frattura al braccio. Il bimbo, 10 anni di Pistoia, è stato subito medicato dal personale sanitario atterrato poco distante e poi portato al San Martino. Alle 15.40 l'elicottero ha poi effettuato una ricognizione sul Civetta, lungo la Ferrata Alleghesi, per cercare un varco tra le nubi e provvedere al recupero di un escursionista affaticato nella parte terminale dell'itinerario attrezzato, a circa 3.100 metri di quota. Intervento portato a termine con l'imbarco avvenuto con un verricello corto. L'uomo, un trentasettenne polacco, è stato lasciato al Rifugio Coldai.
 
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Ponte nelle Alpi (BL), 14 - 08 - 20
Alle 12.40 circa la Centrale del 118 è stata chiamata da una donna lussemburghese, il cui marito era scivolato dal Monte Dolada; ad avvisarla, dal momento che parlava italiano e avrebbe potuto lanciare l'allarme, l'amico con cui l'uomo si trovava, che lo aveva visto precipitare ed era ancora bloccato tra le rocce. Riusciti a risalire alle coordinate del punto e all'itinerario seguito dai due, l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha sorvolato la zona, individuando a 1.490 metri di quota l'escursionista incrodato, sotto shock, e provvedendo immediatamente al suo recupero, avvenuto con il verricello, data la situazione di rischio. L'eliambulanza lo ha quindi trasportato al campo sportivo di Soccher ed è tornata sul Dolada, dove duecento metri circa più in basso sulla verticale rispetto a dove si trovava l'uomo, è stato visto il corpo senza vita dell'amico, G.S., 60 anni di Lussemburgo. Calato con una verricellata di 20 metri il tecnico di elisoccorso che ha attrezzato una sosta, in supporto alle operazioni sono poi stati sbarcati anche due tecnici del Soccorso alpino di Longarone. La salma, ricomposta e imbarellata, è stata trasportata a Soccher e affidata al carro funebre. Dalle prime informazioni, i due amici erano partiti dal Rifugio Carota e, raggiunta la cima del Dolada, erano intenzionati a scendere lungo la via normale che passa dal Bivacco Scalon, dove però non erano mai arrivati, perché scesi più sotto seguendo una traccia sbagliata. Arrivati sopra alcuni salti di roccia verticale, il sessantenne era scivolato scomparendo nel vuoto. 
 
 
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Venerdì, 14 Agosto 2020 11:19

INTERVENTO IMPEGNATIVO NELLA NOTTE IN MOIAZZA

Agordo (BL), 14 - 08 - 20
È stato un intervento difficile e assai tosto, come 'ai vecchi tempi', quello che dal pomeriggio di ieri fino a notte fonda ha impegnato il Soccorso alpino di Agordo sulla Moiazza. Fondamentali l'affiatamento e la preparazione tecnica della squadra, che ha riportato a valle due ragazzi sfiniti dalla stanchezza lungo 750 metri di dislivello, tra calate in parete e ripidi sentieri resi ancora più scivolosi dalla pioggia. Di certo non lo dimenticheranno i due ragazzi inglesi, di 30 e 27 anni, che ieri avevano lanciato l'allarme attorno alle 17. I due, uno alla prima esperienza escluse camminate sui sentieri, erano partiti passate le 3 di notte dal Rifugio Tomè, sul Passo Duran. Un'oretta abbondante dopo avevano attaccato la Ferrata Costantini. Erano saliti sulla Pala del Belia e di seguito alla Cresta delle Masenade e da lì, probabilmente già stanchi, avevano deciso di rientrare dell'itinerario appena fatto. Durante la discesa però, sopra la Cattedrale hanno sbagliato traccia e preso la vecchia via normale che, se non conosci bene il percorso, ti porta sopra salti di roccia. Capito che da quel punto non sarebbero passati, i due sono tornati sui loro passi alla Cattedrale e, ormai finiti, uno anche con escoriazioni dovute a una scivolata, si sono fermati e hanno chiesto aiuto. Dalla Centrale operativa del 118 non è stato possibile ricevere notizie certe sulla loro posizione. Il cellulare non prendeva e, tramite messaggi, erano riusciti a risalire a due coordinate differenti, la prima sulla cattedrale (dove effettivamente erano), la seconda verso il Bivacco Grisetti. L'elicottero del Suem di Pieve di Cadore, subito decollato, ha sorvolato la Moiazza, ma le nubi non hanno permesso l'individuazione degli escursionisti. L'eliambulanza è quindi volata a imbarcare due soccorritori in piazzola ad Agordo e un terzo dal Rifugio Carestiato, per poi trasportarli in quota e sbarcarli, entrando dal Van della Moiazza, sulla Forcella delle Masenade. In una seconda rotazione l'elicottero ha portato in quota altri due tecnici. Dato che non vi era certezza di dove fossero, i soccorritori si sono divisi: due verso la cima della Ferrata per non escludere quel tratto, tre giù verso la Cattedrale. Non appena i tre si sono abbassati e hanno iniziato a chiamare, dalle urla ricevute in risposta li hanno trovati, poco sotto, a 2.590 metri di quota. Riunitisi al resto della squadra, sono quindi iniziate le operazioni per attrezzare le calate, una quindicina lungo la parete verticale, fino alla sommità della Pala del Belia, a 2.300 metri circa di altitudine. Calato il buio e con i due escursionisti stremati, in contatto costante con l'elicottero di Trento emergenza abilitato per il volo notturno, si è tentato un recupero con l'eliambulanza, purtroppo vanificato dalla nebbia persistente. Alle 23 il gruppo è stato investito dal temporale e, abbandonato il materiale di metallo per il rischio di fulmini, i sette si sono spostati di 50 metri e riparati sotto la roccia. Smessa la pioggia, hanno quindi ripreso a scendere per la via normale che passa nel canalone tra la Pala del Belia e la Pala del Bo, sul cui tratto terminale si era formata una cascata di acqua. I tecnici hanno dovuto predisporre altri tre ancoraggi su roccia per superare alcuni salti, sono risaliti sulla Pala del Bo - raggiunti da altri due soccorritori in supporto alle operazioni - per poi prendere il sentiero e arrivare alle 2 al Rifugio Carestiato, a quota 1.834, dove un'altra squadra di quattro persone era pronta a partire. I due escursionisti sono poi scesi con i soccorritori in rientro fino al Passo Duran.
Pubblicato in 2020
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